Le meccaniche del poker sono relativamente semplici se paragonate a quelle di altri giochi, come ad esempio gli scacchi, il bridge, il mahjong o il backgammon.
L’azione si articola tra la valutazione della mano e la decisione se investire chips o meno. Tutto qui. Ma sarebbe un grosso errore pensare che nel poker non sia necessario prendersi del tempo per riflettere. Al contrario perché si tratta di un gioco che richiede analisi di tipo diverso: matematiche, strategiche, psicologiche e soprattutto di lettura e ricostruzione dell’action.
Per mettere insieme tutte queste valutazioni durante la mano serve tempo. Ma quanto è lecito prendersene?
Nel gioco online il problema non sussiste perché il software indica il limite di tempo che ogni giocatore ha a disposizione per ogni scelta. Se la riflessione si prolunga oltre questo limite scatta il time bank, cioè la riserva generale di tempo che però di solito non può essere reintegrata (ci sono eccezioni legate alla pokeroom e/o al torneo). Una volta esaurito anche il time bank, se il giocatore non ha agito la sua mano viene automaticamente foldata.
Qualcosa di simile è stato fatto anche in alcuni eventi dal vivo di grande rilevanza con lo shot clock ma solo nella fasi finali del torneo, in particolare quelle coperte dalla diretta streaming. Per ovvi motivi di costi e praticità, tutto questo è pressoché improponibile nelle fasi iniziali della competizione e nei tornei minori.
La questione sulla durata di un’action dal vivo è diventata centrale soprattutto negli ultimi anni e ha coinvolto quasi tutti i top player. Secondo molti di questi – in particolare Doyle Brunson e Daniel Negreanu – il poker live da torneo è troppo lento.
Va chiarito che al momento non esiste una regola ufficiale che definisca in maniera univoca quanto può durare la pensata di un giocatore. Di seguito riportiamo il testo del TDA, cioè il regolamento redatto dalla Tournament Director Association, in merito alla questione.
“Verrà accordato un conto alla rovescia solo dopo che sia passato un ragionevole ammontare di tempo. Qualunque giocatore seduto al tavolo può chiamare il tempo. Se il floor approva la richiesta, saranno dati al giocatore di turno fino a 50 secondi per prendere una decisione. Se non viene effettuata alcuna azione prima che il tempo scada, ci sarà un conto alla rovescia di 10 secondi. Se il giocatore non compie alcuna azione al termine del conto alla rovescia, la mano è considerata persa“. (fonte assopoker.com)
La definizione di ragionevole ammontare di tempo non risolve l’ambiguità, come dimostrano i casi abbastanza frequenti che si presentano durante i tornei. Uno clamoroso si è verificato durante il recente EPT di Parigi.
Siamo al Day2 del Main Event e livello 2k/4k bb ante 4k quando Johan “Yoh Viral” Guilbert apre da middle position a 8.000. Daniyar Aubakirov risponde tribettando da hijack con 17.000 chips. Il resto del tavolo folda e l’azione torna al francese che “va in the think tank“, cioè ci pensa un bel po’. Purtroppo non sappiamo esattamente quanto, ma abbastanza perché un giocatore del tavolo chiami il TIME. Arriva il floorman che stabilisce quanti secondi restino a Guilbert per decidere. Il francese ne usa pochi prima di annunciare il call.
Scende il flop, 7♥10♠7♦, sul quale Aubakirov c-betta 9.000 dopo il check del suo avversario. Guilbert attende quasi un minuto prima di rilanciare fino a 23.000. Il giocatore kazako chiama.
La quarta carta del board è un 2♣. E qui arriva un’altra tankata di Guilbert che si fa chiamare per la seconda volta il TIME. Nuovo intervento del floorman che inizia il count fino a quando il francese annuncia il check. Aubakirov ne approfitta per puntare 20.000 ma di nuovo Guilbert va nel pensatoio. Segue il terzo e (fortunatamente) ultimo TIME chiamato da un altro giocatore.
Poco dopo l’inizio del conteggio dei secondi, Guilbert esce dal torpore e annuncia l’all-in per 66mila chips. Aubakirov, forse anche un po’ snervato dalla lunghezza della mano, chiama con A♠K♣ e uno stack superiore ma Guilbert ha centrato la top pair grazie a A♣10♥. Il river 4♠ non cambia nulla e il francese incassa un monster pot.
Bella giocata o condotta al tavolo discutibile? Sui social di numerosi pro player si scatena l’inferno. Ecco alcuni commenti.
Anche Daniel Negreanu è critico ma forse un po’ meno di Berkey. “Non mi capita spesso di vedere queste cose, perché i tornei ai quali partecipo hanno lo shot clock, ma non si tratta di una questione personale. Se qualcuno perde tempo pensando che questa sia mossa che lo aiuti, io chiamo il time se questo aiuta me. Mi pare giusto“.
Più drastico Frank Kassela che dice di aver risolto il problema di chi fa slow play al tavolo con un think tank più lungo, seguito dal un bel raise perché “di solito foldano rapidamente!“.
Tra i pochi a sostegno della giocata di Guilbert c’è Jordan Cristos, avvocato e giocatore che così replica nel tweet aperto da Berkey:
Da buon “super partes” Matt Savage, Tournament Director nonché Executive Director del World Poker Tour, conclude la disputa con un sondaggio su Twitter:
Il giudizio negativo sul comportamento di Guilbert è quasi unanime, ma voi cosa ne pensate?
Immagine di testa: shot clock all’EPT (credits RIHL/PokerNews)