La pandemia ha dimostrato a tutti che Internet può rappresentare una forma di globalizzazione alternativa a quella economica e forse anche più sostenibile.
E’ lo scambio di idee, la condivisione di interessi, il contatto tra le persone che supera le barriere geografiche.
Durante il bienno 2020-21, gli appassionati di giochi si sono resi conto di quanto sia utile il mondo virtuale. Impossibilitati ad incontrarsi per fare una partita dal vivo, i giocatori di tutto il mondo sono entrati nel Web e hanno trovato, magari dall’altra parte del pianeta, qualcuno con cui fare una partita.
Per una buona parte di loro non si è trattato di un cambiamento. Pensiamo al poker, agli scacchi e soprattutto ai videogame: tutte attività ludiche che da circa una ventina d’anni si dividono tra competizioni dal vivo e virtuali.
Ma come hanno fatto quei giocatori abituati alla presenza fisica di amici e materiali per il gioco, in primis gli appassionati di giochi di ruolo?
Roll20 è un tavolo virtuale pensato per i GDR cartacei (e anche qualche wargame, ad es. Fields of Glory) che normalmente si fanno attorno a un vero tavolo. Non si tratta di un videogame ma di una piattaforma online che mette a disposizione di giocatori e master tutti gli strumenti per giocare di ruolo sul computer, compresa l’interazione – a distanza in questo caso – tra le persone.
Gli inventori sono tre studenti universitari americani appassionati di Dungeons & Dragons. Una volta laureati, Riley Dutton, Nolan Jones e Richard Zayas hanno trovato lavoro in città diversi ma non per questo hanno voluto rinunciare al loro hobby. Hanno così sviluppato un sistema online per poter continuare i loro party a distanza. Il risultato, cioè la futura piattaforma Roll20, è stato così buono che il trio ha lanciato una compagna di crowdfunding con $5.000 di target, raggiungendo in breve tempo quota 40mila! Nel 2012 Roll20 è diventato disponibile per tutti su Internet.
La piattaforma è gratuita – esistono però delle versioni “plus” che richiedono un abbonamento – e supporta diversi giochi di ruolo. I più famosi sono senza dubbio Pathfinder, Call of Cthulhu e ovviamente D&D. Per quest’ultimo, The Orr Group (l’azienda che possiede Roll20) nel 2016 ha acquistato da Wizards of the Coast i diritti per utilizzare il materiale originale del gioco.
Cosa trovano i giocatori su questa piattaforma online? Una griglia, i dadi, la scheda del personaggio, un compendium, una chat e un canale vocale.
La griglia rappresenta l’area in cui si muovono i personaggi ed è fornita completamente vuota.
Su di essa è possibile giocare “disegnando” (un po’ astrattamente) la mappa di gioco oppure caricando immagini che contribuiscano a creare l’ambientazione. Ci sono poi token da utilizzare per indicare i personaggi-giocatori e quelli non giocanti. Anche in questo caso, l’operazione è completamente personalizzabile. I personaggi si muovono sulla griglia usando il mouse o le frecce direzionali della tastiera.
Roll20 fornisce un simulatore di dadi, dei quali si può scegliere il tipo (dal d4 al d100) e il numero. Il risultato viene visualizzato sullo schermo con dadi virtuali oppure si può optare per la sola visione del risultato nella chat.
Il sito fornisce delle schede personaggio compilabili a mano, come si farebbe nella tradizionale scheda cartacea. Cliccando direttamente sui diversi elementi che la compongono (attacchi, prove di abilità, caratteristiche) il giocatore ottiene direttamente il tiro di dado, completo di tutti i modificatori necessari e senza quindi doverli calcolare autonomamente ogni volta. Altri elementi come incantesimi e capacità particolari sono condivisibili automaticamente in chat così che tutti i partecipanti possano visualizzarli.
Infine il compendium, una sorta di enciclopedia che raccoglie regole, equipaggiamenti o incantesimi. Molto utile, anche perché alcune voci sono trascinabili direttamente sulla scheda del personaggio, evitando così di compilare “a mano” ogni sezione.
Cosa cambia rispetto a una partita tradizionale? Il gioco in quanto tale rimane lo stesso, senza alcuna variazione.
Al tempo stesso è innegabile che l’assenza fisica dei giocatori comporti qualche limitazione. L’aspetto recitativo e di relazione sono senza dubbio quelli più penalizzati. Anche l’effetto atmosfera, che a volte nel live viene creato con luci soffuse e la presenza di oggetti fisici connessi al gioco, perde di spessore.
Insomma, l’esperienza non può essere la stessa. Il party online è senza dubbio un po’ più freddo e la partita spesso vira sulle scelte “strategiche” a discapito di quelle interpretative.
Eppure, con un po’ di impegno da parte del master, è possibile sopperire alla mancanza di stimoli fisici selezionando immagini suggestive o creando playlist per fornire ai giocatori il giusto sottofondo musicale.
Ma soprattutto il GDR sul Web rimane uno strumento indispensabile per poter giocare quando la presenza è impossibile: non è solo questione di pandemie, ma succede anche quando qualche membro del party live è costretto a spostarsi in un’altra città.
Con le piattaforme online per GDR il contatto tra appassionati non si perde. Anzi, la partita a distanza spesso è un’occasione per conoscere nuove persone che condividono l’hobby e che sono lontane solo dal punto di vista geografico.
A nostro avviso è proprio questo il suo punto di forza.
Concludiamo ricordando che le piattaforme online non sono solo per i giochi di ruolo. Ad esempio ne esistono anche per chi ama i wargame tridimensionali, quelli con dadi e miniature: per costoro il riferimento numero uno è Universal Battle.
Immagine di testa credits Reddit