Dopo gli ultimi novanta minuti di battaglia contro il Twente, la Fiorentina ha conquistato sul campo la qualificazione alla fase ai gironi di Conference League e l’urna di Istanbul è stata abbastanza benevola con la squadra di Italiano.
Partendo dalla seconda fascia almeno una testa di serie doveva toccare, e il Basaksehir per quanto avversario ostico è comunque alla portata. Meglio ancora nelle altre due fasce, dove gli scozzesi del Hearts of Midlothian e i lettoni del RFS Riga, non sembrano poter impensierire per il passaggio del turno. Ma andiamo per ordine e scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulle partecipanti del Girone A.
Istanbul Basaksehir
La squadra turca solo tre stagioni fa (2019/20) è riuscita nell’impresa di vincere il primo scudetto nazionale a trenta anni esatti dalla sua fondazione, che rimane al momento l’unico trofeo presente in bacheca.
Nell’ultima stagione si è classificata al quarto posto della Super Lig, mentre quest’anno è partita bene in campionato e altrettanto nelle qualificazioni di Conference League, dove ha eliminato in successione Netanya, Breidablik e Antwerp senza subire sconfitta alcuna.
Qualità della rosa
Per dare un’idea della differenza potremmo dire semplicemente che l’intero valore della rosa del Basaksehir (circa 60 milioni) è appena un quinto di quello della Fiorentina. Ma questo, come ben sappiamo, non è quasi mai motivo sufficiente per avere la meglio, se non appunto sulla carta.
Ci sono invece diverse individualità a cui fare attenzione, in alcuni casi anche vecchie conoscenze del calcio italiano. Vedi Lucas Biglia in mediana, che dopo aver fatto le gioie dei laziali si è trasferito in Turchia per dire ancora la sua. Il peregrinaggio di Stefano Okaka è stato decisamente più ampio, e dopo le ultime esperienze con la maglia dell’Udinese, sta trovando fortuna con il Basaksehir tanto da aver segnato 12 reti nell’ultima stagione (oltre a 3 assist in 31 partite).
Non c’è dubbio però che i due nomi più pericolosi potrebbero essere altri: Mesut Ozil e Bertrand Traorè. Il tedesco si è ormai accasato in Turchia dopo l’esperienza con il Fenerbahce delle due stagioni passate (per la verità tra alti e bassi), mentre il gioiellino Traorè è in cerca di riscatto dopo essere esploso in Ligue1 con il Lione e una parentesi non troppo soddisfacente in Premier con l’Aston Villa.
L’allenatore
I più attenti ricorderanno senza dubbio l’esperienza del tecnico Emre Belozoglu con la maglia dell’Inter a inizio anni duemila, anche se per la verità con molte ombre e poche luci (complici anche alcuni infortuni e uno scarso adattamento al calcio italiano e al modulo di Mancini, oltre ad avere davanti uno come Stankovic che lo relegava spesso in panchina). Ombre che proseguirono anche nel tentativo in Premier con il Newcastle, convincendolo a tornare in patria dove invece riprese a giocare a buoni livelli prima nel Fenerbahce e poi proprio nel Basaksehir.
Chiude la carriera in campo ancora nel Fenerbahce, che appena due anni fa gli offre poi anche la possibilità di esordire in panchina chiudendo la stagione con un ottimo terzo posto (a soli due punti dalla vetta). Abbastanza per continuare la carriera in quel di Basaksehir dove centra un altro buon quarto posto l’anno scorso con tanto di accesso a questa Conference League.
In totale la sua bacheca da giocatore parla di 5 campionati turchi (3 con il Galatasaray e 2 con il Fenerbahce), oltre a 4 Coppe di Turchia, 2 Supercoppe di Turchia, 1 Coppa UEFA (con il Galatasaray nel 2000), 2 Supercoppe UEFA, 1 Coppa Intertoto (con il Newcastle) e persino una Coppa Italia con l’Inter (nel 2005).
