Quanto valgono 393 in the money, 89 dei quali realizzati alle World Series Of Poker? Tantissimo, naturalmente. Ma anche non abbastanza, se in vent’anni di tornei non sei mai riuscito a raggiungere il traguardo più importante.
In estrema sintesi, la carriera torneistica di Allen Kessler è questa, dove il tabù è rappresentato dal braccialetto riservato al vincitore di un evento WSOP o WSOPE.
Il professionista americano non è mai riuscito ad infilarselo al polso, nonostante abbia raggiunto il final table 8 volte. 4 si sono concluse con la sconfitta in heads-up: se questo non è un record – positivo o negativo, lo lasciamo decidere a voi – di sicuro ci va vicino.
Tutti questi piazzamenti – ai quali vanno aggiunti tre anelli vinti nel WSOP Circuit – fanno di Allen Kessler un professionista di altri tempi. E’ un veterano del circuito USA, dove gioca soprattutto tornei con buy-in medio-alto ma mai high roller, nonostante i 4 milioni accumulati in carriera.
Il suo poker è piuttosto conservativo, così come l’approccio professionale: non si considera un top player, ma uno capace di fare profit molto spesso. Per tutti questi aspetti ci ricorda un po’ il nostro Salvatore Bonavena.
Al tempo stesso è uno dei personaggi più pittoreschi del circuito professionistico, come dimostrano i suoi interventi “critici” su PokerNews durante le WSOP o all’interno dei suoi canali social. Qui non troverete approfondite analisi tecniche in stile GTO. Piuttosto ci sono racconti di bad beat e valutazioni sulla bontà di un torneo, in particolare in merito alla struttura di gioco. E non sono in pochi a dargli retta, compresi gli organizzatori degli eventi.
In poche parole, Allen Kessler è uno che predilige la sostanza ai fronzoli. Forse anche per questo è stato soprannominato “Chainsaw” (motosega).
Nell’ambito delle competizioni, si dedica sia al TH che alle varianti. Le gioca un po’ tutte ed è proprio con queste che ha ottenuto i suoi quattro “argenti”.
Il primo è datato 2005. Il torneo è il $2.500 Omaha Hi-Lo al quale prendono parte 359 giocatori. Tra questi c’è anche un giovane Max Pescatori che alla fine chiuderà al 19° posto).
Kessler arriva alla fase 3-handed da chipleader, davanti a Tommy Fischer e a Todd Brunson.
Ad un certo punto, i tre sono coinvolti in un moster pot che assorbe tutte le loro chips. Kessler è il favorito mentre Brunson sembra destinato all’eliminazione. E invece al river arriva la carta che fa vincere il pot al figlio di Doyle Brunson ed elimina al suo posto Fischer.
In HU Todd Brunson parte avanti, ma Kessler ha ancora margine di action, perché la struttura è solida, come non ha mancato di sottolineare “Chainsaw” a PokerNews con un pizzico di sarcasmo: “era prima che Daniel Negreanu la rovinasse“.
Le carte però favoriscono Brunson che, tra l’altro, ha l’appoggio di quasi tutto il pubblico: “Io ero praticamente uno sconosciuto“, spiega Kessler. “Avevo pochissimi amici, lui aveva un gruppo di tifosi, suo papà, Jennifer Harman e tanti altri. A tifare per me non c’era quasi nessuno“.
La vittoria è per Todd Brunson. Ad Allen Kessler rimangono solo la sensazione di esserci andato vicinissimo, 132mila dollari di premio e la foto ricordo: “è quella che TheHendonmob ha usato per un pò sulla mia scheda. In quel momento stavo guardando Todd Brunson seduto dall’altra parte del tavolo“.
Nel 2010 Allen Kessler arriva nuovamente secondo. Questa volta si tratta del $10.000 Stud Hi-Lo Championship, che registra 170 partecipanti. Il tavolo finale è uno show di star.
“Uno dei più difficili nella storia degli tornei non-hold’em“, racconta Kessler sempre a PokerNews. Ha ragione, perché ci sono John Juanda, Steve Zolotow, Frank Kassela, Jennifer Harman e anche Dario Minieri. Da notare che il “caterpillar” non è l’unico italiano ad essere andato deep in quel torneo, perché a un passo dal FT (12° posto) troviamo Alessio Isaia.
Con il suo tipico gioco conservativo, Chainsaw scala uno alla volta i gradini del payout, elimina la Harman al 3° posto e raggiunge l’HU contro Frank Kassela. “Tutti dicevano che era il giocatore meno forte al tavolo eppure continuava a vincere piatti“.
In effetti Kassela parte avanti 4:1 in chips e non lascia molte chance al suo avversario. Nonostante la rapida sconfitta, Allen Kessler ha un ricordo positivo di quel risultato: “Vista la differenza in chips, non mi aspettavo di vincere. Ero contento del secondo posto“.
