Brevilineo, velocissimo nell’accelerazione, compatto, baricentro basso, qualità tecnica e visione di gioco: a descriverne le caratteristiche Thiago Almada sembra un fenomeno.
Nato il 26 aprile del 2001 a Fuerte Apache, quartiere di Buenos Aires noto per aver dato i natali a Carlitos Tevez, si parla di lui come futuro sposo del Napoli di De Laurentiis.
Qui ritroverebbe i sapori intensi di quella terra perduta quando, a vent’anni, ha deciso di trasferirsi in America, per giocare in MLS all’Atlanta. Ma Almada, le sue origini, non solo non le ha dimenticate: continua a portarle con sé, come bagaglio esperienziale fondamentale:
“Ho trascorso la mia infanzia nel quartiere – ha detto anni fa in un’intervista a ‘TyC Sports’. Ho imparato cose buone e cose cattive. Ho visto gente camminare con una pistola in mano”.
“In molti nel quartiere hanno scelto la strada sbagliata – ha detto invece al ‘Clarin’. In un modo o nell’altro ho dovuto scegliere”.
La strada verso Napoli
Ora è il Napoli ad aver scelto lui, ma le cose sono più complicate del previsto. Questa mattina, a Rai Radio 1, Ciro Venerato è intervenuto per un’importante notizia di calciomercato sull’argentino: “Ciò che so è che qualche agente internazionale l’ha proposto al Napoli, ma il club non lo prenderà per motivi tattici. È un trequartista che può esprimersi al meglio nel 4-3-2-1, ma non ottimamente nel 4-3-3 spallettiano. L’argentino è un trequartista puro, lontano dalle esigenze di un Napoli che cerca un centrocampista che possa soprattutto coprire il ruolo di mezzala”.
Ecco, quello che dice Venerato è particolarmente giusto, ma va ricalibrato. Ad inizio carriera, e soprattutto al Velez Sarsfield dove – come Mauro Zarate qualche anno fa – è maturato e sbocciato calcisticamente, Almada ricopriva diverse zone del campo.
Tutte tra il cerchio di centrocampo e l’attacco, comunque. Ciò è dovuto alle caratteristiche tecniche, sopraffine, ad una visione di gioco che nelle sue intenzioni si ispira a Juan Roman Riquelme, ma anche ad un fisico tutt’altro che imponente (171 cm).
Almada, in una squadra come quella di Spalletti, troverebbe poco spazio. Ma chi lo ha detto che a 22 anni l’ex Velez sia un giocatore bell’e fatto? Può darsi, ma lo diciamo sottovoce, che Spalletti possa aggiungere al suo bagaglio qualche elemento ulteriore, in modo da farlo giocare come mezzala.
La crescita in MLS
In MLS Almada gioca quasi in ciabatte. Vederlo ondeggiare sui campi sintetici del campionato americano è un idillio da riformulare e per ‘The Athletic’ il piccolo apache è già pronto per il calcio europeo.
La domanda non è ‘se’, ma ‘quando’. Anche perché in una recente intervista ha dichiarato: «Ho dovuto adattarmi presto, appena arrivato qui in MLS. Ma credo di esserci riuscito – 10 gol e 7 assist alla prima stagione, ndr. Non abbiamo fatto subito bene come squadra, ma personalmente ero soddisfatto e credo di essere arrivato a questa stagione nel modo migliore. Stiamo provando a migliore insieme in campo, imponendo il nostro gioco».
Poi, sull’attuale stagione, ha aggiunto: «Il mio obiettivo? Vincere un campionato con l’Atlanta United. Voglio dimostrare partita per partita quello che posso dare in campo. Spero che la squadra possa aiutarmi in questo obiettivo, camminare passo a passo con i miei compagni per questo obiettivo».
D’altra parte le casse rossonere dell’Atlanta, per lui, hanno sborsato una cifra vicina ai 15 milioni di euro, e per meno di 20 o 25 milioni è difficile – se non impossibile – immaginarlo lontano da Liberty Island.
Un ‘like’ peregrino, comunque, lasciato su Instagram sotto un post che lo raffigurava con la casacca del Napoli come ‘notizia’ di calciomercato, fa già sognare quei tifosi partenopei che lo conoscono – o che, più probabilmente, rivedono in lui quel sogno mai troppo sognato per esaurirne l’immaginazione: un nuovo Diego, un nuovo argentino a cui aggrapparsi nei momenti bui, tristi e stanchi dell’esistenza quotidiana. Momenti che quest’anno i tifosi del Napoli hanno provato molto raramente: ma c’è sempre posto per un 10 così.