Non è una novità in casa Olimpia che Kevin Pangos sia un problema, o perlomeno il caso più spinoso che si protrae dalla passata stagione a oggi. Giocatore mai completamente integrato nel sistema di Messina – l’anno scorso anche vittima di infortuni che l’hanno tenuto fuori per diverse partite – arrivato oggi forse al punto di non ritorno.
La sua esclusione dai 12 convocati per il match (poi perso) contro il Monaco in Eurolega è solo l’ultimo atto di un amore mai sbocciato, tra giocatore e coach. In estate Messina ha deciso di puntare su Pangos, perché il mercato non offriva niente di meglio a livello di qualità/prezzo. Dopo un paio di mesi, in cui l’andamento del canadese è stato altalenante, la situazione è tornata ad essere quella che ha portato Messina ad avere grossi dubbi in estate sul proseguire con KP in cabina di regia, con l’aggravante che questa fuori Pangos non è stato nemmeno portato in panchina, affidando la regia della squadra a Maodo Lo e Diego Flaccadori, giocatori pronti e preparati ma sicuramente non quel tipo di top player che ci si aspetterebbe da una società che punta dichiaratamente a raggiungere le Final Four.
Ora, dopo sei giornate, Milano è ultima con un record di una vittoria e cinque sconfitte, con la zona playoff già distante due partite. La situazione è ancora recuperabile e il girone di ritorno dello scorso anno ha dimostrato come Messina sia il coach migliore per tirare fuori la squadra dal fango in cui si trova impigliata in questo momento, ma che sia forse giunto il momento di trovare un playmaker che possa condurre l’EA7 alle posizioni sperate? Il vero problema, in questo momento della stagione, è trovarlo, perché occasioni come il Napier dello scorso anno, non accadono spesso.