Parafrasando una vecchia canzone dei Gatti di Vicolo Miracoli, si potrebbe dire che il “poker è bello perché vario”.
La varietà si trova tra le persone che lo giocano, anche se alcuni stereotipi sono duri a morire (quello che non può fare a mano di occhiali scuri e cuffiette, il Teddy KGB di turno o quello che deve per forza spiegarti dove hai sbagliato). E poi c’è la varietà dei giochi. Non tanto in Italia, dove l’equazione poker=Texas Hold’em rimane difficile da smontare, ma in altri Paesi le varianti trovano più di spazio.
Ma la “combo” di originalità non è facile da trovare in un’unica persona, serve un giocatore con una bella apertura mentale. Al recente EPT di Barcellona ne abbiamo trovato uno: si chiama Walter Treccarichi.
“Sono un poker pro allegro“, così si è definito il 33enne catanese quando lo abbiamo incontrato durante l’Estrellas Main Event. “Allegro nel senso che ho sempre cercato di riunire nel gioco sia la professione che la possibilità di godermi la vita, viaggiando soprattutto. Adoro viaggiare, è una cosa che mi appassiona molto. Credo di essere stato un po’ fortunato e un po’ bravo, ma alla fine sono riuscito a realizzare questo percorso creandomi prima il bankroll per giocare in maniera competitiva e poi per partecipare ai tornei in giro per il mondo“.
In effetti oggi la sua vita è proprio quella di un professionista con la valigia in mano. Ed è stata così sin dall’inizio.
IL PERCORSO NEL LIVE (2011-2016)
“Mi sono avvicinato al poker nel 2009 quando i siti online sono stati legalizzati, ma dopo un paio di anni ho iniziato a dedicarmi anche ai tornei di poker dal vivo. I primi li ho disputati a Malta, per comodità (è a meno di un’ora di volo da Catania) e perché allora c’era già abbastanza action sull’isola“.
Nel 2011, praticamente al debutto nel live, Treccarichi mette a segno 6 itm: uno all’IPT di Nova Gorica (17°posto), uno al People’s Poker Tour di Campione (5°) e 4 a Malta. Tra questi ultimi c’è la preziosa vittoria nel Main Event del PPT.
“E’ stato incredibile. Il tavolo finale è andato su Italia1, Gazzetta (dello Sport, ndr) ha parlato di me, sono arrivate le sponsorizzazioni! A quel punto ho deciso in maniera definitiva di aprirmi al gioco dal vivo“.
Con il live iniziano anche i viaggi. Perché “cesarino90” (questo è il suo nick quando gioca su Internet) ha già capito che l’Italia non gli basta, nonostante l’importante vittoria ottenuta a Saint-Vincent nel ME IPT del 2014. Nel Belpaese Walter Treccarichi centra altri 9 in the money tra il 2012 e il 2016, dopodiché per lui le frontiere si allargano in maniera definitiva.
“Con la forte diminuzione dei tornei di un certo livello (l’IPT ha chiuso i battenti nel 2016, ndr), il poker live è diventato meno interessante e profittevole nel nostro Paese. Nel frattempo avevo legato molto con Dario Sammartino e Mustapha Kanit che avevano lo stesso interesse per il poker all’estero. Insieme a loro sono approdato alle WSOP“.
Per quattro edizioni di fila, dal 2013 al 2016, Treccarichi riesce sempre a mettere il proprio timbro a Las Vegas. In tutto realizza 11 itm, compresi due buoni piazzamenti nel Main Event WSOP (335° nel 2013 e 728°nel 2015). In mezzo ci sono anche tanti risultati ottenuti in Europa (EPT Barcellona, Praga, Montecarlo), in Brasile (LAPT), ai Caraibi (WSOP Circuit a St. Marteen) e soprattutto in Australia dove nel 2016 conquista un anello dell’Aussie Millions con l’evento NLH Shot Clock 6 Max da 2.500 dollari australiani di buy-in.
