Per chi ama il calcio, soprattutto per chi è abituato a viverlo da tifoso, anche uno 0-0 può emozionare creando forti e indescrivibili palpitazioni. Ma è indubbio che la partita ricca di gol e clamorosi ribaltoni si distingue dalla prima per l’altalena di stati d’animo dalla seconda suscitati.
La nostra impresa non è stata facile, ma nel marasma di emozioni che il ritorno al calcio visto dal vivo, con gli stadi pieni, ha favorito, abbiamo deciso di raccogliere in una piccola ma essenziale lista le migliori partite del 2022. Così a Natale, rinviando i discorsi sulla fidanzatina, saprete di cosa parlare.
9 gennaio 2022: Roma 3-4 Juventus
Il ritorno dalle vacanze è sempre traumatico. Il cotechino con le lenticchie ancora brontola nello stomaco, il pandoro dice la sua, l’abbacchio ti sussurra: non ti dimenticar di me. Infine il vino, inebriante, ci ricorda l’essenza della vita: la felicità dura un attimo, per il resto la vita è una perenne post-sbronza. Nella disperazione di José Mourinho dopo il rigore sbagliato dal suo capitano Lorenzo Pellegrini, a pochi istanti dalla fine, c’è tutto questo e probabilmente ancora molto altro.
Roma e Juventus sono a caccia di un risultato utile per tornare a sperare nel discorso Champions. Ci si aspetta una partita equilibratissima, tra due strateghi che preferiscono la calma alla tempesta, il controllo all’imprevisto. E invece, accade qualsiasi cosa.
Nel primo tempo va avanti la Roma con Abraham, da corner. La riprende Dybala con un mancino a giro meraviglioso dal limite dell’area (dopo 18’ di nulla). Ma la Roma gioca meglio e nella ripresa segna due volte (Mkhytarian e Pellegrini) in pochi minuti. La partita sembra finita, ma a venti dalla fine i cambi di Allegri (Landucci) fanno la differenza. Segnano Locatelli (25’) di testa su cross di Morata – è già il segno di un’ambiguità –, poco dopo Kulusevski (27’) dopo un’azione rocambolesca.
La Juventus è in trance agonistica, la Roma al tappeto. Accade l’incredibile: su altra grande giocata di Morata si inserisce De Sciglio che prende alle spalle Smalling e buca l’incolpevole Rui Patricio con una staffilata terra-aria sul primo palo: minuto 32, è 3-4 per la Juventus, che ha ribaltato una partita finita in 7 minuti. La Roma a quel punto ha una reazione di nervi, un moto d’orgoglio improvviso. Attacca a testa bassa e ottiene calcio di rigore sull’ennesimo mani-comio di De Ligt. Doppio giallo e occasione d’oro per fare 4-4. Ma Szczesny ipnotizza Pellegrini, che poi calcia stanco e malamente sulla ribattuta del portiere polacco. Finisce 3-4.
5 febbraio 2022: Inter 1-2 Milan
Al 38’ del derby di ritorno 2021/22, il campionato è finito. Il gol di Perisic ha mandato l’Inter a +7 dai rivali rossoneri e con una partita da recuperare. L’Inter però specula sul vantaggio, non ricordandosi della lezione prima e ultima del calcio: mai dormire sonni tranquilli.
Così, al minuto 74, Giroud recupera un pallone su Sanchez con l’Inter in transizione positiva. La smista per Tonali che va da Brahim Diaz: il suo tiro è deviato e capita preciso come e più di un geniale assist sui piedi di Giroud, che fa 1-1. Il Milan ci crede, non molla, è tenace. E ottiene con merito il gol dell’1-2, girandosi con una piroetta su De Vrij e battendo Handanovic trafitto alla propria destra come un cervo nel bosco.
Minuto 78. Cambia il derby, cambierà il campionato poi vinto dal Milan.
21 febbraio 2022: Manchester City 2-3 Tottenham
Con Conte bisogna sempre fare una scelta, anche noi l’abbiamo fatta: abbiamo scelto il match di febbraio all’Etihad contro i supercampioni del Manchester City, perché battere – così – Guardiola è strepitoso. Una partita iniziata nel segno del primo gol in maglia Spurs di Kulusevski, già incrociato nella nostra speciale rassegna. Il gol dopo 4’ dello svedese è solo il preludio ad un match incredibile, agonisticamente eccelso e tecnicamente sopraffino.
Il City spinge, prende un palo con Gundogan, infine pareggia proprio col turco dopo un possesso palla clamoroso degli uomini di Guardiola (minuto 33). Nella ripresa poi la partita esplode. Kane illumina nuovamente con due palle filtranti incredibili per Son. La prima non va, la seconda gli ritorna: 1-2 del Dieci e Conte nuovamente avanti. Dopo il gol del vantaggio (59’), Kane ne fa addirittura un altro, ma il VAR gli strozza il grido di gioia in gola.
