Il 31 maggio, contro il Siviglia, Mourinho disputerà con la Roma la sua nona finale internazionale. Lo Special One ha sempre avuto un debole per le finali europee: la prima fu con il Porto nel lontano 2003, in Coppa Uefa, a cui hanno fatto seguito quelle di Champions e di Supercoppa, nonché la prima storica finale di Conference League, fino ad arrivare a Budapest, alla finale di Europa League 2022/23.
Il tecnico portoghese in carriera ha vinto due Champions League, una Europa League, una Coppa UEFA e una Conference League. Che sia dunque un allenatore vincente è fuori discussione e, dopo aver raggiunto la finale di Conference League della scorsa stagione, ottenendo il riconoscimento di unico allenatore della storia del calcio ad aver raggiunto almeno una volta la finale di tutte le competizioni Uefa per club, quest’anno, grazie al successo contro il Leverkusen, lo Special One ha raggiunto il quarto posto tra gli allenatori con più finali europee di sempre, preceduto solamente da Guardiola (10), Ferguson (12) e Ancelotti (14).
Le finali perse da Mourinho rimangono tutte in Supercoppa Europea, trofeo che non è mai riuscito a portare a casa malgrado i suoi tre tentativi con tre squadre diverse.
La Coppa Uefa del 2003 con il Porto
La prima finale europea, che coincide con il primo successo internazionale, arriva nel 2003 giocandosi quella che oggi chiamiamo Europa League ma che allora era denominata Coppa Uefa.
Il suo Porto, composto da Deco, Ricardo Carvalho e Maniche su tutti, supera il Celtic a Siviglia dopo i tempi supplementari, in un incontro ricco di gol ed emozioni. Infatti, il risultato finale recita 3 a 2 per i ragazzi allenati da Josè e l’eroe della partita fu Derlei che al 115′ segnò il Silver Goal che regalò la coppa ai portoghesi.
Con la vittoria della Coppa Uefa, Mourinho, con il Porto, ebbe la possibilità di giocarsi la finale della Supercoppa Europea (trofeo conteso tra la vincente dell’Europa League e Champions League) contro il Milan di Carlo Ancelotti. La ventinovesima edizione della Supercoppa prese la strada di Milano grazie ad un goal di testa di Shevchenko, su una pennellata perfetta di Rui Costa, fissando il risultato finale sull’1 a 0 e sancendo la prima sconfitta europea dell’allenatore portoghese.
Il miracolo Champions del 2004 sempre con il Porto
La disfatta di inizio stagione probabilmente diede la carica al gruppo di Josè, che nella stagione successiva alla vittoria della Coppa Uefa, raggiunse nuovamente la finale, ma questa volta in Champions League, dove la sua squadra trovò un’altra outsider, il Monaco. Mourinho e i suoi arrivarono a questo appuntamento superando il Manchester United, Lione e Deportivo nelle fasi a eliminazione diretta, e nella finale di Gelsenkirchen batté con un netto 3-0 il Monaco.
Il centrocampista brasiliano Carlos Alberto sbloccò il risultato alla fine del primo tempo con un tiro al volo, poi a 20 minuti dalla fine Deco realizzò il gol del raddoppio. Quattro minuti dopo Alenichev segnò la rete che chiuse la partita, portando la coppa dalle grandi orecchie in terra porteghese.
L’apoteosi del Triplete con l’Inter 2010
Dopo tre anni al Chelsea trascorsi dopo l’addio al Porto, Mourinho assume la guida tecnica dell’Inter nel 2008, portando i nerazzurri nella sua seconda stagione a Milano alla loro prima finale nella massima competizione continentale dopo l’ultima apparizione risalente al 1972.
Nella finale all’Estadio Santiago Bernabéu la sua Inter affronta una big del calcio mondiale: il Bayern Monaco. I nerazzurri passano in vantaggio dopo 35 minuti con un goal di Diego Milito dopo una splendida verticalizzazione di Wesley Sneijder. Lo stesso Milito nella ripresa segna il raddoppio con un tiro a giro da dentro l’area di rigore che supera Butt e regala una storica vittoria all’Inter, che diventa il sesto club a vincere il triplete (campionato, coppa nazionale e coppa europea). Per il tecnico portoghese è la seconda Champions League con due squadre diverse ed il primo triplete in carriera.
Tre anni dopo la vittoria sul Bayern, nel 2013, sono proprio i bavaresi a dare il secondo dispiacere internazionale a José Mourinho nella finale di Supercoppa europea: il Chelsea allenato dal portoghese perde ai rigori 5 a 4. A Torres risponde Ribery, a Hazard risponde Martinez fissando il risultato sul 2 a 2 dopo i tempi supplementari. L’errore decisivo dagli undici metri fu di Romelu Lukaku.
L’Europa League alla guida dello United nel 2017
Nel 2017 lo Special One arriva alla finale di Europa League con i Reds Devils. In Svezia affrontarono gli olandesi dell’Ajax battendoli senza difficoltà. Il centrocampista francese, Paul Pogba, sblocca il risultato con un tiro da fuori area che spiazza il portiere dell’Ajax, André Onana, dopo una deviazione decisiva.
Pochi minuti dopo l’intervallo, il centrocampista armeno Henrikh Mkhitaryan raddoppia con una splendida conclusione acrobatica dopo una rimessa laterale di Chris Smalling.
Lo United vince la competizione per la prima volta nella storia del club e Mou colleziona un altro prestigioso trofeo per la sua bacheca.
Alla Philip II Arena di Skopje (Macedonia) va in scena poi la finale di Supercoppa Europea tra Real Madrid e Manchester United. Per Josè è la sua terza occasione per riempire quello spazio vuoto in bacheca, e nonostante una gara equilibrata fino alla fine non riesce a portare a casa il risultato perdendo 2 a 1 contro gli uomini di Zidane.
L’ultima coppa con la Conference del 2022
La sua ultima finale disputata è quella della prima edizione di Europa Conference League, che vede Mourinho in lacrime al triplice fischio finale, e la sua Roma vincere il suo primo trofeo europeo dalla Coppa delle Fiere del 1961.
Contro il Feyenoord, il centrocampista Nicolò Zaniolo segna l’1-0 poco dopo la mezz’ora, controllando la bella palla lunga di Gianluca Mancini e superando il portiere del Feyenoord, Justin Bijlow. La Roma nella ripresa si difende con ordine bloccando tutti i tentativi del Feyenoord mantenendo il risultato fino alla fine. Mou a Tirana è diventato anche l’unico allenatore ad aver vinto Champions, Europa ed Conference League.
La finale del prossimo 31 maggio rappresenta per Mourinho non solo la sua nona apparizione nelle partite più importanti delle competizioni UEFA, ma anche la possibilità di tornare a giocarsi quel trofeo che gli è sempre sfuggito nella sua carriera.