Le previsioni sono state purtroppo rispettate, e l’Italia perde tutti i suoi rappresentanti all’US Open 2023. E non ci sono nemmeno troppe recriminazioni, poiché sia Arnaldi che Sinner hanno dato il massimo possibile. Vediamo come è andata e la solita panoramica sui match di questa notte.
US Open, cosa è successo nel day 8: Arnaldi si inchina ad Alcaraz, Sinner cede a un rinato Zverev
Nell’articolo di presentazione di ieri, avevamo avvisato sulla grande crescita di Sascha Zverev e sul pericolo che ciò rappresentava per Jannik Sinner. Non che ci volesse una laurea in scienze tennistiche per capirlo, ma chiunque abbia visto di recente un match del tedesco può confermarne lo stato di grazia. Il tennis festeggia il ritorno ad alti livelli di un campione che pareva perduto, l’Italia del tennis è un po’ meno felice, ma per Sinner non è certo un disonore uscire al 5° così.
Zverev è tornato, Sinner si arrende al 5°
Avevamo avvisato sui progressi al servizio di Zverev e infatti è uno degli elementi chiave del match. Il tedesco ha messo dentro il 70% di prime contro appena il 54% dell’italiano, accompagnando a ciò un miglior saldo fra ace e doppi falli (16+6 per Zverev, 12+7 per Sinner).
L’altro grande elemento è stato il caldo/umido e il conseguente impatto sul fisico. Entrambi i giocatori erano stremati da ben prima delle 4 ore e 41 dell’effettiva durata del match. Jannik ha iniziato ad avere problemi di crampi dalla fine del secondo set, anche se poi si è ripreso lottando fino alla fine. Zverev, a sua volta, è più volte apparso in forte difficoltà, in particolare dopo scambi lunghi, ma la sua è la fibra di un 26enne che ha ultimato da tempo lo sviluppo fisico, e che anzi nella resistenza ha sempre avuto un punto di forza (dopo ieri è 18-9 nelle partite finite al quinto set, in carriera negli Slam). Dall’altra parte, invece, si è già detto altre volte che Sinner sta lavorando tanto proprio per adeguare la parte atletica del suo tennis ai livelli top che meriterebbe. Non è un processo breve, ma la struttura fisica di Jannik necessita di un gran lavoro per adeguarlo in termini di potenza e tenuta atletica. I 61 errori non forzati contro Wawrinka erano stati un piccolo campanello d’allarme, confermatosi contro il tedesco (67 unforced contro 46 di Zverev).
Arnaldi con onore: ottavi US Open da incorniciare per lui
Molto più prevedibile, se non scontata, era la sconfitta di Matteo Arnaldi contro Carlos Alcaraz. Troppa la differenza tra i due, con l’italiano che pagava forse l’emozione nel 1° set, mentre aveva una bella reazione soprattutto nel terzo. Alla fine, tuttavia, lo spagnolo la porta a casa in meno di 2 ore, per quello che per lui è stato niente più che un buon allenamento. Arnaldi ha mostrato a sprazzi ottimi colpi e gran personalità, ma contro un avversario di questo livello possono essere solo episodi. Il divario maggiore è stato nei punti di risposta, con Alcaraz che ne ha vinto il 43% senza neanche pigiare troppo sull’acceleratore) e Arnaldi che non è andato oltre il 28%. Troppo poco, anche per un obiettivo possibile come poteva essere portare a casa un set.
Day 8 US Open: come sono andati gli altri match
Negli altri match, abbiamo assistito a due russi che vanno avanti, segnatamente Daniil Medvedev e Andrey Rublev, ai danni rispettivamente di Alex de Minaur e Jack Draper. Quest’ultimo paga, e anche in maniera palese, il notevole sforzo fisico di questi giorni dopo mesi di inattività per infortunio, arrivando sulle gambe al quarto set contro un Rublev comunque centrato e positivo. Medvedev invece si lascia irretire nel primo set dalle trame veloci di de Minaur, che lo aveva battuto nelle ultime due occasioni dopo aver perso le precedenti quattro. Nel secondo set, Danilo riprende in mano la situazione e, da lì in avanti, lascia appena 7 game all’australiano.
Infine, Ons Jabeur conferma i dubbi emersi nei giorni precedenti sul suo stato di forma, ma niente faceva presagire che la tunisina si facesse dominare così (6-2 6-4 in 1h e 22) dalla cinese Zheng, che centra i suoi primi quarti in uno Slam e ora troverà Sabalenka. Una Sabalenka che festeggia il fresco primato nella classifica WTA con un match autoritario contro Kasatkina, a cui lascia appena 4 game. Delude (ma non è una novità) Jessica Pegula, che conferma i noti limiti ad altissimi livelli, più mentali che tecnici. Contro Madison Keys si può perdere, ma Pegula rimane una numero 3 del mondo che non ha mai centrato nemmeno la semifinale di uno Slam.
US Open: i match del day 9
Il programma dei quarti inizia con Ostapenko-Gauff. La statunitense è ora favorita per il successo finale, insieme a Sabakenka e dopo aver superato il non semplice test della Wozniacki. La lettone è, come sempre in carriera, a giorni alterni. Tuttavia, la giovane americana ha un ricordo non bellissimo di lei: all’ultimo Australian Open, Jelena l’aveva liquidata a sorpresa, con un 7-5 6-3 nel quarto turno. Vedremo se sarà stato un episodio, nel building di una futura campionessa come tutti le pronosticano, o se si tratterà di una bestia nera un po’ come Ostapenko è già per Swiatek.
Fritz-Djokovic, l’americano contro Nole e i fantasmi
Poi sarà la volta di Novak Djokovic e Taylor Fritz. Nole è 7-0 contro il bombardiere americano, e questo dice già tanto. Fritz ha poi un evidente problema mentale contro i big, è 5-18 in carriera contro i top 5 e, purtroppo per lui, è solito sciogliersi nei momenti che contano. Si ricorda in particolare i quarti a Wimbledon 2022, quando aveva la testa di Rafa Nadal su un piatto d’argento ma era riuscito a perdere, nonostante l’evidente menomazione del campione spagnolo.
Nuovo derby USA con Tiafoe-Shelton
La sera ci regalerà invece un interessante Cirstea-Muchova, con la ceca leggermente favorita, e infine il nuovo derby USA, stavolta tra Frances Tiafoe e Ben Shelton. Il ventenne ha sotterrato Paul con i suoi servizi-bomba (Ben è arrivato anche a 240 km/h), ma trova in Tiafoe un rivale più solido rispetto al precedente e che ha ceduto un set solo a Mannarino, nel 3° turno.