Il City allora prende coraggio, attacca e ottiene un calcio di rigore trasformato poi da Mahrez con un’esecuzione semplicemente sontuosa. 2-2 al 92’. È finita? Con Conte, mai. Kulu sul fondo, cross in mezzo alla disperata, Kane (con Conte a mimarne il gesto tecnico) di testa schiaccia in porta e trafigge Ederson. Pazzesco: 2-3 al 95’. Gioco, partita, incontro.
9 marzo 2022: Real Madrid 3-1 PSG
È dall’inizio della stagione europea che il Real appare lunaticamente favorito dagli dèi. Barcolla (1-2 contro lo Sheriff al Bernabeu), sembra sempre sul punto di morire, ma come salvato dalla morte improvvisa del boia riesce più volte a risorgere. La prima delle due imprese madrilene in Champions accade al ritorno di PSG vs Real Madrid, terminata 1-0 a Parigi. Una partita a lungo equilibrata viene sbloccata da una folata di Kylian Mbappe in contropiede – e chi se non lui – al 39’. 0-2, dunque. Il Real ha bisogno di due gol per andare ai supplementari, tre per vincere la sfida.
È a questo punto che il Bernabeu si impossessa dell’evento, trasformandolo per sempre: al 61’ Donnarumma commette un errore macchiato da hybris, si fa scippare il pallone da Benzema che realizza su assist di Vinicius da pochi passi.
Passano due minuti e Benzema, in trance agonistica, rischia di fare 2-1 di testa: palla fuori di un soffio. Ma il Real spinge senza tregua e grazie a due giocate monumentali di Luka Modric – ripartenza, palla filtrante e contro-palla filtrante – e la solita glacialità di Benzema davanti al portiere fa 2-2. Minuto 76. Basterebbe per i supplementari, ma qualcosa di magico accade in quegli istanti.
Passa appena 1’ e Benzema si ritrova vacante nell’area di rigore un pallone ad uscire. È lui stesso ad ingannarne la traiettoria e le intenzioni di Donnarumma con un colpo d’esterno da opera d’arte che fa 3-1. Real ai quarti.
4 maggio 2022: Real Madrid 3-1 Manchester City
Se qualcuno ci chiedesse di indicare cosa significa il calcio, e con questo l’esistenza stessa, non avremmo dubbi nell’indicare Real Madrid vs Manchester City di Champions League, stagione 21/22. Una partita semplicemente senza senso, dominata all’andata dal City, che pure aveva chiuso sul 4-3 una sfida pericolosamente aperta in vista del ritorno.
Al Bernabeu accadono cose strane, si direbbe magiche, e Ancelotti lo sottolineerà a fine partita. Guardiola invece, quasi inebetito da quanto accaduto (eppure) sotto i propri occhi, formulerà sentenze a vuoto, giudicando una questione di campo ( « abbiamo sbagliato troppi gol » ) quella che era – e per sempre sarà, in sfide come questa – una questione prettamente spirituale, religiosa.
Dopo un primo tempo bloccato, guardingo da entrambe le parti, il City si porta avanti (al 73’) con un gollazo di Riyhad Mahrez. La partita non cambia in quel momento, ma tredici minuti dopo, quando Grealish si divora il gol dello 0-2 (essenziale Mendy sulla linea di porta). « Si, se puede » urla il popolo blanco, ma Guardiola non ci crede, non stavolta. Eppure, il tecnico catalano dovrà piegarsi alla legge agostiniana, anselmiana e pascaliana, nonché in origine del profeta Isaia, che il Bernabeu sembra aver condotto a prassi: « non comprendere, per vedere. Ma vedere per comprendere ».
Minuto 90. Camavinga vede Benzema defilato sul corner dell’area di rigore: lo serve, poi Karim fa il resto. Palla al centro meravigliosa e tocco volante di Rodrygo sull’uscita bassa di Ederson. 2-2. Si, se puede. Minuto 91. Si, se puede. Carvajal dribbla Grealish e la butta in mezzo, pescando – sì, se puede – la fronte alta di Rodrygo, il più piccolo della compagnia, che fa un gol strepitoso e manda Real e City ai supplementari.
Laddove la sentenza, non ancora scritta, si respira nell’aria: e infatti arriverà anche il 3-1, in una partita a dir poco mistica, sempre di Benzema l’immortale al 5’ del pts su calcio di rigore. Sì, se puede.
8 ottobre 2022: Borussia Dortmund 2-2 Bayern Monaco
Non sembrava più lo stesso Klassiker, senza Lewandowski e Haaland. Ma lo spettacolo – già presente sugli spalti – è stato comunque memorabile. Parliamo di due squadre poco distanti l’una dall’altra in classifica, che si giocano la possibilità di rimanere (Dortmund) e non perdere (Bayern) la china relativa al primo posto in Bundesliga.
