La furia… ceca si abbatte sul Giro d’Italia: Jan Hirt, trentunenne di Trebic, ha ottenuto la sua prima vittoria di tappa nella Corsa Rosa e prima in assoluto in un grande giro.
Il corridore dell’Intermarché- Wanty-Gobert Matériaux, in fuga dalla mattina nella durissima frazione, si è imposto in solitaria staccando i sui ultimi compagni di fuga sul Valico di Santa Cristina, Montagna Pantani di questa edizione della Corsa Rosa, dove è passato per primo.
È stata la decima vittoria di tappa per i corridori cechi al Giro. L’ultimo è stato di Jozef Cerny ad Asti, nel 2020. All’inizio di quest’anno Hirt ha vinto la quinta tappa e la classifica generale del Tour of Oman. L’olandese Thymen Arensman ha terminato al secondo posto mentre gli altri ventidue corridori in fuga sono stati ripresi dai migliori della classifica.
Jai Hindley e Richard Carapaz si sono sfidati per il terzo posto di giornata, con il giovane australiano che ha preceduto la maglia rosa e conquistato 4″ di abbuono, riducendo così il margine: il vantaggio di Carapaz su Hindley è adesso di soli tre secondi.
I primi quattro corridori sono racchiusi in un minuto con Joao Almeida terzo a 44 secondi e Mikel Landa quarto a 59 secondi. “Sono rimasto calmo quando sono iniziati gli attacchi sull’ultima salita: sapevo che la parte finale era quella più dura – ha raccontato Hirt -. Quando Arensman ha attaccato ho capito che non potevo più aspettare e ho deciso di muovermi e attaccare a mia volta. L’Italia mi piace molto. Mi piace la cultura, il cibo, la natura e le montagne, in particolare le Dolomiti e le Alpi. Amo anche correre in primavera. Questo fa del Giro il mio grande giro preferito“.
“È stata una tappa difficile per tutti – ha invece detto Carapaz -. Quando Nibali ha attaccato non mi sono sentito in pericolo. Non volevo correre alcun rischio in discesa. C’era stata una caduta che aveva ritardato alcuni dei miei compagni di squadra ma sapevo che ci avrebbero raggiunto presto. C’erano ancora molti chilometri da percorrere. Alla fine Jai Hindley è stato più veloce di me. Non sono preoccupato. Mancano ancora molte tappe e tante montagne, inutile iniziare adesso a fare i calcoli sul vantaggio che mi serve prima della cronometro di Verona. Il Giro sarà probabilmente deciso da una manciata di secondi“.
Sarà una tappa di montagna divisa in due parti, quella di mercoledì.
Per cominciare si salirà verso il Passo del Tonale: un’ascesa seguita da un tratto di oltre 70 km sempre sostanzialmente in discesa attraverso le valli di Sole e di Non.
Superato l’Adige si scalerà la salita di Palù di Giovo attraversando la Valle di Mocheni per raggiungere Pergine Valsugana. Le due salite finali sono il Valico del Vetriolo, che è lungo e pedalabile (7% medio circa), e la salita del Menador che invece presenta tratti stretti, gallerie e pendenze sempre oltre il 10%.
Dopo Monterovere pochi chilometri ondulati porteranno all’arrivo: la strada scenderà poco per salire fino a 4 km dallo striscione del traguardo. Dopo una discesa veloce e ampia gli ultimi 700 metri saranno leggermente a salire.