Iga Swiatek è l’unica certezza di un tabellone femminile che ha perso rapidamente tutte le teste di serie principali. La numero 1 del mondo si è qualificata alle semifinali piegando anche la statunitense Jessica Pegula in due set (6-3 6-2), e l’obiettivo di bissare il trionfo del 2020 si fa sempre più concreto.
Il successo nei quarti del Roland Garros allunga a 33 la striscia di vittorie consecutive della polacca, cominciata a fine febbraio a Doha. Swiatek ha arricchito la sua bacheca con cinque nuovi trofei (Doha, Indian Wells, Miami, Stoccarda e Roma), lasciando alle avversarie soltanto 6 set, quattro dei quali fra Doha e Indian Wells.
La sua striscia, già storica, si colloca in nona posizione tra le leggende dell’era WTA, e al terzo posto alle spalle delle sorelle Williams se consideriamo soltanto le partite disputate negli anni 2000.
Sia Serena (34) che Venus (35) sono a tiro in caso di trionfo sulla terra rossa di Parigi, ma anche i record di Monica Seles (36) e Martina Hingis (37) tremano di fronte alla polacca.
La vetta della classifica è invece saldamente in mano a Martina Navratilova, con 74 successi consecutivi registrati nel 1984.
Martina Trevisan, una semifinale che vale l’Olimpo del tennis azzurro
Erano sette anni che una tennista azzurra non raggiungeva le semifinali in uno Slam. Sette anni di grande attesa dopo aver toccato l’apice, con la finale tutta italiana agli US Open del 2015 vinta da Flavia Pennetta contro Roberta Vinci.
Martina Trevisan ha spezzato l’astinenza continuando a fare terra bruciata a Parigi. La sua decima vittoria consecutiva in un maggio straordinario l’ha lanciata tra le prime quattro dello Slam francese, pronta a giocarsi le proprie chance in un match in cui non avrà nulla da perdere nei confronti della statunitense Cori Gauff.
Trevisan è l’ottava azzurra nella storia a raggiungere un traguardo così prestigioso, la quinta nel nuovo secolo dopo Francesca Schiavone (vincitrice del Roland Garros 2010), Sara Errani (finalista al Roland Garros e semifinalista negli US Open del 2012) e le già citate Flavia Pennetta e Roberta Vinci.
Gli ultimi dodici anni hanno visto una rinascita del tennis femminile italiano dopo un black-out durato diverse generazioni. Prima degli anni 2000, infatti, furono soltanto tre le azzurre capaci di raggiungere una semifinale Slam.
Le prime due, Maud Levi e Annalisa Bossi, sono naturalizzate. Levi, statunitense nata Rosenbaum, partecipò agli US Open del 1930 con cittadinanza italiana ricevuta grazie al matrimonio con il barone Giacomo Giorgio Levi, da cui avrebbe poi divorziato quattro anni più tardi.
Anche Bossi, nata in Germania come Anneliese Ullstein, ottenne la cittadinanza nel 1940 dopo aver sposato il tennista milanese Renato Bossi e raggiunse le semifinali del Roland Garros nel 1949, il suo anno d’oro.