La partita è sbloccata da Leon Goretzka al 33’, con un gran tiro da fuori. Nella ripresa il Bayern parte forte, e dopo una clamorosa chance sprecata da Mane trova il gol con Sane al 53’. Il Bayern continua ad attaccare, ma Meier tiene in vita il Dortmund. Così, la riapre Moukoko al 74’ con un gran gl di sinistro.
Il pubblico del Muro Giallo si esalta ed esaltandosi esalta la propria squadra. Modeste si divora un gol fatto, Coman viene espulso. Poi, il finale da brividi. Schlotterbeck, che è un difensore, tiene sulla linea di fondo un pallone già perso. 93:59 dei 4’ di recupero. L’ex Gladbach la getta in mezzo un po’ alla disperata, ma trova il capoccione di Antony Modeste. Che fa 2-2 allo scadere, regalando alla propria gente una speranza mai sopita.
9 dicembre 2022: Argentina 2-2 Olanda (6-5 d.c.r.)
L’Argentina ha vinto facilmente il proprio ottavo di finale (3-0 contro l’Australia). Contro l’Olanda di Van Gaal – in rotta di collisione con Lionel Messi – sa che non sarà una passeggiata. Ma dopo 34’ Messi illumina il Mondiale con l’assist più bello e complicato della competizione: un filtrante senza guardare per Molina, che stoppa di destro e sempre di destro, quasi di punta, trafigge Neupert. «Non l’ha vista nessuno, l’ha vista solo lui». Adani ha ragione. Il replay è rivelativo: Messi non guarda mai Molina, è inspiegabile questo pallone.
Nella ripresa, dopo una gestione quasi esemplare, Messi raggiunge Batistuta (10 gol al mondiale) al 73’ trasformando un calcio di rigore nato su grossa ingenuità di Dumfries. Poi, la follia dell’incontrollabile, il calcio degli stregoni che si manifesta inaspettatamente – e come sennò – nel mondiale più profano della storia. Berghuis in campo, Weghorst pure.
E allora 1-2 di testa, e poi – scolpito nella nostra memoria – lo schema del mondiale, al minuto 120, a partita finita, chiamato da Van Gaal. Koopmeiners non tira al limite, ma serve invece Weghorst. 121’. Doppietta del demonio Weghorst. 2-2. Assurdo.
Ai calci di rigore, fondamentale come sempre Emiliano Martinez. Rigore parato a Van Dijk, rigore parato a Berghuis. Poi segnano tutti tranne Enzo Fernandez, che tiene viva l’Olanda, fredda con De Jong dal dischetto. Il rigore decisivo spetta a Lautaro, che porta l’Argentina in semifinale (dove poi batterà la Croazia).
18 dicembre 2022: Argentina 3-3 Francia (7-5 d.c.r.)
È difficile spiegare una partita del genere. Come già accaduto contro l’Olanda, l’Argentina a un passo dal traguardo, nel pieno controllo delle proprie facoltà, va in crisi mistica. Perde ogni certezza, non importa quanto grande fosse quella acquisita nei precedenti 80’. La finale perfetta, sembrerebbe: gol di Messi, dal dischetto, gol di Di Maria, su un contropiede orchestrato a meraviglia da MacAllister Molina e proprio la capra di Rosario.
Adani non c’è ma sembra quasi di sentirlo cantare: è un’Argentina perfetta, aggressiva, affamata, sempre lucida. In mezzo al campo De Paul e Fernandez dominano, la Francia sembra l’ombra di se stessa, incapace di reagire al punto da costringere Deschamps ad un doppio cambio che ha del clamoroso: fuori Giroud e Dembele, dentro Thuram e Kolo Muani, al minuto 40 per essere esatti. Non cambia nulla, per altri 40’.
Fino a quando, cioè, Mbappe decide di caricarsi un popolo e una squadra sulle spalle, pur avendo appena 23 anni: 80’, rigore trasformato. 81’, mezza sforbiciata all’angolino. 2-2, in due minuti. È il calcio signori, metafora dell’esistenza e senso dell’incalcolabile.
Come il gol di Messi al 105’, inaspettato perché – forse – immeritato per quanto si stava vedendo. Non è finita. Manicomio di Montiel a due minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, e ancora rigore di Mbappe: TRIPLETTA per il calciatore manifesto più forte del pianeta.
Che però quella sera, anche lui, dovrà piegarsi al destino, incarnato nella persona di Messi e veicolato da Emiliano Martinez, che prima salva su Kolo Muani al 121’ con una parata destinata a rimanere nella storia, poi induce all’errore Tchouameni e para il rigore a Coman, in una sequenza perfetta dell’albiceleste, che con Montiel – così redento – realizza il sogno di un popolo intero, stretto intorno a un simbolo: il giocatore del secolo, Lionel Messi, per la partita del secolo, Argentina-Francia.