Una bella medaglia d’argento.
Il Team Time Trial Mixed Relay regala sempre grandi soddisfazioni all’Italia del pedale. Anche questa volta il sestetto formato da Ganna, Sobrero, Affini, Cecchini, Longo Borghini e Guazzini non delude e sale sul podio al termine di una gara mozzafiato, incerta fino alla fine e che ha visto perdere il titolo iridato per una manciata di secondi. Si laurea campione del mondo il team della Svizzera, ma nel confronto stellare gli Azzurri non sfigurano, dando anzi l’impressione che solo pochi chilometri in più (ma forse anche di meno) e il titolo sarebbe stato nostro.
Il gruppo elvetico, formato da Mauro Schmid, Stefan Kun, Stefan Bissegger, Elise Chabbey, Marlen Reusser e Nicole Koller è di quelli che, solo a leggere i pedigree dei singoli componenti, mette paura.
Sulla carta anche il sestetto olandese vanta legittime aspettative di vittoria come i tedeschi, campioni del mondo in carica. L’Italia si appella all’orgoglio di campioni come Filippo Ganna, Edoardo Affini e Matteo Sobrero, tutti usciti poco contenti dalle crono individuali. Il terzetto femminile con Elena Cecchini, Elisa Longo Borghini e Vittoria Guazzini offre concrete garanzie rispetto alla concorrenza, ad eccezione forse del temibile terzetto olandese.
Gli intertempi chiariscono molto e nello spazio di pochi chilometri fanno capire che lotta sarebbe stata tra la Svizzera e l’Italia, con l’Australia terzo incomodo, favorita soprattutto dall’essere partita molto prima delle altre squadre e con condizioni climatiche leggermente favorevoli.
Al cambio degli uomini, gli Azzurri sono indietro di 10″. “E’ complicato trovare il ritmo in una gara breve come questa – ricorda Edoardo Affini – ma credo che siamo riusciti ad esprimerci tutti al meglio. Oggettivamente la Svizzera allineava un terzetto veramente forte. Logico che si punta sempre alla vittoria, ma abbiamo dato il massimo. Questo argento, a 2″ dai primi, ci onora, porta entusiasmo e ci dice che stiamo ancora crescendo“.
Mentre l’Olanda arranca indietro per vicissitudini varie tra gabbiani e cadute e la Germania sembra subito lontana, si spera nel recupero nella seconda parte, vista la condizione di forma delle italiane.
“Quando è arrivata la salita Elisa ha prodotto un forcing che per poco non metteva in difficoltà anche me – ha detto la Guazzini -: ho faticato a starle dietro“. Superata l’erta è entrata in azione la campionessa del mondo U23 che ha espresso il massimo della velocità nel piano.
Alla fine dei 14 chilometri il terzetto ha recuperato ben 8″ sulle temibili elvetiche… qualche metro ancora e sarebbe stato oro. “Per noi la Maglia azzurra è un valore – ha concluso Elisa Longo Borghini -: quando c’è da lottare per un successo in comune non ci tiriamo indietro. Abbiamo dimostrato di essere sempre molto competitivi in questa specialità“.
A chi le fa notare che l’Italia è l’unica formazione in grado di confermare il podio dello scorso anno, migliorando il piazzamento, Longo Borghini risponde: “Abbiamo una grande scuola e il movimento che c’è dietro permette di esprimere sempre atleti in grado di ben figurare. Questa medaglia ci dà entusiasmo“.
“Guardiamo ai prossimi appuntamenti con fiducia” ha concluso Matteo Sobrero, inserito insieme ad Affini anche nel gruppo strada ma che insieme con Zana farà parte delle riserve per decisione del commissario tecnico Bennati.