Il mondo del calcio è pieno di storie affascinanti e finalizzate a lasciare un segno indelebile nella memoria dei tifosi e nei cuori degli appassionati.
Tra queste, la dinastia dei Vieri è un esempio di eredità calcistica che si è tramandata tra le generazioni. La bacheca dei trofei non è paragonabili a quella di Bobo Vieri senza ombra di dubbio, ma anche Roberto, suo papà, ha disputato una carriera da ricordare.
Roberto Vieri
Roberto Vieri, detto Bob, nasce a Prato il 14 febbraio 1946. È stato un giocatore di classe e invenzione, apparteneva a una categoria che tra gli anni Sessanta e Settanta ebbe l’ultimo attimo di gloria prima d’essere spazzata via dal calcio maniacale degli schemi e delle ripartenze. Quello dei “purosangue matti”.
“Ho sempre fumato senza criterio, un pacchetto e mezzo al giorno anche quando giocavo“, così raccontava papà Vieri, bel lontano dalla vita che fanno oggigiorno i calciatori tra nutrizionisti e culto del fitness.
Dopo aver iniziato nelle giovanili della Fiorentina, e dopo un anno in prestito in Serie D, nella Sangiorgese, a farsi le ossa, nella stagione 1964-1965 gioca 24 partite nel Prato, in Serie C1, segnando 11 gol. Tornato in riva all’Arno, non trova spazio in campionato vincendo però una Coppa Italia abbinandola con la Mitropa Cup (coppa dell’Europa Centrale) di cui disputa anche la finale, il 19 giugno 1966.
Approdato alla Sampdoria, tra i cadetti, nell’annata 1966-1967 disputa 32 partite segnando 5 gol, emergendo tra i protagonisti del campionato record della compagine genovese. L’anno successivo, sempre con i liguri, Vieri debutta in Serie A disputando 25 partite e segnando 6 reti.
Si mantiene su buoni livelli anche nella terza e ultima stagione in maglia blucerchiata, giocando 27 partite e segnando 5 gol. Attira quindi le attenzioni della Juventus che nell’estate 1969 lo acquista, insieme allo stopper Francesco Morini, nell’ambito di un’operazione che vede dirottati verso Genova il cartellino di Romeo Benetti e un conguaglio economico.
Dopo un’altalenante e alla fine deludente unica stagione in bianconero, in cui mette a referto 21 presenze e 3 reti, nell’annata 1970-1971 passa alla Roma insieme a Luis del Sol e Gianfranco Zigoni, in un maxi scambio che contemporaneamente fa arrivare Fabio Capello, Luciano Spinosi e Fausto Landini a Torino.
Nella stagione 1972-1973 è al Bologna dove non lascerà il segno e nel 1975 c’è la breve parentesi canadese tra le file dei Toronto Metros-Croatia, nella North American Soccer League. Nel gennaio 1977 decide di tentare l’avventura australiana, ai Marconi Stallions di Sydney. Rientra brevemente in Italia nel gennaio 1981 tornando al Prato, in Serie C1, dove gioca 4 partite e segnando un gol, prima di chiudere la carriera nuovamente ai Marconi, nel 1982, giocando ancora 21 incontri con una rete.
Christian Vieri
Christian nasce a Bologna il 12 luglio del 1973, è considerato uno dei più forti e talentuosi attaccanti della storia del calcio italiano e dei primi anni 2000. Durante la sua carriera, Bobo Vieri ha giocato a livello professionistico tra Serie A e Serie B dal 1991 al 2009, con una parentesi di un anno, vincente, all’Atletico Madrid. Con il suo stile di gioco potente e il suo istinto da goleador, Vieri ha lasciato un segno indelebile nel calcio mondiale.