Formazione Tipo
Un allenatore così giovane ha sicuramente molti margini di miglioramento e soprattutto strategie in fase di sviluppo. Lo dimostra il fatto che in questa stagione sta alternando particolarmente due moduli diversi, passando dal 4-1-4-1 a un 4-3-3 (entrambi con ottimi esiti visto che non ha ancora perso una partita).
Questo sarà probabilmente ancora più valido con l’innesto di un’ala destra come Traorè che sicuramente si esalta di più in un attacco a tre. Facile in quel caso vedere Okaka agire come centravanti, con Traorè e Chouiar ai lati. Oppure se c’è Ozil con il tedesco ad agire sulla trequarti.
A centrocampo non sembrano esserci dubbi su Biglia al centro (in regia o davanti alla difesa), mentre in mediana agiranno probabilmente Ozkan e Tekdemir. Più semplice la linea di difesa che è rimasta spesso invariata, con Ozbayrakli sulla destra e uno tra Kaldrim o Lima sull’altro lato, mentre in mezzo spazio a Duarte (ex Milan) e Ndayishimiye davanti a Babacan tra i pali.
- Basaksehir (4-3-3): Babacan; Ozbayrakli, Ndayishimiye, Duarte, Kaldirimi (Lima); Ozcan, Biglia, Tekdemir; Ozil (Chouiar), Traoré, Okaka.
Heart of Midlothian
C’è davvero il “Cuore” del calcio di Edimburgo in questa società creata ormai quasi cento cinquanta anni or sono (era il lontano 1874). Una squadra capace di portarsi a casa 4 titoli di Scozia, otto Coppe di Scozia e 4 Coppa di Lega, anche se la stragrande maggioranza dei titoli (soprattutto quelli di campionato) è ferma al 1960.
Dopo le tante retrocessioni e risalite, proprio due anni fa torna in Premiership consolidandosi subito come terza forza del campionato (dopo le solite Celtic e Rangers), e si presenta a questa Conference dopo aver perso però lo scontro con il Zurigo per l’accesso all’Europa League (doppia sconfitta).
Qualità della rosa
Inutile girarci intorno, dell’Hearts si può solo dire che ha molti giovani interessanti, ma quando tutta la rosa insieme vale meno del solo Cabral, qualcosa dovrà pure significare.
Occhio soprattutto a due terzini come Atkinson a destra e Kingsley a sinistra, che proseguono la tradizione di buoni prospetti sulle fasce (anche Hickey che ha fatto le fortune del Bologna era arrivato da qua), così come a una punta interessante quale è Lawrence Shankland, che almeno in Championship ha sempre portato a casa la sua buona dose di gol (60 in 120 partite), salvo poi calare vistosamente la sua media nelle serie maggiori.
L’allenatore
La storia tra Robbie Neilson e i suoi Hearts è qualcosa che va al di là del semplice connubio sportivo. Oltre 200 partite in maglia granata con cui si è portato a casa due Coppe di Scozia, per poi riprendere dalla stessa panchina delle giovanili e passare alla prima squadra riportandola nella massima serie vincendo la Scottish Championship nel 2015 e arrivando terzo l’anno successivo.
Dopo una breve parentesi in Inghilterra (MK Dons) torna in patria nel Dundee United, e infine di nuovo sulla panchina degli Hearts nel 2020 dove ottiene nuovamente il primo posto nella Championship tornando in prima divisione. E di nuovo la stagione scorsa, chiudendo al terzo posto.
Una favola a cui ora serve un lieto fine, anche se viste le avversarie del gruppo sarà davvero difficile.
Formazione Tipo
Diverse variabili nella formazione tipo degli Hearts, che Neilson può schierare sia con la difesa a tre (con un 3-4-3 o 3-4-2-1) sia con la linea a quattro (in un 4-2-3-1).
