Oggi, lunedì 11 dicembre 2023, il Milan ha annunciato tramite un comunicato ufficiale il ritorno di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese veste rossonero per la terza volta ma stavolta, un po’ come Superman, avrà il costume del Diavolo sotto un completo elegante. Non è infatti in veste di giocatore che Ibracadabra torna, bensì in quelle del dirigente.
Zlatan Ibrahimovic si cuce a doppio filo primariamente con la proprietà del Milan, RedBird, e con Gerry Cardinale. Per quanto concerne invece il suo ruolo nella società rossonera, lo svedese sarà Senior Advisor. Ma di che si tratta? Andiamo ad analizzare mansioni e responsabilità del classe ’81 in quello che è diventato sempre di più il suo Diavolo.
Ibrahimovic si lega a RedBird
“Averlo con noi, in un ruolo attivo nel futuro del Club, è indicativo del nostro continuo impegno verso l’eccellenza sia dentro che fuori dal campo, e non vedo l’ora di lavorare con lui come partner e collega sia a RedBird che ad AC Milan“. Con queste parole Gerry Cardinale ha presentato l’inserimento di Zlatan Ibrahimovic nella dirigenza rossonera.
Come ha ben sintetizzato il presidente del Milan, Zlatan Ibrahimovic si collega primariamente a Redbird e avrà un ruolo che andrà aldilà del Milan inteso come progetto sportivo, di campo. Rafforzare la cultura vincente del club è solamente la punta dell’iceberg di mansioni affidate allo svedese.
Zlatan Ibrahimovic sarà innanzitutto partner operativo di RedBird, col quale aprirà una collaborazione a tutto tondo. Come si evince dal comunicato lo svedese lavorerà a stretto contatto con la proprietà, quindi con Gerry Cardinale, aprendo di fatto un’asse che la collega direttamente al Milan. Controllo, creatività, ecletticità. Questo sembra il diktat.
Un ruolo che va oltre il Milan
Nel Milan, invece, Ibracadabra ricoprirà il ruolo di Senior Advisor, ovvero una sorta di consulente massimo. La strategia di RedBird è quella di conferire un ruolo attivo a Ibrahimovic nelle operazioni sportive, ma anche in quelle commerciali. Lo svedese dovrà dunque dividersi tra campo e scrivania, sostenendo il gruppo squadra e, allo stesso tempo aprendo nuove opportunità di partnership.
Un ruolo davvero centrale per il Milan del futuro, quello di Ibrahimovic. Un incarico potremmo dire inventato ex novo e fatto su misura per lo svedese, che come aveva annunciato in tempi di ritiro dal calcio giocato non avrebbe accettato la prima proposta recapitatagli, bensì solamente qualcosa di concreto. Un ruolo che gli calza a pennello come un abito d’alta sartoria.
Può bastare? Non per RedBird, che tra i molteplici compiti affidati a Zlatan Ibrahimovic ha compreso anche lo sviluppo dei giocatori e la formazione per alte prestazioni, ma progetti speciali come il nuovo stadio. Lo svedese ricoprirà dunque un ruolo cardine per quella che dovrà essere la prossima casa del Diavolo, ma sarà operativo nel traghettare il progetto sportivo nelle migliori condizioni. Sarà perciò assidua la presenza del classe ’81 a Milanello, pronto a supervisionare il lavoro dello staff rossonero.
Ibrahimovic-Milan, atto terzo
E chi lo avrebbe detto che poco più di 13 anni dopo quella spettacolare presentazione a San Siro del 2010, il Milan avrebbe riabbracciato per la terza volta Ibrahimovic, stavolta da dirigente? Probabilmente non Ibra stesso, che ha fino al 4 giugno scorso pensato a sé stesso solamente come calciatore e niente oltre.
Ibrahimovic arriva per la prima volta al Milan nel 2010 e lo conduce immediatamente allo scudetto. L’addio non fu assolutamente un suo desiderio, come ha spesso affermato successivamente. Poi gli anni di Parigi, l’America e il ritorno in rossonero nel 2019, anche in quel caso dopo una sconfitta a Bergamo contro l’Atalanta.
Anche la sua seconda avventura in rossonero ha condotto il Milan ad uno scudetto, quello meno pronosticabile ottenuto nel 2022. Nonostante fosse vicino ai 40 anni, l’highlander svedese ha dimostrato di essere un grande leader dello spogliatoio, oltre che ancora un grande giocatore sul terreno di gioco.
Adesso, Ibrahimovic torna al Milan appena 6 mesi dopo averlo salutato, annunciando il ritiro. Dopo Maldini, un altro simbolo della storia rossonera veste i panni del dirigente. Dal punto di vista sportivo sarà sicuramente curioso vedere come lo svedese collaborerà con Stefano Pioli, mentre al di fuori del campo il suo ruolo avrà incisione nel miglioramento del brand del Diavolo.
Ai posteri l’ardua sentenza, ma una certezza il passato ce la fornisce: il ritorno di Ibrahimovic ha sempre coinciso con la risalita del club rossonero, mentre i suoi addii con un declino. Dal 2010, nel bene e nel male il Milan dipende dal suo Superman, adesso travestito da Clark Kent.