1 maggio 1988. Una data che non solo ha cambiato la storia della Serie A, ma anche del calcio in generale, con l’inizio di una rivalità tra Milan e Napoli.
Quel giorno i rossoneri di Arrigo Sacchi vinsero 3-2 al San Paolo: soprasso al comando a due turni dalla fine e il Diavolo alzerà l’undicesimo scudetto della sua storia, con l’inizio dell’epopea del Milan degli immortali.
Una data dunque che certifica l’inizio di una rivalità che diventa quasi velenosa due stagioni dopo, tra monetine, gol fantasma e la Fatal Verona: Napoli campione e Milan beffato ad un passo dal traguardo.
Oltre 30 anni di rivalità sopita dal 1990 e che in qualche modo si è riaccesa lo scorso anno, per trovare nel prossimo quarto di finale di Champions League, il suo nuovo punto di incontro.
L’Euro Derby riaccende focolai che non si erano mai spenti.
La rimonta Milanista al Napoli di Maradona
La stagione 1987-88 sembra quella che può portare allo Scudetto bis il Napoli di Maradona, fresco campione di Italia per la prima volta nel campionato precedente.
L’avvio da ragione ha chi indica gli azzurri, ma nel frattempo il Milan di Sacchi inizia a carburare, dopo una sorta di falsa partenza. Già il 3 gennaio 1988 i rossoneri travolgono a San Siro 4-1 i partenopei.
E’ la prima grande scossa del campionato, con la squadra di Sacchi che si lancia sulle tracce di quella di Bianchi. Una rincorsa che trova linfa a primavera.
Il Diavolo vola, il Napoli rallenta in maniera clamorosa e l’1 maggio 1988 si arriva allo scontro diretto all’ombra del Vesuvio. Milan a meno uno dalla capolista e dunque serve necessariamente il sorpasso.
Baresi e compagni completano il loro capolavoro, con il 3-2 che vale di fatto lo Scudetto: Virdis due volte e Marco Van Basten gelano il San Paolo, con Maradona che disegna una punizione impossibile per il momentaneo 1-1 e Careca che sigla la rete dell’illusione con il Milan avanti 3-1.
Il pubblico partenopeo si alzerà in piedi a rendere omaggio ai futuri campioni di Italia che due settimane dopo a Como saranno a tutti gli effetti la squadra campione.
Ancora Milan – Napoli: la rivincita tra mille veleni
La stagione 1989-90 vede rossoneri e azzurri lottare per lo scudetto fin dalle prime battute, con l’Inter campione in carica che crollerà ben presto.
La squadra di Sacchi a Marzo sembra prendere il largo, grazie anche alla vittoria per 3-0 sullo stesso Napoli e il pareggio a Bergamo per 0-0 per gli uomini di Bigon. Una presunta monetina (si scoprirà anni dopo che non era arrivata a destinazione) colpisce Alemao che viene sostituito.
Il giudice sportivo, come prevedeva il regolamento di allora (verrà cambiata la regola proprio al termine della stagione), cancella il pari, per poi assegnare la vittoria a tavolino a Maradona e soci: 2 punti che valgono l’aggancio al Milan.
Nel frattempo i rossoneri steccano la trasferta di Bologna, con un 0-0 che fa arrabbiare la tifoseria azzurra. Gol fantasma di Marronaro, con salvataggio di Filippo Galli oltre la linea di porta? Dalla moviola i dubbi restano, ma sicuramente aumentato le tensioni.
Il culmine viene raggiunto il 22 aprile, penultimo turno, di un campionato che deve finire presto in vista di Italia ’90 (altri tempi): il Napoli passeggia 4-2 a Bologna, con il Milan che 17 anni dopo vive la seconda Fatal Verona.
Meneghini avanti a fine primo tempo, poi inizia il duello tra i rossoneri e Rosario Lo Bello, figlio di Concetto Lo Bello che aveva arbitrato in occasione della prima Fatal Verona del Diavolo. Il Verona che lotta per la salvezza prima pareggia, poi con il Milan in otto per le espulsioni di Van Basten, Rijkaard e Costacurta (oltre a Sacchi), piazza il 2-1 che indirizza lo Scudetto al Napoli.
Polemiche e veleni che esplodono totalmente, con il presidente Berlusconi che tuona “Mai più i Lo Bello sulla strada del Milan”. Da Napoli rispondono sette giorni dopo con la conquista dello Scudetto, mentre la formazione milanese si consolerà con la seconda coppa campioni di fila dell’era Sacchi.
L’ultimo atto della rivalità per almeno 30 anni.
Prove di Scudetto
Milan e Napoli fino al 2022 non sono più tornate a duellare per un titolo. I rossoneri hanno continuato a vincere per altri due decenni, prima di una pausa lunga che val dal 2011 al 2022.
I partenopei invece hanno conosciuto prima l’onta della Serie B, poi quella del fallimento e infine sono risorti dalla Serie C, seppur attraverso un cammino lento, ma ben preciso.
Lo scorso anno la formazione di Luciano Spalletti ha sognato a lungo lo Scudetto, prima di cedere di colpo e lasciare a Milan e Inter il palcoscenico della volata. Propria la vittoria meneghina per 1-0 al Maradona ha messo fine alle speranze campane, con il Diavolo rilanciato verso quel tricolore assente da 11 anni.
La stagione in corso invece ha visto l’opposto. Un Milan che prova a tenere il passo del Napoli fino alla sosta del Mondiale, con annesso scontro diretto a San Siro vinto 2-1 da Osimhen e soci, prima del tracollo rossonero e il ritmo allucinante degli azzurri che hanno di fatto in tasca il terzo Scudetto.
Il primo Euro Derby
In questa stagione però, non basta il passaggio di consegne a rianimare una rivalità che sembrava persa nel tempo. Ecco l’urna di Nyon che ci mette lo zampino.
Entrambe qualificate ai quarti di finale di Champions League, così come l’Inter, Milan e Napoli si giocheranno l’accesso alla semifinale. Una prima storica in Europa tra i due clubs, con la banda di Spalletti che sogna il clamoroso double: tricolore e Coppa Campioni.
Il Diavolo ha già esperienza di scontri con squadre italiane in Coppa e tutti con esiti assai positivi: nel 2002-03 elimina l’Inter in semifinale e poi batte ad Old Trafford la Juventus in finale. Due anni dopo quarto di finale ancora contro i nerazzurri e l’allora squadra di Ancelotti passa il turno.
Stefano Pioli però deve rianimare un ambiente completamente appassito in Serie A, rispetto alla scorsa stagione. Dall’altra parte i gli azzurri sembrano su un altro pianeta, anche sé la poca esperienza in ambito europeo a fronte dei sette volte campioni d’Europa, potrebbe accorciare il gap.
35 anni dopo, Milan e Napoli tornano alle lotte serrate. Dai confini nazionali, all’Europa dei Grandi.