Tutto si riduce a una decisione. A una serie di parole messe in fila per capire, capirsi, delineare da qui il futuro. Quale? Quello della Juventus, di riflesso quello di Massimiliano Allegri. I bianconeri sono a un bivio: confermare le scelte del passato, pur davanti a un fallimento dipeso da mille e più fattori, oppure voltare le spalle definitivamente a quanto accaduto e resettare. Riscrivere da zero una storia che dovrà necessariamente essere gloriosa, o comunque avvicinarsi. Più di quanto accaduto nelle ultime due annate.
Alla Continassa si lavora pertanto senza sosta. Con la chiusura della stagione, Allegri e la società si prenderanno come sempre il proprio tempo. Non tanto: giusto quello necessario per l’ultima riflessione, dopo settimane non cui pare non si sia fatto altro. Nelle segrete stanze della sede juventina, si vedranno tutti: da Max a Francesco Calvo (CFO), fino al direttore sportivo Cherubini e l’amministratore delegato Maurizio Scanavino.
L’attesa per il vertice
Sarà un vertice al quale Allegri spera di arrivare da qualificato alla Champions “sul campo”, ossia ancora dentro il perimetro delle quattro posizioni – per farlo deve vincere con l’Udinese – e possibilmente facendo meglio della stagione precedente (quand’è arrivato proprio quarto, con largo anticipo). La Juve sa benissimo di dover ricostruire e di doverlo fare senza una base economica enorme. Deve però garantirsi una via sportiva di successo se vuole tornare al top quanto prima. Senza patemi. E senza preoccupazioni.
Il vertice vedrà contrapposte due posizioni forti, che in questo momento prevalgono. Da un lato c’è naturalmente Allegri, che difende il suo gruppo di lavoro e – anzi – vuole continuare l’opera di ringiovanimento della rosa e rinverdimento generale della squadra; dall’altro c’è l’esigenza di tornare a coniugare i risultati sportivi con quelli aziendali. Di non perdere più terreno. E magari la voglia, legittima, di qualcosa di nuovo: il fronte è guidato da Francesco Calvo, l’uomo che ha strappato il sì di Cristiano Giuntoli. De Laurentiis permettendo, l’attuale ds del Napoli sarà il nuovo direttore sportivo della Juventus.
La posizione della Juventus
Già, ma qual è la posizione della Juventus su Massimiliano Allegri? Mettiamola così: se non pesasse così tanto il contratto, Allegri probabilmente sarebbe stato salutato da un pezzo. O comunque accompagnato più velocemente all’uscita. La Juve non può permettersi di spendere “a vuoto” una cifra come 42 milioni di euro (cifra totale per dire addio ora a tecnico e staff): per quanto le discussioni legate al carattere sportivo debbano e siano comunque determinanti, l’aspetto economico non è secondario. Non più.
C’è inoltre la questione John Elkann: sarà l’Ingegnere, capo Exor e dunque del club, a decidere le sorti della prossima guida tecnica. Il suo rapporto con Allegri è ottimo, saldo, rinsaldato ulteriormente dai contatti avuti dalle parti. Nelle ultime settimane, Elkann ha mostrato vicinanza all’allenatore, ringraziandolo di aver portato la squadra comunque avanti nella bufera. Ed è su questa tempesta, sul suo esser stato marinaio in acque agitatissime, che Allegri dovrà puntare per tenersi il posto di tecnico bianconero.
La posizione di Allegri
Tra le cose che pesano sulla valutazione di Max, in effetti, c’è proprio la capacità di aver compattato il gruppo e di aver messo in moto una macchina comunque con una direzione, pronta a perseguire un obiettivo nel buio totale, pesto, dei dubbi relativi alla penalizzazione. Penalizzazione che la Juventus ha affrontato. E poi riaffrontato. Sempre tenendosi a galla, fino all’Europa League e alle disfatte successive, quando Allegri non poteva più far nulla.
Certo: i fallimenti restano evidenti. Max dice d’aver sbagliato in Champions League, tra campionato, Coppa Italia ed Europa League per lui non si poteva forse fare di più. E se non lo si è fatto, è perché “il calcio l’ha inventato il diavolo”. Dalla sua, la gestione dei giovani: sono cresciuti tutti, o quasi. Miretti meno di Fagioli, Iling è una gemma, Soulé da capire. Poi gli infortuni: Chiesa e Pogba, la storia sarà diversa. Con Vlahovic, ahilui, nessun click.
Quali sono le strade del dopo Allegri?
Le strade del dopo Allegri sono definite e finite, non come quelle di qualcuno più in alto. La Juventus però parte da una certezza, nel caso in cui il casting dovesse essere accelerato: si ripartirà da un profilo giovane, rampante, affamato. Tradotto: niente Conte, ancor meno Zidane. Si andrà anche con una mezza scommessa, e il nome principale è suddiviso tra una vecchia bandiera – Tudor, che ha lasciato il Marsiglia – e un vecchio avversario, ossia Thiago Motta, ora al Bologna.
Si era parlato di Palladino (rinnoverà con il Monza), si è fatto il nome di Dionisi (potrebbe lasciare Sassuolo?), mentre De Zerbi è al limite dell’impossibile. Italiano? Piace tantissimo al Napoli, che ha sondato Nagelsmann e si è ritrovato il ‘no’ di Luis Enrique. La Juve ci pensa da un po’ all’allenatore ora in viola: con Vlahovic, sì, lui aveva proprio fatto click.