Con la vittoria di Primoz Roglic si è conclusa l’edizione 2023 del Giro d’Italia, una corsa che forse avrebbe potuto regalare più emozioni, specie nelle prime due settimane, ma che si è riscattata con un finale epico nella crono di Monte Lussari.
Diamo dunque i nostri voti ai protagonisti di questo Giro.
10 – Primoz Roglic
Lo sloveno si è tolto una gigantesca scimmia dalla spalla con questo successo. Rischiava un epilogo in stile La Planche de belles filles 2020, quando perse un Tour già vinto, ma sulle rampe di Monte Lussari ha costruito un trionfo meritato. A parte un mini-calo nella tappa di Monte Bondone ha sempre dimostrato di essere sul pezzo.
9 – Geraint Thomas
Poteva diventare il vincitore più anziano nella storia del Giro d’Italia, ma si è liquefatto nell’ultima crono, dove non ha dimostrato sufficiente freddezza. Certo, essere arrivato a un passo dal successo rende merito a questo campione di regolarità, corridore completissimo e che forse se avesse avuto Gheoghegan Hart fino alla fine avrebbe potuto giocare meglio le sue carte.
8 – Thibaut Pinot
All’ultima stagione da professionista porta a casa la maglia azzurra di re della montagna. Due volte secondo, ma il quinto posto nella classifica generale è un signor piazzamento. Meno pressioni in Italia che in Francia, questo è sicuro.
8 – Andreas Leknessund e Bruno Armirail
A braccetto questi due “carneadi”, più Armirail che Leknessund a dire il vero, che hanno avuto i loro giorni di gloria indossando la maglia rosa. Se il norvegese sembra destinato a rimanere nell’élite, il francese potrà raccontare ai nipotini di quei due giorni da leader dopo la “fuga bidone” verso Cassano Magnago.
7 – Joao Almeida
Primo podio in una grande corsa a tappe per il portoghese, straordinario faticatore, mai domo, ma che forse spende troppe energie psicofisiche per stare dietro ai migliori. In una UAE che ha Pogacar come capitano e stella assoluta, Joao deve capire cosa fare da grande.
7 – Jonathan Milan
Bella rivelazione di questo Giro d’Italia, lo sprinter friulano, vincitore della maglia ciclamino. Deve sgrezzare un po’ il suo stile, ma in ottica futuro può senz’altro affermarsi.
7 – Ben Healy
Autore della vittoria di tappa più “old style” del Giro d’Italia 2023, quella di Fossombrone attaccando da solo ai meno 50, l’irlandese col suo fisico minuto e la sua perenne voglia di attaccare ha fatto divertire molti tifosi.
6 – Damiano Caruso
Di stima, un quarto posto di fatto senza farsi mai notare, ma stando abbastanza sulle sue. Non si può chiedere al siciliano molto di più, del resto. Unico corridore italiano al momento spendibile nelle grandi corse a tappe, e questo sì che è triste…
5 – Remco Evenepoel
La gestione della sua positività al Covid e il conseguente ritiro hanno suscitato molte polemiche. Certo, lasciare il Giro d’Italia così, con la maglia rosa sulle spalle e dopo aver vinto la cronometro di Cesena è stata una decisione che dal punto di vista dell’immagine ha lasciato molti sbigottiti.
4 – Lorenzo Fortunato
Grossa delusione, il ragazzo dell’Eolo-Kometa, che sembra aver perso il colpo di pedale dei giorni migliori, di quando aveva vinto sullo Zoncolan nel 2021, per dire. Il tempo stringe per capire se diventare uomo da classifica generale o meno.
Voto 6- al Giro 2023
Dal punto di vista dei paesaggi niente da dire. Certo, rispetto al Tour de France siamo sempre lì: è evidente ormai che al Giro d’Italia non vadano per ora i super big internazionali, e forse anche per questo motivo per le prime due settimane la corsa è stata un po’ a bagnomaria, con tappe tutte simili e pochi attacchi da parte dei favoriti.
Il finale spettacolare di Monte Lussari, con una cronoscalata inedita dove comunque i primi cinque sono stati i migliori della generale, ha ridato colore un po’ a tutto. Di sicuro il maltempo ha giocato un ruolo fondamentale.