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Un anno dopo, lo Scudetto resta a Milano: cambia la sponda del naviglio e da quella rossonera, ecco la riva nerazzurra che esulta.

La stagione 1988-89 della Serie A incorona l’Inter di Giovanni Trapattoni che a suon di Record porta a casa il tredicesimo scudetto, a nove anni di distanza dall’ultimo.

Sono gli anni d’oro del nostro campionato, con il dominio calcistico di Milano in Italia e poi anche in Europa.

In tutto questo, spiccano le 22 reti di Aldo Serena: centravanti inarrestabile di quell’Inter Campione di Italia che con la maglia dei meneghini vive una seconda giovinezza.

Ma è pure l’anno dell’esplosione definitiva di Roberto Baggio che assieme a Stefano Borgonovo trascina la Fiorentina in Coppa Uefa, dopo uno spareggio vinto contro la Roma e deciso per uno scherzo del destino, dall’ex bomber giallorosso Pruzzo.

Insomma, un campionato clamoroso e ricco di spunti, con una classifica cannonieri che fa davvero rizzare i capelli per i nomi, soprattutto nella top 10.

Vediamo nel dettaglio.

Il riassunto della stagione 1988-89: Inter come un rullo compressore

12 mesi dopo lo Scudetto vinto in rimonta sul Napoli, il Milan si toglie dal petto lo scudetto e lo cede ai cugini dell’Inter.

Troppo forte la squadra di Giovanni Trapattoni, nella stagione 1988-89: basti pensare che nell’epoca dei due punti per vittoria, i nerazzurri vincono il campionato con 58 punti su 68 disponibili. Nessuno come loro e 13° titolo in bacheca per il club guidato allora da Ernesto Pellegrini.

Serena uomo gol, con Diaz, Berti e soprattutto i due tedeschi appena arrivati in Serie A: Matthäus e Brehme.

Insomma uno Scudetto mai messo in discussione, nonostante una strenua resistenza di un Napoli che si aggrappa alle giocate di Maradona, alle reti di Careca e Carnevale e al fosforo brasiliano di Alemao in mezzo al campo. Ma non basterà per evitare il successo nerazzurro.

Il Milan degli olandesi, con Rijkaard a completare il trio, vince la Supercoppa Italiana e prenderà sempre più coraggio in Coppa dei Campioni, mentre in campionato gli uomini di Sacchi mollano ben presto e chiuderanno terzi, davanti a Juventus, Sampdoria, Atalanta e Fiorentina.

La stagione 1988-89 incorona le squadre italiane in Europa, con il Milan che vince la sua terza Coppa dei Campioni, il Napoli che vince la Coppa Uefa e con la Sampdoria che si ferma solo in finale a Berna per 2-0 contro il Barcellona in Coppa delle Coppe. Blucerchiati che si consoleranno con la vittoria della Coppa Italia.

Di conseguenza la truppa di Boskov cercherà la rivincita nell’edizione successiva della manifestazione continentale, con l’accoppiata Milan e Inter che accedono alla Coppa dei Campioni 1989-90 e in Coppa Uefa ci vanno Napoli, Juventus, Atalanta e come detto la Fiorentina che vince lo spareggio contro la Roma.

Tornando al campionato 1988-89, il primo con tre stranieri e a 18 squadre dopo ben 21 anni dall’ultima volta, salutano la Serie A a fine stagione Como, Pisa, Pescara e contro ogni pronostico il Torino che riassapora il gusto amaro della Serie B a distanza di 30 anni dall’ultima volta.

Classifica cannonieri 1988-89: Aldo Serena davanti a Van Basten

GIOCATORISQUADRAGOLPRESENZE
SerenaInter2232
van BastenMilan1933
CarecaNapoli1930
BaggioFiorentina1530
VialliSampodoria1430
BorgonovoFiorentina1430
CarnevaleNapoli1328
DiazInter1233
BarrosJuventus1226
AgostiniCesena1132
MullerTorino1131

22 reti. Una più pesante dell’altra.

Aldo Serena è il bomber indiscusso della classifica cannonieri 1988-89 in Serie A. I suoi gol sono determinanti per il tredicesimo scudetto dell’Inter e Giovanni Trapattoni cuce una squadra perfetta, attorno al suo attaccante. Almeno il 50% di quel titolo passa dalle marcature di Serena che scende in campo 32 volte su 34 gare disponibili.

Alle spalle del nerazzurro, ecco Marco Van Basten. L’olandese nella stagione precedente è rimasto a lungo ai box per i problemi alla famosa caviglia, seppur decisivo nel finale di stagione con le sue reti. Finalmente può scendere in campo per tutto il campionato e saranno 19 le reti del “Cigno” in 33 gare, oltre a quelle che segnerà in Coppa dei Campioni.

Il podio è completato da un altro bomber di razza come Careca. L’attaccante del Napoli si conferma in doppia cifra per la seconda stagione di fila e dopo i 13 dell’anno precedente, ecco 19 gol nella stagione 1988-89. Ancora una volta le prodezze del brasiliano non bastano ai partenopei per vincere lo Scudetto, ma avranno un altro sapore in Coppa Uefa, con Maradona-Careca trascinatori della squadra di Ottavio Bianchi fino al titolo continentale.

