Una settimana fa, Isaac Haxton ha vinto il suo primo braccialetto WSOP. Può sembrare strano ma tra i suoi 146 in the money conquistati fino a quel momento non c’era ancora un titolo targato World Series Of Poker.
Ci era andato vicino in almeno 5 occasioni con altrettanti tavoli finali ma la vittoria gli era sempre sfuggita. Ha rimediato l’8 giugno di quest’anno quando si è imposto nell’evento #16, il 25.000 High Roller NLH 8-handed. Una vittoria impreziosita non solo dal braccialetto, ma anche dal primo premio incassato: $1.698.215, frutto di un’edizione record per questo tipo di evento che ha registrato ben 301 entries!
“Ike”, questo il suo nick pokeristico, ha superato la concorrenza di un field di primissimo piano. Al tavolo finale si è lasciato alle spalle giocatori quali Darren Elias, Brian Rast (5 titoli WSOP) e il “decatleta” del poker Joao Vieira (2 braccialetti), tutti specialisti di eventi high-roller esattamente come lui.
Più o meno dal 2014, il professionista americano classe 1985 si cimenta quasi esclusivamente nei tornei ad alto buy-in. Ne ha vinti dodici, senza contare i numerosi podi, e questo ha fatto levitare le sue vincite agli attuali 37,5 milioni di dollari accumulati in 16 anni di carriera.
Isaac Haxton è oggi uno dei giocatori più forti in circolazione, meritevole probabilmente della top 10. La sua abilità con le carte è un mix di capacità logiche, deduttive, matematiche e di memoria, costruito già durante l’adolescenza grazie agli scacchi ma ancora di più al gioco di carte collezionabili Magic: The Gathering.
Tutti questi elementi sono alla base della sua più grande skill, ovvero la capacità di leggere la mano dell’avversario: il suo marchio di fabbrica, il suo “kind of magic”.
Un esempio?
L’azione che proponiamo ci porta al debutto di Mike Haxton nel poker di alto, anzi di altissimo livello. Siamo nel 2007 e l’allora 22enne Ike ha solo 4 anni di pratica alle spalle. Il gioco gli è entrato nelle vene nel 2003, grazie alla vittoria di Chris Moneymaker nel Main Event WSOP.
Durante quel periodo Haxton si è cimentato nelle partite di cash game che si giocano al Turning Stone Casino di New York e nel poker online. I risultati sono incoraggianti e il suo bankroll cresce a vista d’occhio, ma di tornei live ha però ancora pochissima esperienza. Nonostante questo, Ike decide di volare alla Bahamas per giocare il $8.000 WPT Championship Event, torneo che in futuro verrà ribrandizzato PCA.
E’ il 13 gennaio 2007 quando Isaac Haxton si siede al tavolo finale del torneo. Un tavolo composto da 9 giocatori statunitensi, tra i quali spiccano Robert Mizrachi, il fratello del 3 volte vincitore del Poker Players Championship alle WSOP, e Jonathan Little. Il giovane Haxton li supera entrambi fino all’heads-up per il titolo, dove trova Ryan Daut. Ed è qui che Ike fa la sua magia.
I bui sono 100k/200k ante 20k quando Daut limpa da SB con 7♣5♠. Haxton, che ha 3♦2♦, non rilancia. Scende il flop: Q♥4♥A♣. Il debuttante fa check e poi chiama le 300mila chips messe in mezzo da Daut.
L’azione passa al turn, un K♦: check-check.
L’ultima carta è una Q♣. Adesso Ike esce puntando 700.000. Ryan Daut risponde dopo qualche secondo con un rilancio a 2 milioni. A questo punto Isaac Haxton va in the think tank per circa un minuto durante il quale abbassa lo sguardo, appoggia la testa sul tavolo e alla fine annuncia: “reraise all-in” per altri 6.125.000.
Daut fa un sorriso e molto rapidamente folda. Il sorriso diventa una smorfia quando Haxton lancia in mezzo al tavolo le sue hole cards per mostrare il grandissimo bluff.
Alla fine sarà Daut a vincere, anche grazie a uno stack di partenza superiore. Per Haxton ci saranno invece 861mila dollari di secondo premio e soprattutto l’inizio di una carriera sfavillante.
Storia del poker da rivedere!
Immagine di testa: Isaac Haxton (credits PokerNews)