Il Milan degli anni Novanta? Semplicemente la squadra più forte di tutti i tempi. A fare la storia, per il club di Berlusconi, non fu soltanto però il numero di talenti a disposizione.
Divenne estremamente importante anche l’immagine scelta dalla proprietà per quel club: fecero la storia, anno dopo anno, con scelte mirate e importanti. E con colori ben precisi, poi: rosso e nero. Bianchi in alternativa. La storia che si faceva innovazione, tutto riflesso nella casacca.
Un tuffo nei ricordi: trent’anni fa, la maglia del Milan era ben diversa da quella che appare oggi. Andiamo a rivedere casacca dopo casacca, tutti gli anni Novanta rossoneri.
Stagione 1989-1990
Beh, si parte da un grande classico: il main sponsor era “Mediolanum“, con sponsor tecnico Kappa. Per il 1990, il Milan ha una maglia a strisce verticali della stessa dimensione, naturalmente rosse e nere, con pantaloncini e calzettoni bianchi. Cambia la divisa di riserva: si tratta di una maglia bianca con una striscia orizzontale di colore rosso; sotto la banda orizzontale, un’altra striscia più sottile nera. In finale di Coppa dei Campioni una nuova maglia, tutta bianca con i bordini rossi: porterà fortuna.
Sì, perché quella sarà una stagione trionfale. Oltre il secondo posto in campionato e la finale persa in Coppa Italia, arrivarono tre trofei sotto la guida di Arrigo Sacchi: Coppa dei Campioni, Supercoppa Uefa e Coppa Intercontinentale.
Stagione 1990-1991
Nella stagione successiva, il Milan confermerà il secondo posto in campionato, portando a casa Supercoppa Uefa e Intercontinentale. E’ l’anno dell’avvicendamento in coppa e dei gol di Marco Van Basten.
E’ l’anno anche del cambio di sponsor tecnico: da Kappa si passa ad Adidas, con Mediolanum ancora al centro della divisa. La divisa che non cambia: strisce verticali, ancora rosse e nere, con calzettoni e pantaloncini bianchi. Anche la seconda maglia resta simile: bianca, con una banda rossa orizzontale.
Stagione 1991-1992
Maglia che vince, non si cambia neanche nel 1991-1992. Milan e Adidas proseguono sul solco della tradizione, nonostante il cambio in panchina: il primo anno di Capello vedrà infatti le stesse divise, ancora firmate Adidas, ancora con Mediolanum al centro.
Berlusconi però aveva riorganizzato la società, dimostrandosi ancora una volta un fine stratega: con il nuovo tecnico Van Basten farà 29 gol, portando il Milan allo scudetto e di nuovo in Coppa dei Campioni.
Stagione 1992-1993
Altro giro, altro titolo italiano per i rossoneri. Che trovano una quadra meravigliosa e tornano in finale di Coppa dei Campioni (poi sconfitti contro il Marsiglia). E’ un Milan formidabile, però, quello del 1993. Che ha in Costacurta e Baresi due fari, in Maldini e Tassotti una spinta costante. Che vince anche la Supercoppa e no, non cambia maglia.
Ancora con Adidas e con lo scudetto ad altezza cuore, l’unico cambio sostanziale della divisa rossonera è lo sponsor centrale: da Mediolanum si passa a Motta. Anche la seconda maglia non cambia stile.
Stagione 1993-1994
Da Adidas si passa a Lotto: nel 1994 cambia la maglia rossonera, con Motta ancora al centro delle casacche. La prima divisa torna ancora con strisce verticali della stessa dimensione, rosse e nere, con pantaloncini e calzettoni bianchi. La seconda maglia ha una fascia rossonera, su sfondo completamente bianco. Cambia ancora una volta la divisa in finale di Champions: è completamente bianca, con colletto e bordini rossi.
A proposito di Champions: anche quell’anno fu un vero trionfo. Così come in campionato, dove arrivò lo scudetto numero 14. Così come in Supercoppa Italiana. Non arrivarono la Coppa Intercontinentale e la Supercoppa Uefa. Massaro fu il capocannoniere di quella stagione, con 16 gol all’attivo.
