Alla fine le aspettative sono state rispettate: il The International 12 ha incoronato il Team Spirit campione di Dota 2 per l’annata 2023.
La formazione russo-ucraina è partita con i favori del pronostico e ha confermato la sua superiorità letteralmente dominando il torneo. Basti dire che non ha mai perso, concedendo nell’arco di 9 partite soltanto 2 set su 21 giocati, per un “clean sheet” sfiorato di pochissimo.
Perfino la finale contro i Gaiming Gladiators si è conclusa con un 3-0 durato meno di 120 minuti (33, 42, 42). Va però detto che il team runner-up ha venduto cara la pelle, nonostante il secco passivo.
Troppo forti i due ucraini “Yatoro” Mulyarchuk, Myroslav “Mira” Kolpakov, e i tre russi Denis “Larl” Sigitov, Yaroslav “Miposhka” Naidenov e Magomev “Collapse” Khalikov? La risposta è sì. Soprattutto quest’ultimo e Mira hanno fatto la differenza nella finalissima. Il primo ha causato disastri ai GG con un uso ottimale di Magnus, il secondo è riuscito ad imbrigliare in mid la stella del team avversario, lo statunitense Quinn “Quinn” Callahan.
Alla fine, la giovane organizzazione europea (i GG sono entrati nel competitivo di Dota 2 solo l’anno scorso) ha chiuso con un argento che conferma la bontà del team formato dal tedesco “tOfu“, il danese “Ace“, l’esperto olandese “Seleri” e il russo “dyrachyo“, oltre al già citato Quinn. Non solo, ma corona una stagione con tre Majors conquistati, miglior risultato nel Dota Pro Circuit.
Per il Team Spirit c’è invece il secondo titolo dopo quello vinto nel 2021, che vale $1.436.065 e l’ingresso nell’Olimpo di Dota 2 al fianco degli storici OG, primo (e unico fino a pochi giorni fa) team a riuscire nell’impresa.
Ma come è giunto il torneo alla volata finale? Facciamo un veloce riassunto.
LA VOLATA PER IL TITOLO
Nel precedente articolo, avevamo lasciato l’Upper Bracket del TI 12 alle semifinali. Nella parte alta si sono affrontati Team Spirit e Team Liquid, ovvero Europa dell’Est (per gli Spirit consideriamo la sede societaria che dal 2022 è diventata Belgrado) vs Europa Occidentale (sede in Olanda per il Team Liquid e formazione composta all’80% da giocatori svedesi). La gara è durata quasi 3 ore e si è conclusa al terzo set (53 min.) con la vittoria degli Spirit per 2-1.
L’altra semifinale ha messo di fronte LGD Gaming e Azure Ray, per un derby inaspettato ad inizio torneo, visto che il competitivo cinese di Dota 2 negli ultimi anni ha registrato un notevole calo di risultati internazionali. Gli LGD (“planet”, “shiro”) si sono imposti sui connazionali per 2 a 0.
Nella finale dell’UB, il Team Spirit ha battuto LGD Gaming 2-0. I russo-ucraini si sono però dovuti sudare la vittoria, anche se non hanno concesso set. Il primo è durato 76 minuti, il più lungo dell’intero torneo, il secondo 47.
A questo punto, con il Team Spirit già qualificato per la finalissima, l’attenzione si è spostata sul Lower Bracket. Qui il Team Liquid ha provato la risalita a scapito dei Gaiming Gladiators, a loro volta facili vincitori sull’organizzazione nordamericana nouns nel turno precedente. La sfida tra Team Liquid e GG al TI 12 è stata una delle tante viste quest’anno. I Liquid hanno sperato nel ribaltone stagionale e ci hanno creduto dopo aver vinto il primo set. Poi però i Gladiators hanno ritrovato l'”asso” Quinn ed è arrivato l’1-2 finale, concluso con un set durato solo 27 minuti.
I GG si sono poi fatti largo attraverso le due cinesi scese dell’UB. Prima sugli Azure Ray (vincitori su BetBoom Team) per 2-0 e successivamente su LGD Gaming, sempre con lo stesso punteggio. Quest’ultima vittoria ha mandato Gaiming Gladiators alla sfida per il titolo, della quale abbiamo già parlato.
Infine, c’è da evidenziare la performance degli Azure Ray, formazione molto recente ma non giovanissima dal punto di vista dei giocatori. E’ stata infatti creata da Lu “Somnus” Yao, storico giocatore cinese, con l’intenzione di riunire un gruppo di veterani orientati più al divertimento che al competitivo. Un po’ alla volta nel team sono entrati giocatori del calibro di “fy” Linsen e Yang “Chalice” Shenyi e da lì è nata l’idea di provare la qualificazione per il TI 12. Alla fine, il gruppo di “vecchietti” è andato ben oltre le aspettative conquistando un quarto posto che è frutto soprattutto della una grande amalgama esistente tra giocatori e che è valso agli Azure Ray l’appellativo di “Uncrowned Kings” del TI 12.
I NUMERI E IL FUTURO DEL TI 12
Il dato più evidente, nonché il più previsto, è quello del montepremi. Dopo aver offerto per 8 anni cifre con 7 zeri, quest’anno il prizepool è letteralmente crollato. Con ca. 3,2 milioni di dollari complessivi, è il quarto più basso nella storia del The International, precede solo quelli delle prime tre edizioni del torneo. Questo risultato è il frutto della scelta fatta del publisher Valve che ha deciso di ridurre lo storico Battle Pass ad un modesto Compendium con un inevitabile calo degli acquisti (ne abbiamo parlato qui).
Ciononostante, l’evento è stato comunque molto seguito. Secondo i dati di Esports Charts (che non comprendono quelli delle piattaforme di streaming cinesi), il TI 12 è stato il quarto torneo più visto nella storia di Dota 2, leggermente sopra al TI 8 per picco di viewership e ore seguite. La finale per il titolo ha avuto 1,4 milioni di followers, per un totale di 65,4 milioni di ore accumulate.
Adesso non resta che chiedersi cosa riserverà la nuova stagione, dal momento che il 2023 è stato un anno di cambiamenti per Dota 2. Valve non ha infatti nascosto di voler ristrutturare la stagione competitiva per rendere il gioco più accessibile ai nuovi giocatori. Il Dota Pro Circuit è stato cancellato e la strada per il prossimo TI non è così chiara ma è probabile che questo torneo non sarà più il punto di riferimento per l’eSport di Dota 2. Capiremo qualcosa di più fra un mese e mezzo, quando inizierà l’ESL di Kuala Lumpur.
Immagine di testa: Team Spirit vincitore del TI 12 (credits Dota 2/Valve)