Non sempre i record di durata corrispondono ad esperienze piacevoli.
Nel poker, ad esempio, rimanere al tavolo ore e ore senza che succeda nulla di rilevante non è piacevole per gli spettatori. Ma non lo è neanche per chi sta giocando perché il carico di tensione, stress e stanchezza è quasi insopportabile.
Un record di questo tipo è stato stabilito nel 2012 al final table del Main Event WSOP, quando la fase 3-handed si è protratta per 247 mani, equivalenti a 11 ore di gioco, per “merito” di Jesse Sylvia, Greg Merson, e Jake Balsiger.
Vediamo brevemente il contesto.
A quell’edizione del Main Event delle World Series Of Poker ci sono 6.598 entries per un montepremi complessivo di oltre 62 milioni di dollari. 8,5 di questi spettano al vincitore.
Il torneo si gioca ancora in modalità doppia fase, ovvero composizione del final table a luglio e tavolo finale in autunno. La differenza sta nelle date dell’ultimo atto che vengono anticipate alla fine ottobre al posto del consueto mese di novembre.
Dopo l’eliminazione di Gaelle Baumann al 10° posto, gli October Nine sono serviti.
Nella lista spiccano alcuni nomi importanti: quelli dello specialista statunitense di high stakes Jeremy Ausmus, dell’ungherese Andras Koroknai (salvato da una “decisione arbitrale” dopo una svista in una mano contro la Baumann) e di Gregory Merson.
A quel tavolo finale, Merson è probabilmente il giocatore più titolato. Lo statunitense vanta già un bottino di 1,2 milioni di dollari realizzati con 11 ITM (5 sono targati WSOP), ma gran parte di quella cifra deriva dalla vittoria nel $10.000 No Limit Hold’em 6-Handed ottenuta nel 2012 pochi giorni prima dell’inizio del Main Event. Merson è senza dubbio in good run ma le sue skills sono evidenti.
Tra i finalisti c’è anche il 21enne Jake Balsiger che, in caso di vittoria finale, potrebbe togliere a Joe Cada il primato del più giovane campione del mondo di poker.
E la possibilità diventa concreta quando Balsiger raggiungere la fase a 3 insieme a Merson e a un altro statunitense, Jesse Sylvia. A questo punto inizia la “fase eterna” di quel final table.
Dopo 288 mani dall’inizio del final table e 6 ore in modalità 3-handed, i tre giocatori sono ancora tutti in ballo. Alle 289ma improvvisamente arriva uno scossone.
I bui sono 600.000/1.200.000/200.000, quando Sylvia rilancia 2,4 milioni da bottone. Balsiger rapidamente decide di andare all-in per 17 milioni e ottiene il fold di Merson. L’original raiser invece chiama.
Allo showdown Sylvia è avanti con A♠10♥ vs K♠J♦ di Balsiger: potrebbe essere la svolta del torneo, ma un board che al turn recita 2♣K♣5♠K♦ regala il 2-up al 21enne.
E così, anziché svoltare verso l’heads-up, il torneo continua.
Dura altre 5 ore durante le quali Balsiger raggiunge anche la chiplead. Ma un po’ alla volta, forse un po’ per inesperienza, il suo stack inizia a sgretolarsi. A 5 ore di distanza da quel colpo fortunato, Balsiger incontra il suo destino.
L’azione comincia con il raise di Merson sul quale il giovane americano pusha con [Qx][Tx]. Sylvia folda ma non Merson che, avendo tante chips in più, chiama e mostra [Kx][Qx]. Il board fa il resto: 6♠6♦6♣J♣5♥ e Jake Balsiger esce al 3° posto per un payout di circa 3,8 milioni di dollari. Rimarrà quello il suo miglior risultato, anche se nei successivi anni Jake Balsiger vincerà ancora un bel po’ di soldi, per un totale che al 2018 (anno del suo ultimo ITM) supera di poco i 5 milioni di dollari.
Merson e Sylvia, invece, si apprestano a contendersi il titolo.
Il testa-a-testa per il braccialetto dura circa due ore. Merson parte avanti 2:1 in chips e mantiene il vantaggio fino alla mano conclusiva, la numero 399 del final table.
Con bui 1mil/2mil/300k, Greg Merson apre a quattro milioni con K♦5♦. Jesse Sylvia ci pensa un po’ e poi tribetta fino a 9,5 milioni. L’azione torna a Merson il quale, con grande tranquillità, mette in mezzo tutto quello che gli resta, cioè 69,3 milioni. La sua intuizione è ottima, perché (a carte scoperte) è in vantaggio su Sylvia che ha Q♠J♠.
Quest’ultimo va in the think tank per qualche minuto dopodiché chiama, ma il board scorre tutto a favore del suo avversario: 6♣3♥9♦6♠7♣. Jesse Sylvia conclude così quell’interminabile final table, con un secondo posto da $5.295.149. Greg Merson invece succede a Pius Heinz nel ruolo di campione del mondo di Texas Hold’em, per un braccialetto che vale 8.531.853 dollari. Le sue vincite nei tornei live ammontano oggi a più di 11 milioni di dollari, ottenuti andando a premio solo 36 volte!
Oltre al denaro, ai braccialetti e al primato di endurance a un tavolo finale, quelle due vittorie alle WSOP 2012 hanno un significato particolare per Merson. Sono infatti arrivate dopo 11 mesi di astinenza dall’uso di droghe: una dipendenza nella quale il pro americano era caduto subito dopo aver visto crollare la propria carriera di giocatore a causa dal Black Friday.
Immagine di testa credits WSOP/PokerNews