Esiste un momento, nella vita di ogni tifoso di calcio, nel quale questo o quel prospetto giovane, quel futuro campioncino tanto promettente, ha fatto brillare gli occhi. Un giocatore giovane e con tanti anni di carriera davanti, che già in giovanissima età ha fatto vedere numeri di alta classe, non può che far gongolare, facendo auspicare per lui e per la sua squadra illimitati margini di crescita nel tempo.
Ne abbiamo visti tanti, in Italia e in Europa. Alcuni (vedi Messi, Del Piero, Totti o Maldini) hanno mantenuto le attese, diventando campioni affermati. Altri si sono decisamente persi nel loro percorso di crescita.
Andiamo a vedere chi siano stati alcuni di questi ultimi.
#1 Hachim Mastour
Corre l’anno 2012. Il Milan soffia all’Inter, a suon di milioni, un giovanissimo italo-marocchino di 14 anni, proveniente dalle giovanili della Reggiana. Si chiama Hachim Mastour, attaccante, e su di lui si crea un’attesa spasmodica. I media lo definiscono “il predestinato” e molti tifosi lo accostano ai più grandi calciatori di tutti i tempi. Nel 2015 la rivista “Guardian” lo inserisce nell’elenco dei 50 migliori calciatori nati nel 1998, nonostante non avesse ancora effettuato una singola presenza in prima squadra.
L’attesa e la pressione, però, influiscono negativamente sul ragazzo, che non riesce minimamente a replicare quanto fatto vedere nelle giovanili della Reggiana, e senza aver mai esordito in rossonero inizia un pellegrinaggio che lo porta in varie squadre europee (prima il Malaga, poi lo Zwolle, poi il Lamia, in Grecia) senza ottenere alcun risultato significativo. Oggi è alla Reggina, in serie C.
#2 Kerlon
Talentino brasiliano classe 1988 amante dello spettacolo e dei dribbling, è soprannominato “Foquinha” (piccola foca) per i numeri che mostra nei primi anni 2000 nel Cruzeiro. Ammaliati da tali esibizioni, Chievo e Inter decidono di acquistarne il cartellino, nonostante nel 2007 si infortuni gravemente per un colpo ricevuto da un avversario, irritato dal modo in cui Kerlon lo dribblava. Dopo qualche fugace apparizione a Verona, l’Inter lo gira all’Ajax per farlo crescere meglio, ma nel giro di un anno si infortuna gravemente altre due volte.
La girandola di infortuni ne bloccano l’ascesa sul nascere, e anche per lui inizia una girandola di prestiti , dal Giappone agli Stati Uniti alla Slovacchia, dove nel 2017 si ritira definitivamente, vittima più che altro della sfortuna.
#3 Freddy Adu
Ghanese classe ’88, con lui siamo di fronte ad uno dei “bluff” più grandi di sempre.
Trasferitosi negli Stati Uniti da bambino grazie ad una green card vinta dalla madre, negli USA la Nike lo nota in un camp scolastico e decide di puntarci forte con una lauta sponsorizzazione. Questo lo porta in breve tempo ad ottenere, a soli 15 anni, un contatto con il DC United unitamente a numerose apparizioni televisive e nei giornali.
Trequartista/attaccante, dopo poche apparizioni entra addirittura nel taccuino di Man United ed Inter, ma i genitori si oppongono al trasferimento in Europa. Freddy Adu resta quindi negli States fino al 2007, senza mai affermarsi completamente. Inizia allora un lungo percorso di prestiti in giro per il mondo (Benfica, Monaco, Salonicco le mete più significative) deludendo sempre più. Dopo esperienze in squadre minori slovacche e finlandesi, ora gioca nella seconda serie americana, a Las Vegas.
LEGGI QUI per la sua storia completa.
#4 Bojan Krkic
Quella di Bojan inizia come la storia di tanti altri giocatori catalani: cresciuto e “coltivato” nelle giovanili del Barcellona, il classe 1990 segna valanghe di gol tra i piccoli blaugrana, tanto da venire inglobato in prima squadra nel 2007, dove in effetti riesce a cogliere qualche record assoluto, come il gol più giovane della Liga o il titolare più giovane del Barcellona.
L’arrivo di Guardiola , pur mantenendolo nel giro dei titolari, non lo aiuta a farlo sbocciare definitivamente, così nel 2011 passa alla Roma. Il ragazzo sembra sempre sul punto di esplodere, ma anche nella capitale lascia solo parzialmente il segno, così passa al Milan. In rossonero non trova la sua dimensione, che cerca quindi in Olanda, Gran Bretagna, Germania e nuovamente Spagna, annoverando però sempre meno presenze e meno reti. Oggi si trova in Canada, al Montreal Impact.
