Il veterano con qualche capello bianco in più contro il giovane grinder dell’online. Il giocatore amatoriale contro il professionista. Sono queste le sfide che aggiungono un po’ di pepe ad una partita di poker.
E sono scene che si vedono sempre più spesso in un torneo, almeno da quando il Texas Hold’em è diventato un fenomeno mondiale, digitale e televisivo. Internet ha creato un mare di nuovi giocatori che si sono poi, un po’ alla volta, riversati nel gioco live. La diffusione al di fuori degli States ha fatto conoscere il poker a tanti che non lo avevano mai giocato. Infine, le partite in tv hanno risvegliato la passione di chi aveva appeso le carte al chiodo da un bel po’ di tempo.
La voglia di poker si è diffusa anche tra gli uomini d’affari, persone che hanno costruito vere e proprie fortune grazie al lavoro e soprattutto a un buon fiuto per il business. Parliamo di un istinto per il rischio calcolato, non di “corsari” che cercano il brivido del soldo facile. Grazie a questo atteggiamento, al tavolo da gioco non sono diventati le proverbiali “balene” predate dagli “squali”. Al contrario, sono diventati poker player di alto livello.
Un esempio? Willian Klein.
Circa una quindicina di anni fa, il 75enne imprenditore di Chicago ha deciso di chiudere con il lavoro, dopo che i medici gli avevano diagnosticato un cancro alla gola. Klein ha venduto la propria attività racimolando un gruzzolo consistente e si è trasferito a Laguna Hills, in California, per godersi un clima migliore. E anche per dedicarsi al poker.
Dal 2008, anno del suo primo ITM ufficiale, ad oggi “Bill” ha realizzato 63 in the money nei tornei di Texas Hold’em per una cifra che lo colloca al 198° posto nella All Time Money List globale. Certo, in gran parte sono tornei ad elevato – se non elevatissimo – buy-in e quindi con field piuttosto ridotti. Al tempo stesso, però, si tratta di competizioni frequentate al 99% da professionisti. E alcuni dei suoi risultati sono di alto valore, non solo economico.
Su tutti spicca il secondo posto conquistato nell’evento #18 delle WSOP 2015, il famoso $111.111 High Roller for ONE DROP. In quella occasione Klein ha battuto 133 entries, quasi tutte di top pro players. Al tavolo finale si è arreso solo al campione del mondo Jonathan Duhamel mentre si è lasciato alle spalle Hellmuth, Zinno e Lichtenberger. L’incasso stellare è stato di $2.465.522 che Klein ha interamente devoluto in beneficienza all’Orangewood Children’s Foundation e al The Shea Center for Therapeutic Riding.
Vanta inoltre altri due final table WSOP: un 9° posto nell’HR da $100k di buy-in del 2009 e il secondo “argento” ottenuto quest’anno nel $50K NLH dietro al giovanissimo Leon Sturm.
Ma soprattutto Bill Klein è un ottimo poker player, dotato di tecnica e di grande lettura. Ve ne forniamo una prova.
L’azione si è verificata durante il Day5 del Main Event WSOP 2023, con i giocatori sono già tutti in the money e bui da 10k/25k bb ante 25k.
Camden Mariotti (1,54 milioni di chips nello stack) apre a 55mila da early. In mano ha K♠Q♠. L’olandese Bert Van Doesburg (1,35 mil.) chiama da cutoff con A♠J♠ seguito da Bill Klein (740k) che, in posizione di dealer button, mette la sua quota con A♦5♦. Sino a qui nessun big name a livello professionistico, ricordando che Klein è sì un giocatore famoso ma non fa del poker il suo lavoro.
E’ solo quando l’azione arriva al Big Blind che entra in campo il pro del tavolo. E’ Nicholas Rigby (2,91 mil.), aka “Dirty Diaper”, famoso per le sue scelte molto “loose” e la passione per i bluff estremi. Il soprannome è infatti quello di una delle mani più deboli del Texas Hold’em, [3x][2x], con la quale Rigby ha piazzato alcune giocate clamorose. Questa volta il pro statunitense ha in mano 4♣3♥: non è proprio il “pannolino sporco” ma ci va vicino. E infatti Rigby chiama.
Scende il flop: K♥5♣10♦. Rigby fa check e lascia l’iniziativa a Mariotti il quale, con top pair in mano, ovviamente punta. Sono 60mila chips. Van Doesburg chiama con il gutshot e la overcard e lo stessa fa Klein che ha bottom pair. Non è finita, perché deve ancora parlare Rigby. E infatti il pro inventa un raise fino a 360mila chips in “bianco totale”!
Mariotti è spiazzato e folda rapidamente la mano migliore. L’olandese fa lo stesso. Ma Bill Klein non sembra essere dello stesso avviso. Il businessman ci pensa qualche secondo e poi annuncia l’all-in con quello che gli resta (685mila gettoni). Rigby rimane impietrito, poi deglutisce e manda nel muck la mano. A quel punto Klein mostra orgoglioso la coppia più bassa.
La sua azione è forse il risultato di una grande lettura o magari semplicemente una reazione di stizza nei confronti delle aggressioni continue di Rigby. Ma più probabilmente è tutte e due. Di fatto fa foldare un bluff, ma il risultato è un quasi double-up per Klein.
O meglio, per “Bill Klein, ladies and gentlemen“: così il businessman risponde a un giocatore che al tavolo gli chiede “come hai capito cosa stava facendo?“
Giù il cappello. Anzi, il cappellino.