Ma le WSOP sono anche un punto di svolta, perché gli fanno scoprire le varianti. Galeotta è l’amicizia che unisce il trio “azzurro” a Jason Mercier. Il 2016 è l’anno d’oro del campione americano alle WSOP. Vince due braccialetti ($10.000 2-7 Draw Lowball Championship, $10.000 H.O.R.S.E. Championship) e chiude secondo nel $10.000 Razz Championship: se avesse vinto anche il terzo, Mercier avrebbe incassato da Vanessa Selbst una monster side bet!
Scommessa a parte, la cosa che cattura l’attenzione di Treccarichi è che tutti questi risultati Mercier li ha ottenuti con le varianti. “Per me erano una novità rispetto al consueto Texas Hold’em. E poi mi sono subito sembrati giochi dinamici, divertenti, veloci“. La scintilla è scattata: Walter Treccarichi inizia a dedicarsi alle varianti, dopo aver ricevuto un’adeguata introduzione da parte dello stesso Mercier.
LE SVOLTA DELLE VARIANTI
Nell’ottobre del 2016, Walter Treccarichi vince il suo primo evento con una variante. E’ un H.O.R.S.E. del WPT Sanremo da 300 euro di buy-in al quale partecipano solo 9 giocatori: “una cosa piccola ma che mi ha dato ulteriori motivazioni per dedicarmi alle varianti. E così mi sono immerso nello studio“.
Ci sono però dei limiti perché, fatta eccezione per l’Omaha, il materiale disponibile non è nemmeno paragonabile a quello dedicato al TH. “Un po’ mi sono documentato da solo, ma poi mi sono accorto che non si può fare questo percorso senza un po’ di supporto esterno. Quindi ho seguito un corso online di J.J. Lama su Upswing Poker (il sito di coaching gestito dal top pro americano Doug Polk, ndr) che mi ha fatto fare il salto di qualità. Molto utili sono stati anche alcuni tool disponibili in rete dove puoi inserire le carte dell’avversario (quelle visibili e un range per quelle coperte) e ottenere l’equity della tua mano”.
Ad oggi, il catanese ha totalizzato 33 in the money con i tornei di varianti. Il risultato più importante lo ha ottenuto nel 2018 quando ha sfiorato il secondo anello Aussie Millions chiudendo al secondo posto l’8 Game Mixed da A$2.500 di ingresso. Un anno prima era arrivato 9° nel $1.500 Seven Card Stud Hi/Lo delle WSOP, lo stesso torneo in cui Max Pescatori si era piazzato 6°.
“Il gioco che mi piace di più è lo Stud Hi-Lo, poi lo Stud, il Razz e anche il 2-7. Gli eventi che preferisco sono però quelli di Mixed Games. Qui conta molto la capacità di individuare quali sono i giochi dove un determinato avversario eccelle e dove invece è meno forte. Si tratta di un elemento strategico molto importante. Al tempo stesso devi conoscere bene i tuoi punti di forza, cioè il gioco sul quale spingere e quello dove invece devi essere prudente. E poi mi piace la rotazione delle varianti, il fatto che sono 6-handed e la velocità dell’azione“.
Ma nonostante i buoni risultati Walter Treccarichi non ha mai smesso di giocare a Texas Hold’em. Anzi. Il suo best rimane la vittoria nell’HR delle French Poker Series di Montercarlo edizione 2016. Dei 132 itm realizzati in carriera, 99 sono di TH, cioè il 75%.