E probabilmente anche del payout: 276.485 dollari che sono ancora oggi il suo miglior incasso in un torneo.
Un anno dopo il suo secondo runner-up, Allen Kessler fa tris nel $1.500 Pot Limit Hold’em. Non esattamente una variante, visto che si tratta di poker “alla texana”, ma il sistema di puntata rende questo torneo un evento marginale, soprattutto oggi.
Eppure quell’anno ci sono 756 entries. “Ricordo molto bene quel torneo“, sottolinea il protagonista di questa storia. Ricorda in particolare il fatto di essere stato big stack per buona parte del torneo.
In effetti Kessler non incontra particolari difficoltà a raggiungere il testa-a-testa per il braccialetto. Qui però ad aspettarlo c’è un super professionista: Brian Rast, che oggi vanta 3 titoli WSOP e 22 milioni di dollari vinti.
“L’heads-up è andato avanti tre-quattro ore. Per me è stato un grande risultato, soprattutto perché non sono uno specialista di HU hold’em, mentre lui lo è“.
In realtà la sfida è durata poco più di due ore, che non sono comunque poche. Ad un certo punto Chainsaw ha iniziato a subire l’aggressività preflop del suo avversario. La mano decisiva resta comunque un mezzo cooler: sul flop 3♥A♥5♥ si scatena una serie di rilanci, fino allo shove/call. Kessler mostra 5♣3♣, doppia coppia, ma Rast gli sta avanti con K♥[99], colore floppato.
Finisce senza che turn e river modifichino la situazione. Allen Kessler è di nuovo secondo, questa volta per $140.309 di premio.
Passano 6 anni e si arriva così al 2017. La location questa volta è Rozvadov (Rep. Ceca) che ospita le WSOP Europe. Kessler va a premio tre volte e in una di queste ottiene il suo quarto heads-up finale.
L’occasione arriva con l’evento 2.200 euro Pot Limit Omaha. “Un tipo di poker che non gioco quasi mai“, spiega Kessler. Eppure si tratta della più grossa occasione di vincere un braccialetto mai avuta da Chainsaw.
Data la poca esperienza in questa specialità, Kessler si affida soprattutto al suo stile conservativo. Gli avversari (c’è anche il nostro Dario Alioto, 9° alla fine) lo rispettano e foldano spesso sulle sue puntate. Se a questo si aggiunge un pizzico di fortuna, sembra proprio che per l’americano sia arrivata la volta buona.
Anche perché all’heads-up si trova di fronte il ceco Lukas Zaskodny, un discreto player amatoriale ma niente di più. L’americano parte avanti 3:2 in chips e mantiene la leadership fino alla prima svolta, quando i due finiscono ai resti al flop in situazione di sostanziale parità: Kessler ha combo draw contro il set di Zaskodny, e ha pure le odds per chiudere scala colore e superare un eventuale fullhouse del suo avversario. Però non va così: Kessler completa colore al river ma con la carta sbagliata, quella che bina il board e consegna full al suo avversario.
Chainsaw si alza dal tavolo disperato. Tuttavia non è player out, ha ancora un po’ di chips e la determinazione per tentare la rimonta. Così, pot dopo pot, senza mai regalare nulla, Allen Kessler si riporta avanti. “Avevo un feeling positivo, sentivo che il momento era quello giusto“.
Il problema è che quel trend positivo viene inaspettatamente interrotto dal direttore del torneo. C’è un problema con la diretta streaming e viene imposto il break, nonostante le proteste del pro americano.
“Dopo quel momento è cambiato tutto. Non ho più centrato un flop, mentre lui (Zaskodny) ha iniziato a vincere tutti i piatti… La dinamica della partita è cambiata come se il destino avesse scelto di premiare il mio avversario. E’ stato molto frustrante“.
Il finale è doloroso per Allen Kessler. La mano è ricostruita parzialmente a causa dei problemi tecnici, ma in sostanza i due vanno all-in su questo turn: Jx 7x 2x 2x. Kessler mostra Ax Jx 3x 2x, fullhouse. Zaskodny ha però chiuso quello superiore con J♥J♣6♦3♦. L’unica speranza per Kessler è l’ultimo 2 rimasto nel mazzo: arriva invece un 10♥ che lo costringe per la quarta volta al ruolo di runner-up.
Nonostante quella batosta, Allen Kessler non ha mai smesso di provarci. Da allora ha infilato più di 100 in the money. Il più recente è arrivato una settimana fa, nell’evento Housewarming delle WSOP 2022.
Questo significa che Chainsaw è ancora là, in sala, a caccia del primo braccialetto. Non molla. Ed è difficile non fare il tifo per lui, sperando che finalmente arrivi la sua volta buona.
Immagine di testa: Allen “Chainsaw” Kessler (credits PokerNews)