Stagione 1994-1995
Oh, e adesso si cambia. Nel 1995, Lotto dà una sterzata alla tradizione milanista. Il primo cambio è di sponsor: al centro c’è la casa automobilistica Opel. La prima maglia non cambierà in maniera radicale, a dir la verità: ancora strisce rosse e nere, scudetto ad altezza cuore. La divisa da trasferta invece è molto diversa: parte superiore rossa, parte inferiore bianca, con una striscia orizzontale nera. La terza? Completamente gialla, con bordini rossoneri. Per semifinali e finale di Champions League, il Milan si rifà alla tradizione: ancora la maglia total white con bordini rossoneri.
E come andò, quella scaramanzia? Quarto posto in campionato e finale di Champions, però persa. Il Milan si riscoprì non più imbattibile, portò a casa soltanto la Supercoppa Italiana.
Stagione 1995-1996
Nell’anno dell’arrivo di Roby Baggio, Fabio Capello poté consolarsi (eccome) con la vittoria dello scudetto, il quindicesimo della storia milanista. Fuori ai quarti in Coppa Italia e Coppa Uefa, ma Milan di una solidità incredibile, trascinato soprattutto dai gol di Goerge Weah.
Ancora Lotto a disegnare le maglie del Milan, con Opel al centro della scena. La prima maglia non presentò grosse variazioni, cambiarono però i colori di pantaloncini e calzettoni: interamente neri. La divisa di riserva fu ancora bianca, con una doppia striscia verticale e centrale rossonera, sdoppiata. Terza divisa ancora gialla e quarta – eccezione alla regola, ai tempi – tutta azzurra con alcuni dettagli rossoneri. Iconica.
Stagione 1996-1997
Da Capello a Tabarez, con l’arrivo di Pagotto, Reiziger, Davids e Dugarry. Soprattutto, l’ultimo anno di Franco Baresi. Fu una stagione complicata. Complicatissima. Partiti con Tabarez e proseguito con Arrigo sacchi. Undicesimi in campionato, quarti di Coppa Italia e – addirittura – fuori alla fase a gironi della Champions League.
Ancora Lotto a firmare le maglie, con Opel sponsor principale. Rispetto alla stagione precedente, cambiano soltanto terza e quarta divisa. La terza è interamente rossa con colletto nero, la quarta è interamente nera con bordi e colletto rosso.
Stagione 1997-1998
Un’altra stagione e un nuovo cambio. Sostanziale. Torna alla guida del Milan Fabio Capello, e con lui cambiano anche le maglie stagionali: ancora Lotto e Opel come coppia di sponsor, tornano i pantaloncini e i calzettoni bianchi (con bordi rossi). Cambia la divisa da trasferta: completamente bianca con fantasia rossonera sui fianchi. La terza divisa è invece rossa, con strisce rossonere poste al centro della divisa. La quarta maglia è nera con rifiniture rosse.
Come andrà, però, il ritorno di Don Fabio? Non esattamente fortunatissimo: arriva una finale di Coppa Italia e un decimo posto in campionato. E Silvio è costretto a cambiare ancora.
Stagione 1998-1999
Tocca a Zac. Alberto Zaccheroni, il protagonista del miracolo Udinese. Ed è un’altra decisione giusta, quella di Berlusconi e Galliani. Che con un Bierhoff da 21 reti si ritrova a vincere uno scudetto da underdog assoluto.
In quella stagione tornerà Adidas sulle maglie del Milan, mentre lo sponsor ufficiale resta Opel. Cambia la prima maglia: strisce rossonere più larghe, rosse e nere naturalmente, con pantaloncini e calzettoni bianchi con bordini rossi. La divisa di riserva è tutta bianca, con bordi e maniche rosse. La terza, invece, è tutta nera con spalle di colore rosso e centralmente tre bande orizzontali rosse.