“Di per sé i tornei di varianti sarebbero profittevoli perché trovi spesso giocatori poco preparati, amatoriali. Il problema più grosso è la mancanza di action. I tornei in giro sono pochi. Le varianti si giocano soprattutto negli States, anche se a buy-in bassi con l’eccezione degli eventi WSOP. In Europa invece ci sono gli EPT che da qualche anno ospitano 2/3 eventi di Mixed Games -quindi una decina di tornei all’anno – e le WSOPE. Il resto sono eventi di piccole dimensioni organizzati nei Paesi nordici e nell’Est europeo (ad es. a Bratislava e a Nova Gorica, ndr). Di fatto, le WSOP rimangono l’epicentro delle varianti per i professionisti, ma anche quelle durano solo un mese e mezzo. E poi diciamolo chiaramente: con le varianti è impossibile fare quel big shot che ti cambia la vita e che invece può capitare a chi gioca TH“.
Solo l’Omaha ha una scena competitiva in grado di offrire abbastanza azione per un pro. “Ma è anche l’unica che non ho approfondito come le altre. Lo so giocare perché c’è nei Mixed Games, ma non mi sento preparato per un evento singolo di Omaha“. Ma allora perché dedicarsi alle varianti?
“Per passione. Mi piacciono e mi ridanno quel divertimento che invece ho un po’ perso con il TH dopo tanti anni di attività. Le varianti sono più dinamiche. Ad esempio, con l’Hold’em No Limit capita spesso che ci siano lunghe pensate al tavolo. Quasi tutte le varianti, invece, si giocano in modalità Limit e queste rende l’azione un po’ più automatica, quindi giochi più mani e sei molto più coinvolto nell’action. Le varianti sono senza dubbio più divertenti, in particolare per un amatore“.
“E poi l’atmosfera al tavolo è diversa. Nel TH c’è più tensione, occhiali scuri, nessuno che parla. Nei giochi Limit i partecipanti sono molto più rilassati. Addirittura succede che in un torneo di varianti il pro dia dei consigli se vede un amatore in difficoltà, magari con le meccaniche del gioco. Insomma, non lo fanno sentire in imbarazzo. Mi sembra che sia un buon modo per fare proseliti“.
IL FUTURO
Con i suoi 133 ITM che gli valgono il 20° posto nella All Time Money List italiana, oggi Walter Treccarichi è tra i giocatori più in vista nel nostro Paese. Ma è anche un volto molto noto all’estero, in parte grazie alla sua apertura alle varianti. Il problema è che queste, pur in crescita, non saranno mai ai livelli numerici del TH. Bisogna ammetterlo.
Ma il futuro di Walter Treccarichi non sembra essere una questione di Hold’em vs varianti. E’ una questione di poker vs altro. E qui si torna all’inizio, al professionista allegro.
“Mi ritengo un giocatore preparato, uno che si tiene al passo con le nuove teorie, ma non sono mai stato così estremo nello studio del gioco come invece fanno altri professionisti. Dai 20 ai 30 anni mi sono goduto la vita al massimo, unendo un lavoro che mi appassiona ad altre gioie della vita, come appunto i viaggi. Però passati i 30 uno comincia a pensare a come consolidare i frutti e ad organizzare la vita futura. Ho visto tanti che non ci sono riusciti, meteore del poker che hanno vinto tanto in poco tempo e poi sono scomparse perché non hanno saputo gestirsi. Ora mi sto guardando un po’ attorno, valuto altre opportunità rispetto al poker. Tutto sommato sono riuscito a capitalizzare qualcosa con questo gioco“.
Treccarichi ha iniziato il giro di boa della carriera di poker player e non può evitare di fare un bilancio.
“Il gioco mi ha dato tanto, mi ha permesso di essere indipendente da genitori e amici e di viaggiare per il mondo. Non ho mai avuto esperienze negative con il poker. Dopo la pandemia si è creato un nuovo boom del poker a livello mondiale e non posso fare a meno di cavalcarlo. Tuttavia non ho un punto di arrivo prefissato, lo decido di volta in volta, consapevole che prima o poi la parola fine arriva“.
C’è però anche una postilla. “Non prima di aver messo al polso un braccialetto WSOP!“
Immagine di testa: Walter Treccarichi (credits Manuel Kovska/RIHL)