Milan-Roma non è stata una partita che ha mostrato grandi individualità. Gli uomini migliori del Milan sono apparsi un po’ scarichi, e dopo il vantaggio di Kalulu hanno amministrato bene il match fino a 5 minuti dalla fine senza particolari guizzi, se non il gol di Pobega in contropiede.
I romanisti invece hanno palesato diversi problemi in fase di costruzione di gioco, evidenziati dalla serata non esaltante di Dybala e Zaniolo.
Per i rossoneri l’uomo chiave è stato senza dubbio Ismael Bennacer: l’algerino, che si appresta a rinnovare il contratto in scadenza a fine stagione, è stato fondamentale in fase di interdizione, impedendo spesso al pallone di finire nella disponibilità dei trequartisti giallorossi, e ha gestito benissimo il possesso palla nelle fasi iniziali della manovra milanista. Non a caso la sua uscita dal campo ha coinciso con lo spostamento in avanti del baricentro del gioco giallorosso.
Ma, punteggio alla mano, il vero uomo chiave del match è stato il romanista Roger Ibanez, che nonostante l’errore in marcatura sul vantaggio del Milan, è stato fondamentale nel contenere gli attacchi rossoneri ed ha firmato il gol che ha aperto la rimonta giallorossa.
La heatmap di Roger Ibanez in Milan-Roma
Analizzando la heatmap di Roger Ibanez nel match contro il Milan, si nota subito come il brasiliano abbia sempre attaccato gli avversari in posizioni avanzate del campo.
Il terzetto difensivo della Roma si è diviso i compiti in maniera razionale: sulla destra Mancini operava in concerto con Celik per contenere le accelerazioni di Rafael Leao e, soprattutto in seguito alla precoce ammonizione del turco, tendeva ad attendere in posizione più arretrata e ad allargarsi sulla fascia; al centro Smalling ha preso in consegna Giroud, seguendo i movimenti del centravanti francese e riuscendo a limitare al massimo i suoi interventi.
Sulla sinistra Ibanez aveva maggiore libertà di movimento, data dalla tendenza di Saelemaekers di giocare maggiormente sull’esterno, dove era contrastato da Zalewski.
Il brasiliano quindi avanzava per andare al contrasto su Brahim Diaz (o su Giroud quando il francese arretrava per sottrarsi alla morsa di Smalling), risultando uno dei giocatori che ha giocato maggiormente il pallone sulla trequarti giallorossa e non solo: dalla heatmap vediamo che si è reso protagonista anche oltre la metà campo, risultando spesso il primo e più importante frangiflutti della squadra di Mourinho.
Con l’uscita dal campo di Bennacer per il Milan tutta la Roma ha alzato il baricentro e con lo schieramento maggiormente conservativo adottato da Pioli anche Ibanez, come tutta la squadra giallorossa, ha trovato maggiori spazi in avanti.
Ma soprattutto ha trovato il gol sull’incornata da calcio d’angolo all’87° che ha riaperto la partita e rinfrancato il morale della Roma, portando al gol di Abraham al 94° che ha sancito un pareggio esaltante, per quanto immeritato per quanto visto nei primi 85 minuti.
Quella “macchiolina” verde denota che il colpo di testa del 2-1 non è stato un caso isolato, ma che sui calci piazzati Ibanez possiede sempre tempismo ed elevazione per rendersi pericoloso. Oltre al gol, infatti, ha messo a referto un altro colpo di testa in area avversaria che non ha però centrato la porta.
La Roma di Mourinho ha denotato molti problemi in fase di costruzione del gioco e pagato una preoccupante involuzione di molti uomini del reparto offensivo, ma se c’è una certezza su cui costruire è la solidità del pacchetto difensivo, che ha visto un’enorme crescita di Ibanez, ad oggi uno dei difensori maggiormente completi della Serie A.