Roberto Baggio vive la sua stagione migliore a Firenze ed è anche quella della consacrazione: 15 reti che aiutano i gigliati a centrare la qualificazione in Europa che manca da 7 anni. Assieme a lui, sale alla ribalta anche Stefano Borgonovo che con 14 reti forma la mitica B2 assieme al “Divin Codino”.

A 14 gol si ferma pure Gianluca Vialli, sempre più uomo copertina della Sampdoria di Boskov assieme a Mancini: bomber implacabile sia in campionato e sia in Coppa delle Coppe. Con 13 reti è la volta di Andrea Carnevale che diventa uno dei protagonisti del Napoli, complice anche la cessione di Giordano.

Sé Aldo Serena è il bomber implacabile dell’Inter, vanno ricordate anche le 12 marcature di Ramon Diaz nel suo unico anno con la maglia nerazzurra. L’argentino blinda lo Scudetto meneghino. Prima stagione in Serie A e subito top 10 anche per Rui Barros. Il folletto portoghese della Juventus segna 12 volte, pur agendo da numero 10 e non da punta centrale.

La classifica cannonieri 1988-89 si chiude, per quanto concerne i migliori 10, con Massimo Agostini emergente attaccante del Cesena. Il “Condor” trova la via del gol in 11 occasioni e non sono poche, considerando la rosa e le ambizioni della squadra. Una stagione che lo fa conoscere al grande pubblico.

Assieme a lui, spazio a quota 11 anche per Muller: l’attaccante brasiliano del Torino è una delle poche note liete della stagione per i Granata, ma non basteranno per evitare la retrocessione.

Aldo Serena, Re indiscusso nella stagione 1988-89

La palma del migliore, nella stagione 1988-89, non può che andare ad Aldo Serena.

Stilisticamente non il massimo da vedere in Serie A, ma alla fine l’essenza di questo sport è fare gol e lui in quella stagione segna come se non ci fosse un domani.

22 reti che danno una bella spinta all’Inter nella volata allo Scudetto dei record. Segna 3 gol nelle prime quattro giornate, contro Ascoli, Pisa e Roma, con la rete decisiva a 7 minuti dalla fine nella vittoria a Como per 2-1. Decide il derby per 1-0 e la domenica successiva buca anche la porta della Juventus nel pareggio per 1-1.

Apre il 1989 con il gol che stende il Bologna e infine completa il girone di andata segnando al Toro, oltre alla doppietta contro la Fiorentina nel primo Ko stagionale, per 4-3 al Franchi.

Nella seconda parte di campionato Serena si conferma un fiume in piena e bissa quanto fatto nel girone di andata: reti contro Ascoli, Pisa e Roma, a cui si aggiunge quello al Verona. Resta a secco nel derby terminato 0-0, ma segna anche a Torino contro la Juventus nel secondo 1-1 della stagione.

Nel finale di stagione cala la doppietta a Bologna nel clamoroso 0-6 e nel 4-2 interno contro l’Atalanta. Nessuno come Aldo Serena in quella fantastica stagione.

La Sorpresa: Stefano Borgonovo

Se in qualche modo Roberto Baggio non è più una sorpresa, dopo la stagione 1987-88, Stefano Borgonovo lo diventa a modo suo.

L’attaccante arriva a Firenze dal Como, ma dopo essere stato girato in prestito dal Milan che nel frattempo ha comprato il cartellino dai lariani.

Con Roberto Baggio formerà una coppia pazzesca nell’attacco gigliato: 15 centri per il 10 viola e 14 per Stefano che l’anno successivo viene richiamato da Sacchi al Milan e con i rossoneri vincerà la Coppa dei Campioni.

Per Stefano Borgonovo sarà la stagione più bella della sua carriera, quella in riva all’Arno: sia sotto il profilo delle realizzazioni e sia sotto il profilo umano, con il popolo viola che lo elegge beniamino assieme a Roberto Baggio, tanto da soprannominare il tandem d’attacco: la B2.

E sarà proprio Firenze ad ospitare la gara in suo onore, tra Fiorentina e Milan nel 2008, quando l’ex centravanti rende pubblica la sua battaglia contro la SLA.

Una serata particolare e dove il suo nome viene cantato da tutto lo stadio per 90 minuti, con Roberto Baggio che spinge la carrozzina con Stefano fin sotto la Curva Fiesole.

Verrà a mancare nel giugno del 2013, proprio a causa della SLA.

La delusione: Renato Portaluppi

Un po’ come sparare sul Presepe potrebbe dire qualcuno.

Ma Renato Portaluppi è il vero flop della stagione 1988-89 che vale anche il soprannome di “Bidone”.

Arrivato nella capitale, dopo aver segnato 154 reti con la maglia del Gremio in 190 gare (vincendo anche una Libertadores) e 9 gol in mezza stagione al Flamengo, il Brasiliano si dimostrò inadeguato al nostro campionato.

In difficoltà con le difese italiane, lento nel voltarsi faccia alla porta e in pessimi rapporti con il resto della squadra, Portaluppi si segnalerà come bomber indiscusso della movida romana e del gossip.

In campo però, a fronte di 23 presenze non segnerà mai in Serie A: le uniche 4 reti arriveranno tra Coppa Italia e Coppa Uefa. 12 mesi il suo approdo in Italia tornerà in Patria nel Flamengo.

Negli anni successivi sarà uno dei bersagli preferiti della Gialappa’s Band, nel programma “Mai Dire Gol” dove viene eletto “Fenomeno Parastatale”.