Seconda giornata dei giorni di Champions League, e gara già decisiva. O comunque molto vicina a definire le sorti della Juventus in questa competizione. La squadra di Allegri, dopo il ko alla prima in casa del Psg per 2-1, affronterà stavolta il Benfica: è la squadra portoghese, quella con la quale si giocherà il passaggio del turno.
Anche il tecnico è stato chiaro e ben prima della vigilia della sfida: la partita di Torino con i portoghesi conta più di tante altre.
Parole che hanno suscitato ilarità, rabbia, che avevano però un riflesso significativo: rendere Juve-Benfica una partita assolutamente da non sbagliare per i bianconeri. Così è, così dovrà essere.
Tanto vale metterlo in chiaro sin dall’inizio. Oh, non che i portoghesi siano ora diventati sparring partner: sono molto di più, lo dimostrano le 6 vittorie di fila fatte da inizio stagione. Stanno bene, sono in forma, in particolare hanno inserito giocatori importanti in un contesto di rosa già molto funzionante. Schmidt è un allenatore particolare: il suo Leverkusen era divertente, questo Benfica rischia di diventare un capolavoro offensivo.
Juventus-Benfica in breve
- Quando si gioca: Mercoledì 14 settembre, ore 21.00.
- Stadio: Allianz Stadium di Torino
- Dove vederla: Amazon Prime
- Probabile formazione Juventus (4-3-3): Szczesny, Danilo, Bonucci, Bremer, Alex Sandro; Locatelli, Paredes, Rabiot; Cuadrado, Vlahovic, Kostic.
- Probabile formazione Benfica (4-2-3-1): Vlachodimos, Gilberto, Silva, Otamendi, Grimaldo, Florentino, Fernandez, Neres, Silva, Draxler, Musa.
I precedenti tra Juve e Benfica
- Partite totali: 6
- Vittorie Juventus: 1
- Pareggi: 1
- Vittorie Benfica: 4
- Gol Juventus: 5
- Gol Benfica: 7
Non è esattamente una delle partite più semplici per la Juventus, anche andando a spulciare i precedenti tra le due squadre si nota come i bianconeri abbiano vinto appena 1 match su 6 giocati.
La prima sfida tra le parti risale addirittura al 67-68, Coppa dei Campioni, semifinali: l’andata in Portogallo finì 2-0 per i padroni di casa, che s’imposero al ritorno, anche a Torino. Era ovviamente la squadra di Eusebio, allenata da Lajos Baroti: un pezzo incredibile di storia del calcio, con colonne come Jacinto in difesa e Antonio Simoes in attacco.
Nel 1992-1993, quarti di finale di Coppa Uefa: nel doppio confronto, la Juve riuscì a imporsi.
Dopo la sconfitta all’andata per 2-1, 3-0 secco al ritorno. A segno Kohler, Dino Baggio e Fabrizio Ravanelli. Con Roby Baggio alle spalle di Vialli, la Juve riuscì ad arrivare fino in fondo, obiettivo che invece sfumò nel 2014 ai bianconeri di Conte. Con la finale dell’Europa League proprio allo Stadium, la squadra di Carlitos Tevez, con un giovanissimo Pogba in rosa, non seppe avere la meglio sul Benfica di Garay, Sulejmani, Markovic e Rodrigo.
Per tanti, un’occasione davvero incredibile, sfumata per raggiungere un obiettivo fine a se stesso: Conte voleva il record di punti in campionato, poi ottenuto; i tifosi sognavano il trionfo europeo.
Statistiche a confronto
Che tipo di squadra è, però, questo Benfica?
Con Schmidt ha sviluppato tantissimo il lavoro sulle fasce, ma dal punto di vista della tenuta mentale sono arrivati i passi in avanti più concreti. La visione di calcio del tedesco si è subito notata all’interno delle partite del Benfica: la squadra reagisce bene agli urti, sa difendere bene in avanti e non ha problemi nel creare occasioni. Finalizzare, ecco, è un’altra storia. E la Juventus lo sa bene.
In generale, il Benfica ama tenere il possesso della palla: ha una media del 66,8% all’interno delle proprie partite; va spesso a contrasto (20 per partita) e non è fallosa (11 di media).
In termini offensivi, occhio alla mole di occasione: 19.3 tiri tentati per partita, quasi 6 sono in porta. E’ una squadra che dribbla e crea superiorità numerica (11 per gara).
La Juve, anche dopo Parigi, ha migliorato alcuni dei numeri complicati di inizio stagione. Prendiamo gli xG: ora la media è 5.2, superiore a quella di tante altre squadre. Migliorata inoltre la percentuale di passaggi completati (84,2%) e di dribbling riusciti (50%).
Sul tema dei tocchi in area va certamente fatto di più: i bianconeri, nell’area offensiva, hanno avuto solo 103 volte il pallone. E si riflette nei gol segnati su azione.
Stati di forma e probabili formazioni
Quale formazione sceglierà Allegri? Intanto, il tecnico livornese deve fare i conti con diverse assenze: Pogba e Chiesa si vedranno probabilmente a gennaio, resta in dubbio però la presenza di Di Maria. L’argentino è ancora alle prese con una lesione muscolare e va valutato. Non al meglio anche Rabiot e Locatelli, out con la Salernitana, mentre Danilo e Bremer hanno riposato e saranno della partita. Szczesny rientra: Perin torna in panchina.
Per il Benfica, conferme su conferme. In particolare, attenzione ai nuovi: Draxler si è già preso un posto di rilievo, ritroverà due vecchi compagni come Di Maria e Paredes, insieme ai tempi del Psg. Florentino resta il fiore all’occhiello, attenzione a Grimaldo: è un obiettivo di mercato proprio dei bianconeri.
Juventus (4-3-3): Szczesny, Danilo, Bonucci, Bremer, Alex Sandro; Locatelli, Paredes, Rabiot; Cuadrado, Vlahovic, Kostic.
Benfica (4-2-3-1): Vlachodimos, Gilberto, Silva, Otamendi, Grimaldo, Florentino, Fernandez, Neres, Silva, Draxler, Musa.
Momento Juve: obbligatorio mantenere la calma
Dopo il match con la Salernitana, la Juve si è già tuffata verso la Champions: in una stagione così compressa, il tempo scarseggerà sempre. Per questo, subito al lavoro, con la testa già lontana dalla sfida dello Stadium.
I bianconeri devono mettersi alle spalle in particolare il ko di Parigi: poteva essere messo in preventivo, certo, ma ha chiaramente impostato un percorso europeo diverso, che dovrà essere più netto (anche guardando al campionato) e certamente più continuo.
Momento Benfica: sulle ali dell’entusiasmo
Dall’altra parte, il Benfica vive un momento di ottima forma e non vuole fermare il treno delle vittorie.
Questa spinta che parte dalla Liga Portoguesa e arriva fino in Champions dovrà bastare per mettere alle corde la Juventus: il nome potrebbe far tremare, ma analizzando le prestazioni della squadra di Allegri c’è la voglia di far bene e la consapevolezza di poter ribaltare i naturali pronostici.
Il Benfica gioca e corre, la Juve sa difendere e ripartire: il copione sembra già scritto.