Al di là di Gordon tra i pali quindi, ci sono ballottaggi soprattutto sulle due fasce in base al modulo scelto. Smith e Atkinson sulla destra (con il primo utile anche nella linea a tre mentre il secondo con caratteristiche utili anche per fare l’esterno a centrocampo), Cochrane e Kingley a sinistra (allo stesso modo il primo possibile anche nella linea di centrocampo mentre il secondo buono anche per la linea a tre). Chiudono al centro Rowels e Halkett all’occorrenza.
Devlin agirà sulla mediana, mentre per Baningime si dovrà aspettare fino almeno a dicembre per vederlo in campo (legamento crociato). Spazio quindi a Grant al suo fianco. Shankland punto fermo in attacco, con sugli esterni (o sulla trequarti a seconda dei casi) i vari McKay e Boyce.
- Hearts (4-2-3-1): Gordon; Smith (Atkinson), Halkett, Rowles, Cochrane (Kingley); Devlin, Grant; Forrest, Boyce, McKay; Shankland.
RFS Riga
Fondata appena diciassette anni fa, l’RFS Riga è riuscito proprio lo scorso anno a mettere in bacheca il suo primo titolo di Virsliga, il campionato lettone, oltre al bis nella Coppa di Lettonia (già vinta nel 2019).
La nuova stagione è cominciata meno bene, con l’eliminazione dai preliminari di Champions League da parte dei finlandesi del HJK (solo dopo i calci di rigore), salvo poi però conquistare questi gironi di Conference eliminando prima i maltesi dell’Hibernians e poi gli irlandesi del nord del Linfield (ancora una volta ai calci di rigore).
Anche in campionato ormai il titolo sembra definitivamente sfuggito, con il Valmiera a undici punti di distacco dopo la venticinquesima giornata (e un terzo posto da definire).
Qualità della rosa
Parliamo di una rosa il cui valore complessivo non arriva a stento ai nove milioni di euro, buona parte dei quali per merito di Andrej Ilic, giovane promessa serba cresciuta nel Partizan e che in questa stagione ha già messo a segno 12 reti (e 5 assist) in campionato, oltre a 3 reti (in quattro partite) di Coppe europee.
Altro elemento imprescindibile è Emerson Santana, ala sinistra brasiliana con 8 reti e 4 assist in 31 partite in stagione. Per il resto c’è la solidità del suo capitano, Tomislav Saric, esperto mediano croato passato anche dalle nostre parti (nel Crotone, Pistoiese e Savoia) con le ossa formate nel campionato HNL (oltre 200 partite con 23 reti e 12 assist) e appunto in Lettonia (circa cento partite in Virsliga con 13 gol e 9 assist all’attivo).
L’allenatore
Viktors Morozs ha vestito per ventidue volte la maglia della nazionale lettone, in una carriera vissuta tra la Virsliga (Valmeria e Skonto tra le altre) e nei campionati minori dell’est, da Cipro alla Bielorussia.
Da allenatore invece non si è ancora mosso dalla sua nazione, esordendo sulla panchina del RTU Riga per poi passare al BFC Daugavpils e approdare due anni fa di nuovo a Riga nel RFS.
Formazione Tipo
Morozs è abituato a un modulo con una difesa a quattro, variando però l’approccio offensivo con una o due punte a seconda dei casi.
Nelle ultime uscite si è presentato con Ilic unica punta, supportato da una linea a tre sulla trequarti con Santana e Simkovic ai lati e Zjuzins al centro. Panic e Jatta possono agire sulla mediana (in entrambi i moduli).
In difesa davanti a Steinbors, c’è Meres sulla sinistra, con Sorokins o Vlalukin sull’altra fascia. In mezzo dovrebbero agire Lipuscek e Jagodinskis.
- RFS Riga (4-2-3-1): Steinbors; Sorokins, Jagodinskis, Lipuscek, Mares; Jatta, Panic; Simkovic, Zjuzins, Santana; Ilic