Mentre il LEC Winter Split entra nel vivo, qualcuno si lecca le ferite e ne approfitta per fare autocritica.
Come abbiamo raccontato nel precedente articolo, tra le 8 formazioni che proprio in questi giorni si stanno sfidando nei due gruppi che conducono alle Final 4, non c’è il Team Fnatic. Ed è la prima volta in nove anni, cioè dal 2014 quando Riot Games ha lanciato la formula del doppio Split stagionale che la società esportiva britannica ha vinto ben 5 volte (2 Winter e 3 Summer), senza contare i numerosi podi.
Il 9° posto nel girone unico iniziale e la conseguente eliminazione dalla seconda fase è stata uno shock per un team che nel proprio roster vanta giocatori di primissimo piano, anche se alcuni di questi non sono più “giovanissimi”. Parliamo di Martin “Wunder” Nordahl Hansen, Marek “Humanoid” Brázda, Carl Martin Erik “Rekkles” Larsson, Rúben “Rhuckz” Barbosa e Iván Martín “Razork” Díaz.
Proprio quest’ultimo ha scelto di fare un po’ di coming out analizzando le ragioni della batosta appena incassata.
Il Jungler spagnolo ha messo subito in chiaro che al primo posto ci sono ragioni tattiche legate alla nuova patch e al drafting dei campioni. “Non abbiamo mai assimilato bene la patch e siamo stati condizionati dai draft al punto che alcune partite sono diventate ingiocabili. A causa del draft, già all’inizio di una sfida sapevamo di non avere più del 30% di chance di vincere“. (fonte esports.com)
In altre parole il meta dei Fnatic si è rivelato del tutto inadatto. Il gioco si è infatti ridotto a un “passare la palla” a Humanoid e sperare che il midlaner facesse il resto: speranza vana che ha portato a solo 2 vittorie su 9 partite. Tra le altre cose, il meta arretrato è uno dei motivi per i quali Razork non sta giocando la Champions Queue. “Nella CQ i giocatori un meta che poi noi non usiamo. Perché dovrei provare combinazioni come Heimer-Caitlyn o Lucian-Nami in botlane se so che il nostro draft sarà diverso?“
La mancanza di risultati positivi ha fatto esplodere la community. Razork ha detto a chiare lettere che molti appassionati da sostenitori sono diventati detrattori e questo ha condizionato ulteriormente la performance dei giocatori. Lo spagnolo ha parlato di “tossicità” da parte di alcuni tifosi, i quali gli avrebbero addirittura inviato minacce fisiche.
Forse una sfogo o forse no. Comunque sia, Iván Martín Díaz ha subito corretto il tiro dicendo che prima di tutto vengono le responsabilità personali. “Devo dare un giudizio alla mia prestazione: è stata pessima, uno dei miei peggiori Split. Penso che ci siano stati vari fattori ad influire sulla mia performance. Chi mi conosce, sa che per me non conta solo il KDA (il rapporto che valuta kill-death-assist nel gioco, ndr) né tantomeno i flame contro di me su Twitter“.
Ma il LoL che si gioca al Winter Split – e in tutte le principali competizioni di alto livello – è un esport di squadra e quindi le responsabilità vanno condivise. Secondo lo spagnolo c’è stato un problema di motivazioni a livello collettivo.
“Ho avuto la sensazione che l’intero team non avesse la giusta carica. Voglio dire, eravamo a Berlino per fare quello che dovrebbe essere il sogno di tutti i giocatori… Non so perché, ma abbiamo mollato troppo presto. Ho provato a incoraggiare gli altri, ma tutto è diventato subito difficile“.
Di fronte ad uno sforzo vano, anche Razork ha perso la bussola. Il gruppo non ha trovato le soluzioni per modificare in corsa la strategia, il morale ha toccato terra e da lì è arrivata la prima volta del Team Fnatic eliminato da uno Split prima dei Playoffs.
Immagine di testa by IStock