La 33a edizione del Main Event WSOP è ricordata per più di un motivo.
Il primo riguarda il field che nel 2002 registra un nuovo primato. A quel Main Event si iscrivono infatti 631 giocatori, 18 in più rispetto all’edizione precedente vinta da Carlos Mortensen. Non si tratta di una sorpresa spiazzante, perché in fondo lo scarto vero con il passato è iniziato con l’edizione del 2000 (da 393 entry del 1999 a 512). Tuttavia, l’effetto di questa crescita incide sul primo premio che cresce di un 25% rispetto al 2001, arrivando a quota 2 milioni di dollari.
Il secondo motivo è legato al vincitore: Robert Varkonyi. Il newyorkese, di professione consulente finanziario, è considerato da tutti un dilettante. Quando si presenta in sala per giocare quel Main Event, alle spalle non ha alcun risultato ufficiale e nessuno lo conosce.
Il terzo motivo, invece, riguarda Phil Hellmuth.
Nonostante il field corposo e popolato da tanti professionisti, Robert Varkonyi raggiunge il final table. Ci arriva però con una delle ultime posizioni del chipcount. Ha uno stack di 640.000 gettoni mentre il chipleader, John Shipley, ha più di 2 milioni, quasi un terzo di tutte le chips in circolazione.
In pratica, il dilettante inizia da shortstack. Ma già nel corso del primo livello Varkonyi dimostra di non essere così a digiuno per quanto riguarda la tecnica del gioco. Spilla un K tra le sue hole cards e rilancia. Chiama solo Shipley con 8♣7♣. Al flop scende un K che regala la top pair all’original raiser, il quale decide di intrappolare l’avversario con uno slow-play. Shipley abbocca al check e manda i resti. Varkonyi non deve far altro che chiamare: board liscio e il dilettante fa double-up!
E’ solo l’inizio della risalita, quasi tutta a scapito di Shipley. Qualche livello più tardi, i due si scontrano di nuovo. Questa volta è un all-in preflop con Varkonyi che parte sopra con JJ vs AJ. Il board mantiene il vantaggio dei “ganci” e regala la chiplead a Varkonyi. Non contento, l’amateur chiude il conto con Shipley poco più tardi, eliminandolo al 7° posto grazie a una coppia di Assi.
Qualche livello più tardi, diventa protagonista una mano che ha un significato speciale per Robert Varkonyi: Donna-Dieci. Un paio di giorni prima, infatti, il dilettante ha eliminato Phil Hellmuth proprio con quella starting-hand.
E così, quando a 4 left del final table Scott Gray annuncia l’all-in, Varkonyi controlla le proprie carte, poi alza la testa e annuncia ironicamente: “Dal momento che ho la mano preferita di Phil Hellmuth, faccio call!“. Naturalmente in mano ha Q-10. Altrettanto prevedibile quello che succede: due Q al flop e Gray abbandona il torneo.
La volata per il titolo diventa un affare a tre: Robert Varkonyi (chipleader), Julian Gardner (2° in chips) e Ralph Perry (3°). Quest’ultimo è l’ennesima vittima dell’incontenibile (e fortunato) Varkonyi: cooler preflop AA vs JJ e l’heads-up finale è servito.
Phil Hellmuth, che è al commento in compagnia di Gabe Kaplan, a quel punto esclama: “Se Robert Varkonyi vince il torneo, mi taglio i capelli a zero!“
Il rischio di Poker Brat è però duplice. Se vince Varkonyi, perde tutti i capelli. Se invece a prevalere è Julian Gardner, Hellmuth perde il primato stabilito nel 1989, quando a soli 24 anni si è aggiudicato il Main Event WSOP. Gardner ne ha infatti uno in meno e, in caso di vittoria, diventerebbe lui il più giovane giocatore ad aver vinto quel titolo.
Con in testa il dubbio su chi tifare, Phil Hellmuth assiste all’HU fino all’ultima mano.
Varkonyi spilla Q♦10♠ e rilancia a 50k, Gardner chiama da BB con J♣8♣. Al flop scendono 4♣4♠Q♣. Il chipleader decide di andare in c-bet grazie alla top pair, ma subisce l’instant all-in di Gardner che decide di giocarsi tutto in semibluff con flush draw. Fiducioso nelle sue carte fortunate, Varkonyi chiama. Il turn lo premia con un 10♦ che trasforma la top pair in doppia coppia, ma soprattutto toglie un out a Gardner. L’ultima carta è proprio quel non-out: un beffardo 10♣ che completa il progetto di Gardner ma al tempo stesso regala fullhouse al suo avversario!
Robert Varkonyi vince così il Main Event WSOP 2002. Phil Hellmuth conserva invece il proprio record – che durerà per altri 8 anni fino alla vittoria di Peter Eastgate nel 2010 – ma non i capelli.
In mezzo alla folla che urla “taglia i capelli a Phil” c’è infatti Becky Binion, figlia di Benny (l’inventore delle WSOP), pronta a “tosare” Phil Hellmuth con un rasoio elettrico. La accompagna Gabe Kaplan che si rivolge a Poker Brat dicendogli: “Phil, dimmi la verità, cos’hai in testa adesso? Donna e Dieci?“
Immagine di testa: una foto recente di Robert Varkonyi (credits PokerNews)