Rientrato dall’Australia, dove è cresciuto per via dell’esperienza del padre, e dopo aver mosso i primi passi con il Prato in Serie C nel 1989, Christian Vieri è stato notato dal Torino entrando a far parte del settore giovanile granata. Emiliano Mondonico lo ha fatto esordire con la prima squadra nel 1991/92 in Coppa Italia, segnando il 2 a 0 al debutto contro la Lazio. Nello stesso anno il primo gol in Serie A in un 4 a 0 tra Torino e Genoa, a 18 anni. La vera storia di Bobo in Serie A inizia poi con l’Atalanta, neopromossa nel 1995, dove ha giocato per due stagioni dopo averlo acquistato dal Torino. Nonostante la giovane età, ha dimostrato il suo potenziale segnando 11 gol in 36 presenze, attirando l’attenzione dei club di alto livello.
Nell’estate 1996, Vieri si è trasferito alla Juventus per 7,3 miliardi di lire, vincendo subito la Serie A, la Coppa Intercontinentale e la Supercoppa Europea. Per lui anche la finale di Champions League, persa contro il Borussia Dortmund nel 1997 e un rapporto con Marcello Lippi non facile all’inizio.
Il trasferimento all’Atletico Madrid, per 34 miliardi di lire, ha segnato l’inizio di una fase importante nella carriera di Vieri perché nell’unica stagione con il club spagnolo, ha mostrato una straordinaria abilità di segnare gol, segnandone 24 gol e conquistando il trofeo Pichichi assegnato al capocannoniere de LaLiga. Il primo e finora unico italiano a riuscirci (come direbbe il suo amico Cassano “Chapeau”).
Nel 1998, Vieri è tornato in Italia alla Lazio che lo pagò 55 miliardi di lire. Durante la sua permanenza con il club romano, ha formato una partnership d’attacco formidabile con Marcelo Salas fino a vincere la Coppa delle Coppe contro il Maiorca nella finale di Birmingham. La sua abilità di segnare gol e la sua forza fisica sono diventate un’importante risorsa per la squadra, che però la stessa estate lo cede per 90 miliardi di lire all’Inter realizzando una netta plusvalenza.
Il periodo trascorso all’Inter è stato senza dubbio il momento di maggior successo nella carriera di Vieri. Ha segnato 103 gol in 143 partite di Serie A, diventando uno dei migliori marcatori del club con un enorme rimpianto per lui e tutti gli appassionati di calcio: l’impossibilità di formare con continuità la coppia d’attacco con Ronaldo, indisponibili a corrente alternata. Sempre in doppia cifra nelle sei stagioni disputate in Serie A con la maglia dell’Inter, nel 2002/03, l’anno del 5 maggio con lo scudetto perso all’ultima giornata contro la sua ex Lazio, Vieri ha concluso il campionato con più reti segnate (24) che presenze (23). In sei stagioni con l’Inter però un solo trofeo: la Coppa Italia 2004/05.
Dopo la sua esperienza all’Inter, Vieri ha giocato per vari club, tra cui il Milan, il Monaco, l’Atalanta e la Fiorentina, prima di annunciare il ritiro dal calcio professionistico nel 2009.
Ha esordito con la nazionale maggiore nel 1997 contro la Moldavia e segnando un gol nel 3 a 0 finale e ha partecipato a due edizioni della Coppa del Mondo (1998 e 2002) di cui, nell’edizione ’98, fu capocannoniere con 5 goal. Partecipò anche all’Europeo del 2004 non lasciando il segno.
Bonus track: Massimiliano Vieri, il fratello di Bobo
La “dinastia” però non finisce qui, infatti il fratello Massimiliano ha seguito le loro stesse orme. Estremamente somigliante a Bobo, è più giovane rispetto a lui di cinque anni, essendo nato nel 1978. Esordisce come calciatore al Prato, prima di approdare in club di maggior prestigio. È stato un tesserato della Juventus, dove però non è mai sceso in campo in partite ufficiali, per poi essere acquistato dall’Ancona.
Successivamente ha militato in diverse altre squadre, seppur non riuscendo ad incidere in maniera decisiva come ha fatto suo fratello maggiore.
Avere un genitore che ti trasmette la passione e, soprattutto, la disciplina verso lo sport è di cruciale importanza. Anche se, la dinastia dei Vieri, fuori dal campo ha fatto sempre parlare di sé, ricorderemo questa per le grandi gesta dentro il campo e per i tanti gol di Bobo Vieri, uno degli attaccanti italiani più forti di sempre.