Da pochi giorni, precisamente dal 2 giugno, le pokeroom dei casinò Horseshoe (ex Bally’s) e Paris di Las Vegas si sono riempite di giocatori. Il catalizzatore è rappresentato naturalmente dalle World Series Of Poker 2023 che quest’anno festeggiano la 54ma edizione con 95 tornei, tra i quali ci sono alcune novità interessanti, e un mese e mezzo di spettacolo ai tavoli.
Il protagonista di ogni edizione è sempre il field: un mix di giocatori, dagli occasionali agli habitué della Sin City americana passando per i pro. E di ogni nazionalità, anche se gli statunitensi sono sempre in netta maggioranza.
A proposito di nazioni, per ora in sala si è vista poca l’Italia. L’unico “azzurro” che ha fatto capolino in un chipcount è Dario Sammartino, impegnato nell’evento #12, il $5.000 Freezout NLH 8-handed. MadGenius è attualmente 147° su 148 left, quando il torneo paga i primi 111. Purtroppo non c’è molto altro che riguardi il Belpaese ma questo non significa che le prime 4 giornate di WSOP 2023 siano prive di storie da raccontare.
Evento #2 $25k High Roller 6-handed NLH
Il primo HR delle WSOP 2023 ha regalato anche la prima sorpresa. A vincerlo è stato infatti Alexandre Vuilleumier, un nome relativamente nuovo sul palcoscenico del grande poker. Lo svizzero ha superato la concorrenza di 206 entries per un primo premio da 1,2 milioni di dollari. Al tavolo finale si è lasciato alle spalle pro del calibro di Sean Winter (3°) e di Chance Kornuth, tre volte vincitore di un braccialetto WSOP, battuto in heads-up.
Vuilleumier ha iniziato la sua scalata nel poker professionistico di alto livello solo nel 2022, quando ha chiuso al terzo posto nel Main Event dell’EPT di Londra, per £296k di payout. Circa tre mesi più tardi si è aggiudicato un 6-handed NLH da 10.000 dollari di buy-in alla PCA, incassando altri $237.700. E adesso c’è il braccialetto WSOP che porta il totale delle vincite realizzate in meno di un anno a quota 1,8 milioni di dollari.
Senza dubbio il player elvetico sta vivendo un momento di grazia o di “run”, come si dice in gergo. E tuttavia non può essere considerato un debuttante assoluto poiché in 5 anni (dal 2018 ad oggi e quindi compreso l’annus horribilis del poker, cioè il 2020) ha realizzato 38 in the money: 8 alle WSOP, 1 alle WSOPE e 3 all’EPT, per oltre 2,1 milioni di dollari incassati complessivamente.
Le skills pokeristiche ci sono, supportate da un solito background negli scacchi: oltre vent’anni di competizioni e il titolo di Maestro Internazionale in tasca. Vuilleumier è convinto della vicinanza tra i due giochi.
“Ci sono molte somiglianze“, ha dichiaro subito dopo la vittoria. “Una delle cose più importanti che si possono imparare giocando a scacchi è la capacità di mantenere la concentrazione a lungo. E poi si impara a ragionare a ritroso, cioè a ricostruire il gioco. La stessa procedura avviene nel poker quando ad esempio ci si chiede: cosa ha fatto il mio avversario preflop o cosa significa adesso la sua azione al turn? Questa ginnastica mentale è certamente molto simile a quanto accade negli scacchi“.
Evento #5 $1.500 Dealer’s Choice 6-handed
Folla di nomi noti tra le 456 entries in questo torneo che strizza l’occhio ai variantisti. Una rapida carrellata comprende Phil Hellmuth (21°), Daniel Negreanu, Erik Seidel, Jeff Lisandro (12°), Mike Matusow, Dutch Boyd (ve lo ricordate al final table del ME 2003 insieme a Moneymaker?), Dzmitry Urbanovic (46°), Ignacio Barbero (14°), Robert Mizrachi. Alla fine si è imposto Chad Eveslage, davanti a Andrew Kelsall, per 131.800 dollari. Si tratta del secondo braccialetto per l’eclettico giocatore amaricano (vanta ITM e tavoli finali alle WSOP in almeno 4 tipologie di poker diverse) dopo quello vinto nel 2022 con l’evento $25k 6-handed high roller.
Evento #8 $25.000 Heads-up NLH Championship
Nel torneo probabilmente più spettacolare e atteso di questi primi quattro giorni, Doug Polk ha fallito l’operazione quinto braccialetto. L’americano ($313k di premio) si è arreso al canadese Chanracy Khun ($507k), un giocatore di buon livello ma con un record imparagonabile a quello del famoso top player.
I due si sono trovati uno di fronte all’altro dopo aver battuto 5 avversari ciascuno, su un field di 64 partecipanti. Polk ha eliminato Shunta Someya nel primo turno, Thomas Eychenne nel secondo, Reiji Kono (ottavi), Roberto Perez (quarti, a premio) e Chris Brewer (semifinale).
Khun si è invece sbarazzato di Marko Grujic, Alexandre Vuilleumier (fresco del titolo vinto nell’evento #2), Gabor Szabo (ottavi), Landon Tice (quarti) e Sean Winter (semifinale). A completare il quadro dei premiati, ci sono Anthony Zinno ed Eric Wasserson, entrambi out ai quarti.
Nonostante tutte le odds fossero a favore di Polk, comprese quelle legate ad uno starting stack superiore, Khun è riuscito a ribaltare il pronostico. La svolta è arrivata al livello 80k/160k, quando entrambi i giocatori hanno scelto di non rilanciare preflop. Sulle prime tre carte del board, 6♦5♣3♥, Polk ha fatto check con Q♦4♦ in mano e ha poi chiamato le 160mila chips puntate dal suo avversario. Al turn è sceso un K♣. Questa volta il pro statunitense è andato in check-raise per 900.000 gettoni dopo la bet 250mila di Khun. Il call del canadese ha fatto arrivare l’ultima carta: un 9♥ sul quale Polk è andato direttamente all-in, ma Khun ci ha pensato poco prima di smascherare il bluff con un grande call! Grazie a questa giocata, Khun si è portato in vantaggio nel chipcpunt 3:1 e in meno di un quarto d’ora ha chiuso la sfida.
Evento #9 $1.500 Seven Card Stud
Braccialetto solo sfiorato per Shaun Deeb (3°) che ne vanta già 5 e John Monnette (2°) che in bacheca ne ha 4. Vince il quasi sconosciuto player a stelle strisce Hojeong Lee ($46,9k).
Immagine di testa credits PokerNews