#5 Alen Halilovic
Mancino croato classe 1996, durante il periodo di crescita nelle giovanili della Dinamo Zagabria veniva paragonato a Messi e Modric, grazie a qualche sporadica ma interessante apparizione in prima squadra (anche in Champions League). Lo prende il Barcellona, che poi lo gira allo Sporting Gijon e all’Amburgo con l’intento di farlo crescere. Nel 2018 passa al Milan a parametro zero, ma dopo zero presenze passa allo Standard Liegi prima e all’Heerenveen poi, in attesa che riesca ad esprimersi come ai tempi della Dinamo.
#6 Federico Macheda
Nato a Roma nel 1991, “Chicco” diventa celebre prima nel 2007, quando il Manchester United lo acquista dalle giovanili della Lazio, ma in particolare nel 2009, quando vive un momento magico con Ferguson che in più occasioni lo inserisce in corsa e lo vede siglare gol decisivi.
Sembra un predestinato, ma nelle due stagioni successive non trova particolare spazio in prima squadra, chiuso da attaccanti più importanti; Federico, quindi, inizia un lunghissimo giro di prestiti in giro per l’Europa (Sampdoria, QPR, Stoccarda, Birmingham tra le altre) per poi stabilirsi a Novara, in B, per due stagioni e approdare nel 2018 in Grecia, al Panathinaikos, dove finalmente riesce a lasciare il segno.
#7 Vincenzo Sarno
Nato nel 1988 nei dintorni di Napoli, Vincenzo diventa famoso già ad 11 anni quando il Torino decide di investire la mirabolante cifra di 120 milioni di lire per assicurarsene le prestazioni. La notizia rimbalza su tutti i giornali e il piccolo Vincenzino fa anche una comparsata in tv al sabato sera, palleggiando assieme a Raffaella Carrà.
In tutto il paese si parla già di “piccolo Maradona” per la somiglianza fisica col pibe de oro. Tuttavia, l’investimento non si rivela così proficuo, dal momento che pochi mesi dopo i granata lo cedono nuovamente al Secondigliano, sua squadra d’origine, sino al 2005, anno in cui passa in C1 alla Sangiovannese.
È l’inizio di un percorso lunghissimo nelle serie minori italiane, senza mai riuscire ad affermarsi in Serie A. Passa tra le altre a Brescia, Reggina, Foggia, Padova; oggi è a Trieste, in serie C.
#8 Dominic Adiyiah
Attaccante ghanese nato nel 1988, cresce in patria sotto la supervisione del Feyenoord, per poi esordire sempre in Ghana nell’Heart of Lions, mettendo a segno svariati gol.
L’exploit del giovane non passa inosservato ad Adriano Galliani, che lo porta al Milan nell’inverno della stagione 2009/2010, senza però che Leonardo decidesse di impiegarlo in prima squadra.
Per fargli trovare minutaggio, dalla stagione successiva passa alla Reggina, dove però non trova particolare spazio, così viene ceduto prima in Serbia, poi in Turchia quindi in Ucraina.
La parabola discendente sembra non fermarsi, dal momento che Adiyiah non solo non rientra nel calcio che conta, ma viene letteralmente confinato in un terzo mondo calcistico, finendo per collezionare stagioni in Kazakistan e in Thailandia, dove si trova attualmente.
#9 Sebastian Deisler
Deisler è stato uno dei prospetti più promettenti e allo stesso tempo più sfortunati della storia del calcio tedesco. Centrocampista classe 1980, cresce nelle giovanili del Moenechengladbach, dove esordì in Bundesliga nel 1998; ceduto all’Herta nel 1999, si guadagnò anche la convocazione agli Europei del 2000 con i teutonici. Nel 2002 si trasferì al Bayern Monaco, e contestualmente iniziò a patire una serie di infortuni senza fine, che purtroppo dilagò in una forma di depressione cronica che lo porta fuori dal calcio.
Nel gennaio 2007, infatti, decise di ritirarsi definitivamente dal mondo del calcio.
#10 Alexandre Pato
Qui siamo di fronte al calciatore che, più di tutti, ha prima entusiasmato e poi clamorosamente deluso gli appassionati di calcio italiano.
Attaccante carioca nato nel 1989, cresce nell’Internacional di Porto Alegre; a 17 anni viene acquistato a peso d’oro dal Milan.
L’esordio in maglia rossonera è del 2008 in uno spettacolare Milan-Napoli 5-2, e il giovane brasiliano pare trovarsi ottimamente: con Ronaldinho prima e Ibrahimovic poi al proprio fianco, Pato segna valanghe di gol, mietendo vittime illustri (ne sanno qualcosa Inter e Real Madrid). Tra il 2011 e il 2013, però, comincia a patire una lunghissima serie di infortuni, che – parallelamente alle voci di gossip che lo travolgono (il brasiliano ha avuto una nota relazione con Barbara Berlusconi)- fanno sì che non riesca più a tornare ai fasti dei primissimi anni. Per ritrovare lo smalto iniziale, Pato nel 2013 torna in Brasile , per poi finire in Cina nel 2017 dopo una seconda infelice parentesi europea.
Oggi è al San Paolo, ma l’attaccante devastante ammirato al Milan pare essere sparito nel 2011.