Non è facile confrontare le fasi offensive di Milan e Inter. Le due squadre di Milano, infatti, prossime avversarie in semifinale di Champions League, non solo giocano in maniera opposta ma hanno cambiato più di una volta in stagione il proprio modo di attaccare.
Più coerente l’Inter di Inzaghi, comunque, che è in netta ripresa in fase offensiva dopo un periodo difficilissimo vissuto tra febbraio e aprile. Pioli, osservando con sempre più preoccupazione l’andamento offensivo dei suoi, ha scelto di passare dalla difesa a quattro alla difesa a tre, proponendo un modulo quasi speculare a quello dell’Inter di Inzaghi ma con sostanziali differenze sul piano della proposta tattica e offensiva di gioco.
Come attacca il Milan
Il Milan, in Serie A, ha numeri discreti in fase offensiva.
Ha segnato infatti 52 gol in campionato, due in meno del secondo miglior attacco (l’Inter di Inzaghi, tra l’altro), ma crea molto meno delle proprie concorrenti.
In campionato, il Milan ha creato 355 situazioni offensive, ben 60 in meno dell’Inter di Simone Inzaghi. Il miglior marcatore dell’attacco di Pioli è Rafael Leao (12 gol in Serie A), non esattamente un bomber di razza. E se Rebic e Origi (3 gol e 1 gol rispettivamente) hanno offerto poco e nulla in fase di realizzazione, Giroud non ha fatto troppo meglio con 8 reti. Brahim Diaz è terzo con 5 reti segnate. Poco, pochino.
Ma questi dati, non positivi, vanno interpretati nel complesso. Se i tre migliori marcatori del Milan sono fermi a 25 reti totali, significa che più della metà dei gol dei rossoneri in Serie A sono frutto di un gioco corale. E in effetti è questa la più grande differenza con l’Inter, che seleziona, per così dire, i propri migliori marcatori, concentrando le reti nei suoi giocatori più predisposti al gol. Sono 16, in totale, i giocatori mandati in rete dalla fase offensiva di Pioli. L’Inter ne ha portati 13.
La vera forza del Milan, insomma, più che in fase offensiva sembra essere in fase difensiva, dove lo scorso anno ha costruito le proprie fortune e dove quest’anno sta invertendo una stagione nata storta.
Passando dal 4-2-3-1 al 3-5-2 (poi 3-4-3 o 3-4-2-1), trasformazione avvenuta proprio in seguito al derby perso, la media reti subite del Milan è passata da 1,4 a 0,3 a partita.
Il rovescio della medaglia è in fase offensiva, dove i rossoneri hanno abbassato la soglia media da 1,8 gol fatti a partita a 0,8. Il numero dei tiri in porta, da 5,2 a 4 partita, è un riflesso di questo cambiamento tattico. Il punto di forza del Milan in fase offensiva rimane la prepotenza di Rafael Leao, soprattutto quando il Milan difende compatto e può servire il portoghese – con l’aiuto di Theo Hernandez su quella stessa fascia – per le sue sfuriate improvvise in campo aperto.
Detto altrimenti, il gioco del Milan è diventato più di contropiede e ripartenza. Un modo di giocare più solido ed efficace, che può premiare la formazione di Pioli – come accaduto contro il Napoli – nelle sfide secche, meno sul lungo periodo. Se il Milan deve fare la partita, va in difficoltà. Se gioca di ripartenza, però, è una delle squadre più fastidiose del nostro campionato.
Come attacca l’Inter
Opposto in questo senso il modo di giocare dell’Inter di Inzaghi.
L’Inter è una squadra che costruisce, che ama anche partire da dietro, fraseggiare in mezzo al campo e trovare sfogo sulle fasce. Ma non ha giocatori di strappo come il Milan, tolta chiaramente qualche eccezione come Dumfries.
Questa è insieme una grande qualità dei nerazzurri, che amano dominare la partita, e una grande pecca, perché quando si tratta di mettere in moto un piano B la squadra di Inzaghi va in difficoltà.
L’Inter ha media di 31’ e 26’’ di possesso palla a partita, il secondo più alto della Serie A dopo il Napoli. Il Milan con 29’ e 02’’ è sotto in questo senso. L’Inter è una squadra che ama crossare per le sue punte: 580 volte in Serie A, contro le 383 del Milan. È una differenza abissale, che spiega molto bene le tattiche offensive delle due squadre.
In 219 incontri nella loro storia, l’Inter ha segnato 296 volte nel derby, il Milan 283. Parliamo del derby con più gol tra quelli del Belpaese calcistico.
Un dato confortante lato Inter, che ha ritrovato di recente i gol di Lukaku – che prima di Empoli non segnava su azione da agosto – e di Lautaro Martinez, doppietta nell’ultima sfida di campionato contro la Lazio. Da marzo ad oggi, il belga è il giocatore di Serie A ad aver partecipato attivamente a più gol considerando tutte le competizioni grazie a cinque reti e quattro assist. Un motivo in più per sorridere, dunque, per Simone Inzaghi e la sua Inter.
Una cosa è certa: nonostante quest’anno non sia stato il più brillante in fase offensiva per le due squadre di Milano, vedremo una partita aperta e con tanti gol. Negli ultimi cinque derby, si sono segnati ben 12 gol, anche se l’ultimo zero a zero risale proprio ad una semifinale – l’andata di Coppa Italia del 1° marzo 2022, passerà l’Inter vincendo 3-0 al ritorno. L’ultimo 0-0 di campionato risale al 4 aprile 2018. Ma si sa, in Champions può succedere qualsiasi cosa.