Nel mondo degli eSports gli anni giocano un ruolo non indifferente. Rimanere competitivi oltre una certa età è difficile.
Non è chiaro quale sia questa deadline, perché dipende dal tipo di videogame. Ad esempio, gli strategici in tempo reale (come Starcraft II) o i MOBA (come Dota 2 e League of Legends) richiedono reattività e riflessi che premiano i player più giovani. A 25 anni un esporter di questi titoli è considerato “sul viale del tramonto”. Salvo eccezioni.
Una di queste è rappresentata da Marcin “Jankos” Jankowski. A 27 anni compiuti (è un classe 1995), il jungler polacco è probabilmente il più anziano esporter in circolazione su League of Legends.
“Chiunque in questo eSport è più giovane di me e questo è duro da sopportare” ha dichiarato a RedBull con un pizzico di ironia il “maturo” player polacco. Il quale ha poi subito corretto il tiro: “Ad essere sincero, non penso più di tanto alla mia età perché mi sento ancora molto competitivo.”
Marcin Jankowski debutta nell’eSport di LoL nel 2012. “Non ho mai davvero pensato di diventare un pro player, semplicemente ad un certo momento mi sono accorto che gli esporters che seguivo non mi sembravano così superiori.”
Una decisione non molto ragionata ma che si rivelerà assolutamente corretta.
Durante i successivi tre anni “carbura” bene, destreggiandosi e andando a premio in alcune competizioni minori. Poi nel 2016 arriva il primo colpo grosso. Nel ruolo di jungler, ‘Jankos’ aiuta il team H2K a raggiungere le semifinali dei Worlds, un risultato insperato all’inizio del torneo. Gli H2K sono infatti l’unico team occidentale ad entrare nella top 4 del torneo, il resto è tutto ad appannaggio delle formazioni sudcoreane. I 5 componenti del team ricevono $76.050 ciascuno.
Marcin Jankowski rimane con l’organizzazione inglese fino al 2017, togliendosi ancora qualche soddisfazione. Ma il vero salto di categoria lo compie nel 2018, quando viene chiamato dai G2 Esports, una delle più grandi società esportive d’Europa.
E’ con l’organizzazione fondata dall’ex pro-player spagnolo di LoL Carlos “ocelote” Rodríguez Santiago e dall’imprenditore tedesco Jens Hilgers che ‘Jankos’ si afferma come uno dei migliori jungler europei. Il merito però va anche agli altri membri del team che costruiscono un gioco di squadra ideale per il polacco. Nei G2 Esports del 2018 brillano infatti le stelle Rasmus ‘Caps’ Winther e Luka ‘PerkZ’ Perković, con gli ottimi Mihael “Mikyx” Mehle e Martin “Wunder” Hansen a completare il quintetto. Quella squadra di LoL dominerà la scena europea per quasi tre anni.
Il migliore il 2019. Il team si impone due volte nel LEC (Spring e Summer) e conquista anche il Mid-Season Invitational a Taipei: è la prima organizzazione esportiva dell’Occidente a riuscirci. L’annata clamorosa si conclude tuttavia con un po’ di rammarico per l’en plein solo sfiorato: i G2 si arrendono infatti nella finale dei Worlds al team cinese FunPlus Phoenix.
Nella tasche di ogni singolo giocatore entrano altri 60mila dollari, ma per Marcin Jankowski si tratta del secondo titolo mondiale mancato. Un anno dopo, arrivano altri due titoli LEC e soprattutto un’altra semifinale persa ai Worlds, questa volta contro il team sudcoreano Damwon Gaming, poi vincitore finale.
Al terzo tentativo mancato, il tarlo dei Worlds comincia a diventare nella testa di Jankos una sorta di metaforico Graal.
Il 2021 è invece “l’annata più deludente“, come l’ha definita lo stesso esporter. E con ragione, visto che i G2 non vincono nulla, nemmeno a livello europeo dove ottengono solo due semifinali LEC.
Falliscono persino la qualificazione ai Worlds e questo conduce la dirigenza verso la revisione completa del team. Se ne vanno o vengono ceduti/scambiati praticamente tutti: Wunder, Mikyx, le new entry Grabbz, Nelson e la star Martin ‘Rekkles’ Larson, che ha sostituito PerkZ. Anche i coach vengono rimpiazzati. Alla fine restano solo Caps e Jankos.
A questi si aggiungono tre nuovi giocatori: Victor ‘Flakked’ Lirola, Raphaël ‘Targamas’ Crabbé e Sergen ‘Broken Blade’ Celik. Tutti giovani, tutti da… educare.
“Non è che fossero dei ragazzini viziati, ma gli mancava il giusto modo per stare in un team pro, quello che la mia generazione aveva già imparato. E così gli abbiamo insegnato a rispettare i più vecchi! (ride, ndr)”.
Il commento di Flakked rende chiaro il concetto: “(Janko) faceva un po’ da genitore a tutti noi“. Per quanto non fosse nel suo DNA, il player polacco è in effetti diventato un vero e proprio team leader nel corso degli anni. Uno che guida gli altri sia durante le partite che nella vita di tutti i giorni all’interno di un’organizzazione esportiva.
“Non mi sono mai sentito realmente un leader, ma in quel momento ero il più anziano e questo comporta responsabilità e un certo modo di comportarsi“. Così il 27enne polacco, che poi aggiunge: “Volevo rimanere me stesso, ma al tempo stesso ho dovuto passare il messaggio che, quando sei parte di un team pro, il gioco diventa una cosa seria.“
Anche grazie al suo esempio, il nuovo team ha già ottenuto qualche buon risultato: un primo posto nel LEC Spring, una semifinale al Mid-Season Invitational e soprattutto il pass per il Play-In ai Worlds di quest’anno. Un’altra chance.
Perché il Graal di Marcin Jankowski è ancora là ad aspettarlo. “Non so quanto tempo ho davanti nel mio percorso di esporter. Quest’anno potrebbe essere l’ultimo. Però sento di non essere mai arrivato al top, e questo mi manca. Mi pesa non aver vinto i Worlds. Non voglio ritirarmi senza aver raggiunto il livello più alto.“
La sua vita continua ad essere dedicata interamente all’esport di LoL, ma tutto questo ha comportato e comporta tuttora molte rinunce. La principale è probabilmente quella degli affetti.
“L’ultima volta che ho avuto una ragazza è stato nel 2015!”. Lo dice ridendo ma poi si accorge che a 27 anni quel vuoto si fa sentire: “La cosa che mi manca di più è avere una persona da abbracciare. Forse non si può avere tutto: ho avuto la carriera ma credo di aver perso qualcosa di importante nelle relazioni.“
Marcin Jankowski è consapevole che nella ricerca del proprio Graal il rischio di perdere qualcosa è concreto, bisogna quindi valutare i pro e i contro. Lui lo ha fatto e, almeno per ora, sembra avere le idee chiare al riguardo.
“Una parte della mia vita è stata 100% LoL. Se dovessi vincere i Worlds mi ritirerei dall’esport e mi dedicherei ad altro. Adesso però voglio vincere il mondiale.“
E se non dovesse succedere? E’ una domanda alla quale il giovane – ma maturo – jungler polacco dovrà dare una risposta in tempi brevi. Ma non prima dei Worlds 2022.
Fino ad allora la sua quest continua.