Il circuito di Montréal, intitolato a Gilles Villeneuve, pilota canadese scomparso nel Gran Premio del Belgio 1982 a seguito di un incidente, è un tracciato cittadino semipermanente che sorge nel Parc Jean-Drapeau sull’isola artificiale di Notre-Dame, voluta e costruita in occasione dell’Expo del 1976, nell’estuario del fiume San Lorenzo.
Un po’ di storia
Il tracciato ospitò il primo Gran Premio di F1 nel lontano 1978, dove vinse la leggenda locale Villeneuve, a cui il circuito sarebbe stato intitolato poche settimane dopo la sua morte. Non solo il GP è stato protagonista in questo circuito nel corso degli anni, ma anche la formula americana Champ Car e il campionato NASCAR.
Durante la sua storia il tracciato non ha subito molte modifiche in virtù del fatto che non presenta curvoni veloci, ma una serie di “S” alternate da tratti rettilinei. Per questo viene considerato un tracciato “stop and go”, molto duro per i freni e sotto il profilo del consumo di carburante.
Tre sono stati gli incidenti più rilevanti da segnalare nel corso degli anni. Nel 1980, la prima curva dopo la partenza vide un incidente multiplo, innescato da un contatto fra Alan Jones e Nelson Piquet, che coinvolse molte vetture, bloccando la gara. Nel 1982 Didier Pironi, in pole position con la Ferrari, rimase fermo sulla griglia al momento del via: venne tamponato dalla Osella di Riccardo Paletti, che nell’incidente perse la vita. Nel 1997, il terzo scontro, Olivier Panis ebbe un incidente con la sua Prost, riportando la frattura di entrambe le gambe.
La gara canadese non si corse nel 1987 per motivi economici, e gli organizzatori ne approfittarono per rinnovare il tracciato. Nonostante un continuo lavoro per la ricerca di maggior sicurezza, la natura semipermanente del circuito ne limita fortemente lo sviluppo: i muretti sono quasi una soluzione obbligata, non essendo possibile quasi in nessun punto allargare gli spazi di fuga. Di conseguenza, anche qualora non si verifichino incidenti seri, è molto facile che la gara sia neutralizzata dall’intervento della Safety Car, in quanto anche la semplice rimozione di una vettura incidentata può presentare problemi logistici non indifferenti.
Nel GP di F1 del 2001, è andato in scena il dominio dei fratelli Schumacher: primo Ralf, secondo Michael, mentre il 2011 ha visto l’incredibile vittoria di Jenson Button al termine di una corsa martoriata dalla pioggia, nella quale sono trascorse oltre quattro ore tra il via e la bandiera a scacchi (un record unico nella categoria). Nel campionato 2009 il circuito di Montréal non era nella lista del calendario, ma è stato nuovamente inserito dalla stagione 2010.
Record del circuito
Nel GP di F1 del 2019 sono stati riscritti i record per quanto riguarda il giro veloce, in quanto Sebastian Vettel (Ferrari) detiene quello in prova, con 1:10.240, mentre Bottas il nuovo giro veloce in gara in 1:13.078.
A contendersi il ruolo del più vittorioso sul circuito canadese sono Michael Schumacher e Lewis Hamilton: entrambi hanno vinto sette volte, segnando sei pole position, ma il tedesco resta attualmente davanti in questa speciale classifica per aver anche conquistato 4 giri più veloci e 12 podi.
La Ferrari comanda la classifica dei costruttori più vincenti a Montréal con 11 vittorie, due in più della McLaren. Tra le curiosità legate a Montréal, ci sono l’unico trionfo in carriera in F1 di Jean Alesi (Ferrari, 1995) e il primo di Thierry Boutsen (1989), Lewis Hamilton (2007), Robert Kubica (2008) e Daniel Ricciardo (2014).
Caratteristiche del tracciato
Il Circuito Gilles Villeneuve di Montreal è lungo 4,361 km. Le 14 curve del tracciato comprendono sei curve a sinistra e otto a destra e la maggior parte di esse si trova in un intervallo di velocità simile. Caratterizzato da cinque chicane (curve 1/2, 3/4, 6/7, 8/9 e 13/14) che si presentano come un doppio cambio di direzione, esse richiedono una buona reattività della vettura.
La pit lane di 405 metri si colloca all’ottavo posto in termini di lunghezza rispetto a tutti i circuiti su cui corre la Formula 1, tuttavia, il tempo speso durante un pit stop non è particolarmente elevato, poiché ai piloti viene risparmiata l’ultima chicane, entrando invece direttamente nella corsia dei box. Inoltre, l’uscita è in curva due, quindi i piloti evitano di dover affrontare anche la prima.
Anche se la superficie della pista a Montreal è piuttosto liscia, il degrado degli pneumatici è tradizionalmente elevato. In combinazione con le caratteristiche della pista, di natura stop-go, sono elevate le possibilità di sorpasso, e generalmente assistiamo a delle gare divertenti.
Nelle ultime cinque edizioni del Gran Premio del Canada, la Safety Car è uscita tre volte. Sebbene non particolarmente diffusi, a causa della vicinanza dei muri e della scarsa area di fuga, anche incidenti relativamente minori possono rappresentare una minaccia per il dispiegamento della vettura di sicurezza.