Nel posticipo della 17esima giornata, al termine di una vera e propria battaglia con 11 ammoniti (compresi i 2 allenatori) e 2 espulsi, la Roma batte 2 a 0 il Napoli all’Olimpico e conquista tre punti d’oro portandosi da sola al sesto posto in classifica a -3 dalla zona Champions. A regalare i tre punti alla squadra giallorossa, reduce dalla pesante sconfitta con il Bologna, ci pensano capitan Pellegrini e il bomber Romelu Lukaku, a segno nella ripresa rispettivamente al 76esimo e al 96esimo. Altra doccia fredda, anzi freddissima, per i campioni d’Italia in carica, che incassano la sesta sconfitta stagionale in campionato e scivolano al settimo posto con 27 punti. La partita finisce undici contro nove, date le espulsioni di Matteo Politano a metà ripresa e di Victor Osimhen nei minuti finali, ma nel posticipo di ieri, così come in tante altre partite casalinghe da due anni a questa parte, dire che la Roma ha giocato in undici è erroneo. Infatti, anche ieri la squadra di Mourinho ha avuto una marcia in più per tutta la partita, ha avuto al suo fianco il famoso dodicesimo uomo.
La passione dei tifosi Romanisti
Nel mondo del calcio, poche realtà suscitano tanta passione e devozione quanto i tifosi della Roma. Questo club italiano è stato per lungo tempo il simbolo dell’orgoglio e dell’identità della città di Roma e i tifosi giallorossi sono noti per la loro fedeltà senza confini, il loro supporto instancabile e il legame profondo con la squadra. Sin dal 1927, anno di fondazione della squadra giallorossa, la passione è cresciuta costantemente, diventando un aspetto fondamentale della vita di molti romani. L’AS Roma, il cui stemma reca il famoso lupo capitolino con Romolo e Remo, è diventata una parte integrante della storia della città, incarnando il suo spirito di resistenza, lealtà e impegno.
Una caratteristica peculiare dei tifosi giallorossi è la loro devozione alla causa. Che la squadra stia vincendo o perdendo, i tifosi della Roma si presentano sempre in massa per sostenere i propri beniamini. Sono conosciuti per i loro cori potenti e coinvolgenti, che risuonano nell’iconico stadio Olimpico di Roma. Anche nelle situazioni più difficili, la curva sud, dove si trovano i tifosi più appassionati, non smette mai di cantare e applaudire la squadra. Questa dedizione senza compromessi ha guadagnato ai tifosi giallorossi il rispetto e l’ammirazione di molti, inclusi coloro che non condividono la loro fede calcistica.
La carica dei 65mila
“Cuore e sudore in ogni contesa, soffrite e lottate senza resa e noi saremo sempre a voi difesa“, questo lo striscione esposto dalla Curva Sud poco prima del fischio d’inizio del match contro il Napoli. Inoltre, in Tribuna Tevere è apparsa una coreografia da brividi. Sono stati distribuiti dei cartoncini gialli, rosso e bianchi che hanno formato un meraviglioso colpo d’occhio: hanno formato la scritta Roma e, al centro di questa, è apparso lo storico lupetto di Gratton. Con questa coreografia e con i cori, l’Olimpico è diventato un vero e proprio dodicesimo uomo in campo.
L’era dei Social Media e l’avvento di Mourinho
Con l’avvento dei social media, i tifosi della Roma hanno amplificato il loro impatto, connettendosi con appassionati di tutto il mondo. Le pagine dei supporter giallorossi sono piene di messaggi di sostegno e aggiornamenti sulla squadra. Questo fervore online ha contribuito a diffondere l’amore per la Roma in tutto il globo e a far sì che anche coloro che non hanno mai visitato la città si sentano parte della sua cultura calcistica.
C’è tanto di Josè Mourinho dietro i “sold-out” degl’ultimi due anni perché, da quando siede sulla panchina della squadra della capitale, ha saputo prima riportare i tifosi allo stadio e, successivamente, creare tutta quest’atmosfera che si sta rivelando un vero e proprio fattore decisivo per la Roma. Il famoso “dodicesimo uomo” che non si vede in mezzo al campo ma si sente, eccome se si sente. E ieri puntualmente non è mancato.
Perché da allenatore con un’esperienza ormai molto vasta, Mourinho ha avuto la bravura di capire quanto il pubblico di una piazza come Roma potesse essere un fattore decisivo. Consapevole di ciò, il tecnico portoghese vuole “tutto lo stadio” a tifare, proprio come nella fase finale di Conference ed Europa League, come ieri sera, come in tante altre occasioni, perché sa benissimo che lì, e per davvero, si gioca 12 contro 11. «Quando questo stadio vuole giocare non è solo bello, perché puoi essere bello e non fare niente. Quando questo stadio gioca con noi ci aiuta veramente». Queste le sue parole dell’anno scorso, sempre attuali.