Nonostante il mercato estivo piuttosto corposo, il Milan sembra non riuscire ad ingranare. Né tra i confini nazionali, né in Europa. Due sconfitte, due vittorie ed un pareggio nelle ultime cinque partite. Risultati troppo esigui per le aspettative di inizio stagione. È impietosa, ad esempio, la statistica dei cartellini gialli subiti dai rossoneri nelle prime 15 giornate.
La difesa è un reparto già falcidiato dagli infortuni ed i giocatori in campo stanno contribuendo a complicare una situazione già complessa. Inoltre, a differenza di quanto accaduto in casa contro il Frosinone, l’intesa tra Maignan e Tomori è nuovamente divenuta evanescente. Ed i cambi operati da Pioli non sono serviti a rimettere in piedi una partita che si è mostrata essere l’anti-calcio sin da subito.
Uno degli acquisti più funzionali porta il nome di Yunus Musah. Recupera palloni, spesso avvia la manovra offensiva e si sta mostrando discretamente puntuale in fase difensiva. Eppure, quasi sempre tra il 70′ e il 75′, il tecnico rossonero, dopo aver operato alcuni cambi che spesso apportano solo danni, sposta l’americano in posizione di esterno destro, smorzando così tutti i suoi punti di forza.
Da Pioli is on fire a Pioli out passa la stagione del Milan
La piazza rossonera sta chiedendo a gran voce l’esonero di Stefano Pioli. È pur vero che da questo punto di vista, i tifosi non possono avere la prelazione però qualche ragione dopo le ultime prestazioni le hanno. Tuttavia, è corretto fare un’analisi in tal senso. Specie dopo la brutta sconfitta rimediata al Gewiss Stadium contro l’Atalanta.
Anche in questa occasione, vista l’emergenza in difesa è stato schierato Theo Hernandez come centrale e Florenzi terzino sinistro. Ora, a salvare il Milan da un potenziale disastro contro il Frosinone erano stati un puntuale Tomori ed un superbo Maignan. Eppure era chiaro non potesse essere quella la soluzione. E forse nemmeno l’alternativa.
Nonostante ciò, Pioli ha schierato nuovamente questi due giocatori in quelle posizioni contro l’Atalanta, notoriamente crocevia del Milan negli ultimi anni. E la caduta verso il basso è stato lampante. Theo era sempre fuori posizione e cercava, giustamente, di sfruttare le sue leve per contribuire alla spinta offensiva rossonera. La diretta conseguenza è stato vedere Florenzi centrale.
Se a questa scelta scellerata si aggiunge una prestazione da 4 di Calabria ed un Tomori poco preciso e discretamente distratto, si ha come risultato finale una debacle totale. Se questo non bastasse, il capitano rossonero si è fatto espellere al 93′, rendendo ancora più grave un’emergenza piuttosto consistente della difesa.
Oltre alla doppia ammonizione per Calabria, La Penna ha sanzionato altri 3 giocatori del Milan – Reijnders, Jovic e Bennacer. Indipendentemente dal possibile giudizio relativamente alla direzione arbitrale, è curioso vedere come i rossoneri siano i giocatori che hanno subito un gran numero di gialli (35) ed il maggior numero di cartellini rossi (3), senza contare le giornate di stop a causa della somma di diffide.
Ora, prescindendo dalle dichiarazioni di Pioli post partita, da salvare dopo il match contro l’Atalanta c’è ben poco. Il tecnico pare aver perso le redini della squadra, sembrando essa stessa un cavallo impazzito. Il Milan è troppo umorale per potersi ritagliare un posto tra le big a lungo termine e ciò dipende da una latente guida.
La forza e la dedizione che Pioli è stato in grado di trasmettere ai suoi nell’anno dello scudetto sembra essere sparita. Manca coesione e soprattutto una visione comune. Ognuno gioca per sé e pare non esserci più chiarezza sugli obiettivi da raggiungere. L’esempio lampante lo si ha avuto nel corso dei primi due gironi di Champions. Un simbolo come Leao puntava più sulla realizzazione dell’eurogol che sulla concretezza atta a proseguire un percorso collettivo.
Unica nota positiva: Luka Jovic
Che Luka Jovic non fosse l’acquisto che i tifosi del Milan si aspettavano, è ben noto. Arrivato in extremis l’ultimo giorno di mercato dopo che la trattativa con Taremi era ormai naufragata, il serbo si è presentato a Milanello come vice-Giroud. Il suo obiettivo è indubbiamente ridare vita ad una carriera che è piano piano collassata.
In alcuni momenti si è visto chiaramente che Jovic non è al massimo della forma, non nutre eccessiva fiducia in sé stesso e ha in parte perso l’istinto del gol che qualche anno fa aveva ammaliato persino il Real Madrid. Nemmeno l’inizio di stagione è stato così esaltante, eppure contro il Frosinone ha segnato ha aperture le marcature, nonché la sua prima rete in rossonero, ed ha segnato il gol del pareggio contro l’Atalanta.
Può non piacere e sicuramente è ben lontano dai giorni migliori, però fa ciò per cui è stato messo sotto contratto ovvero segnare gol. Può sembrare una banalità ma in questo clima di incertezza, è fondamentale ritrovare i dettagli che possono permettere di svoltare la stagione. Ora, sta a Jovic proseguire su questa via ed al Milan creare nello spogliatoio una concorrenza verso l’alto. Altrimenti, il fallimento sarà l’unica opzione.