Uno Scudetto che mancava da 33 anni, senza la ciliegina sulla torta.
Napoli, ancora inebriata dal terzo tricolore della sua storia, è andata a dormire domenica sera con un bel mattone sullo stomaco: il presidente De Laurentiis ha confermato il “divorzio” consensuale con Luciano Spalletti: l’artefice del trionfo partenopeo.
Ha bisogno di una pausa il tecnico di Certaldo, il quale in realtà non ha gradito le modalità di rinnovo da parte del numero 1 della società e forse ha capito che con la partenza del DS Giuntoli il suo ciclo alle pendici del Vesuvio ha raggiunto il capolinea.
Napoli attende di conoscere il nuovo allenatore e il presidente degli Azzurri ha promesso che nel giro di pochi giorni svelerà il nuovo timoniere dei freschi Campioni di Italia.
Una lista bella fitta, quella dei candidati, ma con un paio di elementi che sembrano davvero poter avere l’identikit per allenare in una piazza come Napoli e disporre del giusto carattere per sopportare anche le critiche di un Presidente che non ha certo remore ad esporre il proprio pensiero.
Vediamo nel dettaglio chi sono i possibili allenatori e le loro percentuali.
Vincenzo Italiano: un bel 40% per l’allenatore della Fiorentina
Da due anni alla guida della Fiorentina, Vincenzo Italiano ha rivitalizzato un club che nelle ultime stagioni si era abituato a vivacchiare nelle zone medio-basse della classifica.
Al netto della partenza di Vlahovic a stagione in corso, l’ex tecnico dello Spezia ha portato lo scorso anno la formazione gigliata in semifinale di Coppa Italia e al settimo posto in campionato, con il ritorno nelle Coppe Europee a distanza di 6 anni dall’ultima volta.
Nella stagione in corso, la squadra ha avuto qualche problema in più in campionato, mentre fra Coppa Italia e Conference League i toscani hanno raggiunto entrambe le finali. Persa all’Olimpico quella con l’Inter per la coppa nazionale, i viola attendono la finale continentale di Praga: senza dimenticare che la Fiorentina punta all’ottavo posto in Serie A che potrebbe aprire scenari europei in caso di esclusione dalle coppe della Juventus.
Insomma Vincenzo Italiano ha fatto un piccolo miracolo e la squadra toscana ha mostrato spesso un calcio moderno, divertente e a tratti spettacolari. Forse un pò troppo sbarazzina in difesa, ma vanno visti anche gli interpreti a disposizione. E il profilo di Vincenzo Italiano collima bene con il nuovo corso del Napoli.
Gli Azzurri dovranno difendere il titolo vinto e l’attuale allenatore viola ha le qualità per guidare questo gruppo, con idee calcistiche e tattiche che piacciono a De Laurentis. Non solo, ma a Firenze, lo stesso Italiano si è dimostrato un perfetto aziendalista, allor quando Commisso a metà campionato cede Vlahovic alla Juventus e la squadra resta senza il suo bomber.
In quel determinato momento, Italiano invece di protestare con la società si è immerso nel lavoro con il gruppo per sopperire alla partenza del serbo e trovare nuove soluzioni, in attesa dell’ambientamento di Cabral. E il tempo, insieme ai risultati, hanno dato ragione al mister dei gigliati.
Un “Signor Sì” che potrebbe non cozzare con il carattere fumantino di De Laurentiis: al momento è Italiano il candidato principale per la panchina dei Campioni di Italia.
Luis Enrique: 11 anni dopo in Italia, al 30%
La prima volta sulla panchina della Roma non è andata bene tra Luis Enrique e la Serie A. 11 anni dopo potrebbe essere diverso. In questo lasso di tempo l’allenatore iberico ha vinto tutto sulla panchina del Barcellona e ha fatto sognare a lungo la nazionale spagnola, fino al non esaltante mondiale dello scorso inverno.
Il richiamo della panchina, per l’ex giocatore di Barcellona e Real Madrid, è forte. Da una parte Luis Enrique appare attratto dalle sirene della Premier League e dall’altra c’è la soluzione Napoli che non dispiace molto all’ex CT delle Furie Rosse. In fondo Napoli e Barcellona si assomigliano molto nello stile di vita.
De Laurentiis ha provato a gettare acqua sul fuoco asserendo che Luis Enrique abbia ormai deciso di andare in Premier: contratti più alti e campionato sicuramente più importante della nostra Serie A. Nonostante un fondo di verità nelle parole del numero 1 azzurro, il tecnico iberico è sempre a metà strada tra Inghilterra e Italia.
