Poter associare il proprio nome ad un record è un’ambizione per chiunque. Anche per chi gioca a poker, ma in questo caso i record che valgono di più sono probabilmente quelli realizzati alle WSOP.
D’altra parte, se il denaro non è il metro di giudizio, le World Series Of Poker hanno una storia, un blasone e un fascino che nessun’altra competizione può vantare.
Ecco che allora i recordmen delle WSOP sono quelli i più ricordati. Ad esempio Phil Hellmuth che detiene il primato per il maggior numero di braccialetti (16). Johnny Moss e Stu Ungar sono invece gli unici finora a poter vantare 3 titoli Main Event. E poi Jamie Gold, la “meteora” che ha vinto il ME più ricco (12 milioni di dollari).
Anche l’età può valere un record. In tanti probabilmente ricordano chi è il giocatore più giovane ad aver vinto il ME: Joe Cada (a 21 anni, 357 giorni) se parliamo di WSOP, Annette Obrestad (18 anni e 364 giorni) nel caso delle WSOP Europe.
Ma chi sono i giocatori più anziani ad aver preso parte alla kermesse di Las Vegas? Ecco un aiuto per rinfrescare la memoria!
La top tre è formata senza dubbio da Jack Ury, William Watcher e Herman Moonves.
Il record per il giocatore più anziano che abbia mai partecipato ad un evento delle WSOP appartiene a Jack Ury (1913-2011) il quale nel 2010, alla veneranda età di 97 anni, si è iscritto al suo ultimo Main Event.
Al secondo posto c’è Herman Moonves, padre del presidente della CBS Leslie Moonves, che nel 2016 ha giocato il “Seniors Championship” delle WSOP. In quel momento aveva 95 anni. Onestamente non sappiamo se abbia partecipato ad altri tornei prima della sua morte, avvenuta nel 2021.
William Watcher (1921-2018) a 94 anni è invece diventato il più anziano giocatore capace di andare in the money. Ci è riuscito alle WSOP 2015, quando ha incassato 19.500 dollari con il suo 254° posto nel Main Event. Non risultano altri piazzamenti WSOP a suo nome dopo quella data. Nel 2015 Watcher ha scalzato il precedente record stabilito da Joe Goldwasser, cugino di Herman Moonves, che a 93 anni era andato ITM nel Seniors Championship delle WSOP 2014.
Dei tre, Ury è probabilmente quello che ha lasciato un ricordo speciale alle World Series Of Poker.
Nato il 22 marzo 1913 a Terre Haute (Indiana, USA), Jack Ury è stato un veterano della Seconda Guerra Mondiale, dove ha servito nella Marina militare degli Stati Uniti. Successivamente ha lavorato come impiegato delle poste fino alla pensione, traguardo che ha raggiunto nel 1978. Alla sua morte, avvenuta il primo febbraio 2011, Ury ha lasciato quattro figlie, 11 nipoti, 14 pronipoti e tre bisnipoti. Sua moglie Elizabeth, con la quale è stato sposato per 66 anni, era morta tre anni prima.
Jack Ury una volta ha dichiarato di aver preso in mano le carte da poker a soli 10 anni! La sua passione per il gioco è quindi di lunga data, ma la sua prima apparizione al Main Event WSOP risale al 2007. In tutte e quattro le partecipazioni (2007-2010), ha sempre raggiunto almeno il Day2. Nel 2010 ha stabilito il proprio record, superando la seconda giornata con uno shortstack di 8.200 chips. Il giorno dopo, tuttavia, non si è presentato per il Day3 è il suo stack è stato eroso automaticamente dai bui.
Data l’età già molto avanzata, in tutti gli eventi è stato assistito al tavolo dai nipoti che lo hanno aiutato a spostarsi da un tavolo all’altro (in carrozzina), a postare i bui e a contare le chips. Ha giocato sessioni di 12 ore, cieco da un occhio e limitato nell’uso dell’altro. Era anche completamente sordo da un orecchio.
Inevitabilmente la sua figura e la sua fortissima passione per poker hanno catturato l’attenzione da parte dei media (ad es. ESPN) e le simpatie di tutti gli avversari. Durante le sue performance al Main Event è diventato uno dei giocatori più amati dalla community dei giocatori. In particolare, una sua action al tavolo è rimasta memorabile.
L’azione si svolge al Day2 del Main Event WSOP edizione 2009. Ad un certo punto, Ury si trova di fronte un giocatore professionista, il connazionale Stephen Friedlander, più giovane di lui di almeno cinquant’anni. Sul flop ci sono 6♣6♦7♠ e Ury punta 1.000 gettoni. Il suo avversario fa un po’ di show, quasi a volerlo prendere un po’ in giro.
“Vuoi che vada all-in?“, gli dice dimostrando davvero poco tatto. Qualche istante dopo, Friedlander le mette tutte. Ury forse perde un po’ il filo (o forse no…) e gli chiede “Sei andato all-in?“. Il pro conferma e Ury chiama. Il bello inizia adesso.
Allo showdown Friedlander mostra 7♥6♥, per un full di 6 ai 7. Tutti danno per scontato che il “nonno del poker” abbia perso la mano e sia player out, ma lui esita un po’ tenendo le carte coperte. Poi dice al professionista: “Hai un problema...” (you’re in trouble…), sempre senza mostrare le carte. A questo punto, Jack Ury inscena uno slowroll da smaliziato giocatore chiedendo un paio di volte al dealer se è arrivato il momento di mostrate le carte.
Al secondo “sì”, Jack Ury gira sul tavolo 7♦7♣, per un clamoroso fullhouse di 7 ai 6 che batte quello di Friendlander!
Normalmente questo tipo di azione avrebbe scatenato reazioni negative da parte degli altri giocatori seduti al tavolo. E invece tutti quanti, compreso Friedlander, hanno applaudito Jack Ury. La community del noto forum di poker TwoPlusTwo ha ribattezzato “National Slowroll Day” quella giornata.
Il video merita di essere visto anche solo per la faccia che fa Friedlander.
Chiudiamo con una nota. In questo elenco di giocatori non abbiamo inserito Doyle Brunson, il quale a 89 anni si fa ancora vedere in sala, nonostante le ovvie difficoltà.
Texas Dolly è tuttavia un’icona del poker e vanta già due record quasi irripetibili oggi. C’è quello di 2 vittorie consecutive al ME WSOP, primato che condivide con Johnny Chan, Johnny Moss e Stu Ungar. Ed è l’unico ad avere piazzato risultati nei tornei di poker per 50 anni!
Non è escluso, però, che possa puntare anche a quello di longevità pokeristica assoluta. Noi ovviamente glielo auguriamo.
Immagine di testa: William Watcher (credits PokerNews)