Il Marocco di Walid Regragui è già riuscito in un’impresa leggendaria: arrivare primo in un girone composto da Belgio, Croazia e Canada. Rispettivamente l’ex #1 nel ranking FIFA, i vice-campioni del mondo e una delle possibili sorprese del torneo. Nessuno, o pochissimi, avrebbero scommesso sul Marocco.
La squadra africana invece non solo è passata ma lo ha fatto convincendo, da prima della classe. Un risultato storico, ma non unico: era già accaduto infatti nel 1986, quando i Leoni dell’Atlante erano riusciti ad avere la meglio su squadre altrettanto importanti come Polonia, Inghilterra e Portogallo – solo la Germania Ovest, nella fase finale del torneo, ebbe la meglio sulla fiaba marocchina. È lecito allora domandarsi se questo Marocco, targato Qatar 2022, sia la più forte nazionale africana nella storia del torneo iridato.
Da Algeria e Camerun a Spagna 82 al Marocco di Messico 86
Affermarlo significherebbe sottovalutare il primo storico risultato di un’africana al mondiale: Spagna 82, un’edizione che ricordiamo bene, nella quale l’Algeria riuscì a battere la Germania poi nostra avversaria in finale. Questo, seppur senza enormi conseguenze, fu senz’altro il primo campanello lanciato dal calcio africano a quello mondiale. Lo stesso dicasi del Camerun, sempre nella stessa edizione: i Leoni capitarono proprio nel girone di Pablito & co., insieme a Perù e Polonia. Quel Camerun uscì imbattuto (tre pareggi) dal mondiale.
Il vero primo storico risultato fu però quello proprio del Marocco quattro anni più tardi, Messico 86. Nell’edizione rimasta iconica per diversi motivi, uno sottovalutato dagli storici del calcio è senza dubbio il cammino del Marocco, capace di passare il primo turno – prima africana della storia a riuscirci – e da prima nel girone. È questo il limite che adesso Zyiech e compagni vogliono varcare per entrare nell’Olimpo del football mondiale.
Ancora il Camerun a Italia 90, la Nigeria a USA 94 e il Senegal del 2002
Non dimentichiamoci comunque dell’exploit Camerun a Italia 90, con Roger Milla protagonista, né ad USA 94 della più forte africana che mai fu: la Nigeria dei fenomeni, incapace di andare oltre al girone solo per uno spogliatoio dilaniato dalle antipatie reciproche.
A livello sportivo comunque il vero storico risultato rimane quello del Senegal allenato dall’istrionico Bruno Metsu nel 2002. Quella squadra fu in grado di raggiungere i quarti di finale divertendo e incantando, nonché giocando un bruttissimo scherzo alla Francia, patria calcistica natale di gran parte di quella rosa. Solo una straordinaria Turchia riuscirà a fermare i senegalesi.
Il Ghana del 2010 a 11 metri dalla seminifinale
Abbiamo dimenticato qualcosa? Ma certo: il Ghana del 2010, una delle squadre più forti mai prodotte dal calcio africano almeno a livello di rosa. Una nazionale quotatissima che dovette arrendersi solo ai quarti di finale contro l’Uruguay, dopo il mani-comio di Suarez e il conseguente rigore fallito da Gyan che tutti ricorderete.
Per rispondere al quesito iniziale, allora, è bene non sbilanciarsi troppo. Le squadre africane, per indole, tanto più sono forti quanto meno rendono fino in fondo. Come non citare la Costa d’Avorio di Drogba e Yaya Touré o la succitata Nigeria di Jay-Jay fantasia-al-potere Okocha, o il Ghana dei Muntari, Boateng, Asamoah e Gyan? Sono troppe le squadre che ci hanno fatto credere nel definitivo salto del calcio africano, illudendoci sul più bello.
Quanto forte è questo Marocco?
In effetti anche questo Marocco potrebbe illuderci, perché al momento sembra davvero una gran bella squadra: solidissima dietro, con nomi di rilevanza come Mazraoui e Hakimi, o Bounou tra i pali, portiere che gioca in Liga al Sevilla (a proposito, occhio anche al fattore geografico: sono appena 14 i km che separano la Spagna dal Marocco). A centrocampo Amrabat si sta esaltando, Zyiech è semplicemente un fenomeno e Sabiri sembra semplicemente il Sabiri dello scorso anno (non quello comunque visto fin qui in maglia Samp).
Le sei vittorie su sei partite ai gironi di qualificazione, con un solo gol subito, non potevano essere sottovalutate. Neanche però può esserlo la Spagna, squadra sorniona – e biscottara – contro il Giappone, ma fortissima se vuole. Al Marocco manca forse solo (e non è un dettaglio) un grande realizzatore. En-Nesyri, altro calciatore del Sevilla in Liga, si è sbloccato nell’ultima uscita dimostrando ai suoi tifosi – quelli del club quanto quelli della nazionale – di avere ancora dentro il sacro fuoco dell’attaccante.
No, il Marocco non è l’africana più forte della storia. Nemmeno ai mondiali. Poi però ci sono i numeri, che hanno un peso. Scrivere la storia e dare un segnale obiettivo alla domanda iniziale significherebbe battere prima la Spagna e poi la vincente di Portogallo vs Svizzera. Difficile, ma non impossibile in un mondiale che ci ha già dimostrato di amare il ribaltamento dei pronostici.