Ovviamente il gioco di Enrique richiede anche qualche altro innesto: da una parte per rispondere alle esigenze tattiche del neo allenatore e dall’altra per alzare ancor di più la qualità di un gruppo che ha fatto del campionato un sol boccone. Per il momento, lo spagnolo è dietro solo a Italiano nelle preferenze partenopee e il sorpasso non è da escludere.
Rafa Benitez: un professore alla guida del Napoli al 15%
8 anni dopo l’addio al Napoli, le strade degli azzurri e di Rafa Benitez potrebbero riabbracciarsi. L’ex allenatore di Liverpool e Inter fra le altre, troverebbe una squadra completamente diversa da quella lasciata nelle mani di Maurizio Sarri a maggio del 2015.
Un Napoli cresciuto in tutti i reparti fino a prendersi un meritato Scudetto. Ma di fatto, i rapporti tra l’ex Professore di Educazione Fisica e la società azzurra non sono mai cessati. Per questo motivo ci sono diversi indizi che fanno pensare ad una storia bis in riva a Mare Chiaro tra il buon Rafa e i Campioni di Italia.
Benitez dopo l’esperienza napoletana è stato una sorta di meteora sulla panchina del Real, prima dell’avvento di Zidane, con tre stagioni in chiaro scuro alla guida del Newcastle che aveva una proprietà meno ricca di quella di oggi. Due stagioni in Cina con il Dalian Yifang e nella stagione 2021-2022 ha guidato con alterne fortune l’Everton.
Diciamo che lo spagnolo non è un nome che scalda l’ambiente: anzi ha fatto venire parecchie perplessità ai tifosi. Aggiungiamoci che il suo calcio, cozzerebbe in parte con l’idea di gioco sviluppata in questi mesi dalla squadra. Insomma parecchi dubbi, ma piace al Presidente e dunque è un punto a favore di Benitez.
Sergio Conceicao: da Oporto a Napoli, al 10%
Sergio Conceicao, dopo una bella carriera da giocatore in Italia, ha intrapreso con ottimi risultati il percorso da allenatore. Al Porto hanno dato fiducia estrema all’ex esterno destro di Lazio, Inter e Parma: dal 2017 sono arrivati tanti trofei a livello nazionale, con una crescita esponenziale a livello continentale.
Su tutti spicca l’eliminazione ai danni della Juventus e il quarto di finale raggiunto: il cammino più lungo per i Dragoni in Champions, dal trionfo del 2004 con Mourinho in panchina. Allenatore solido Conceicao che trasmette anche alla squadra questa solidità. Non proprio spettacolare da vedere il suo Porto, ma anche in questo caso bisogna fare i conti con quello che passa il convento.
A Napoli troverebbe una rosa diversa, alcuni campioni affermati e un gruppo che può ancora dare tanto. Per la serie A la base è a dir poco ottima e con un pizzico di coraggio tattico in più, anche l’attuale allenatore del Porto (in scadenza nel 2024, ndr) potrebbe fare il tanto atteso salto di qualità.
Lontano nelle percentuali da Italiano e Luis Enrique, ma più vicino di quello che si possa pensare alla panchina Azzurra.
Gli altri: tanti nomi e un misero 5%
Dicevamo di una fitta lista di candidati alla guida del Napoli. In effetti i nomi abbandono, ma le possibilità reali di vederli allenare i Campioni di Italia sono davvero poche.
Gasperini potrebbe essere il più fattibile di questo mini-plotone, ma a Bergamo vogliono proseguire con il suo Luna Park. Thiago Motta è il nome a sorpresa, per un tecnico che ha ben fatto a Bologna. Senza dimenticare Palladino del Monza: ma qui, prima di tutto, andrebbero convinti Berlusconi e Galliani.
Poi c’è l’affascinante idea che porta a José Mourinho. Il portoghese potrebbe essere ai saluti con la Roma, ma nel futuro dello Special sembra che si parli francese e in particolar modo parigino. Il PSG lo avrebbe convinto.
Infine ci sono quei nomi messi un po’ a caso dalla stampa che servono anche a romanzare queste ore di attesa: da Paulo Sousa (sarebbe un tradimento sportivo duro da digerire per Salerno) a De Zerbi che fa faville in terra inglese e non crediamo senta nostalgia del campionato italiano, passando per l’attuale CT dell’Italia Mancini e fino ad arrivare ai vari e quasi impossibili Klopp, Nagelsmann e Conte.
Anche il Fantallenatori reclama i suoi 15 minuti di notorietà.