Qualche anno fa Matt Demon ha tolto ogni speranza su un possibile Rounders 2: non ci sarà un sequel del film che ha fatto scoprire il Texas Hold’em a milioni di persone.
Il motivo è semplice: oggi il poker non è più un argomento mainstream e nessuna casa di produzione ha interesse a rischiare i propri soldi. E’ molto più adatto il mondo del videogame, come dimostrano i vari Warcraft, Sonic, Pixels e Ready Player One.
E invece questa volta la grande star di Hollywood, con la passione per il poker, ci ha preso solo a metà!
Secondo il webmagazine Deadline.com, la casa di produzione cinematografica Radar Pictures (Jumanji, L’ultimo Samurai, la serie tv La Ruota del Tempo), sta lavorando a un film sulla leggenda del poker Doyle Brunson.
Il poker sul grande schermo quindi non è morto. Le case di produzione sono ancora interessate, anche se bisogna ammettere che questa operazione nasce principalmente dalla volontà di persone legate al mondo del poker.
Il promotore è infatti Justin Smith, giocatore professionista di high-stakes che ha scelto di unire al poker anche la carriera di produttore cinematografico. Finora “Boosted J” ha co-prodotto 5 film. Il più famoso è probabilmente il controverso short-movie di grande successo Power/Rangers; ci sono poi Gods and Secrets (serie supereroistica ispirata al fumetto “dark” Watchmen) e Bodied, dramedy in salsa rap.
In realtà Smith non ha mai smesso di sedersi ai tavoli di poker, ma dal 2012 la sua attività di giocatore è diminuita. Ad oggi vanta 2.265.000 dollari vinti con 37 piazzamenti a premio nei tornei live, dei quali 21 sono targati WSOP/WSOPE. Tra questi c’è un sesto posto al $10k Limit Championship conquistato alle World Series Of Poker 2011.
Anche se meno attivo, il poker gli è sempre rimasto nel sangue, fosse anche “solo” per farne una pellicola per il cinema. Ma perché realizzare un film su un giocatore che, pur se leggendario, è così lontano dal mondo del poker di oggi? La risposta viene dallo stesso producer cinematografico:
“Ho ricevuto molte sceneggiature sul gambling e sul poker“, ha detto Smith. “Nessuna mi ha incuriosito tanto quanto la storia di Doyle Brunson. A mio avviso, non c’è storia di vita legata al poker più avvincente di quella di Doyle. Io stesso mi sono seduto al tavolo con lui per giocare partite high stakes: mi sento estremamente onorato di avere quindi una posizione unica per contribuire a raccontare la sua storia e descrivere l’ambiente in maniera accurata“.
Oltre al ruolo di produttore, Smith è anche lo sceneggiatore del film dedicato al “Godfather of Poker“: così è soprannominato Doyle Brunson e questo dovrebbe anche essere il titolo del biopic. La sceneggiatura è basata su uno dei soggetti che lo stesso Smith ha ricevuto nel corso degli anni.
Justin Smith ovviamente non è l’unico impegnato nel progetto. Ted Field, veterano delle produzioni hollywoodiane, è al suo fianco. Field è un altro che conosce non solo il mondo del poker, ma lo stesso Doyle Brunson.
“Ho incontrato Doyle per la prima volta quando aveva 88 anni. Dalla luce che brillava nei suoi occhi, mi sono subito reso conto che anche alla sua età, grazie a una mente affilata come un rasoio, è uno capace di mettere in difficoltà chiunque. Se Doyle ti sfida, devi fare attenzione. La vita di Doyle Brunson deve essere raccontata con tutti i suoi alti e bassi e noi di Radar ci sentiamo privilegiati per la possibilità di renderle giustizia“.
Così Ted Field. Il resto del team comprende personalità che in un modo o nell’altro appartengono al poker. L’elenco comprende il super professionista Dan Cates, Mike Svobodny (grande giocatore di backgammon, organizzatore di eventi e mentore di poker pro), i players Mike McGuiness, Illya Trincher e David Oppenheim. Completano la lista Brian Balsbaugh, agente di Doyle Brunson ed ex agente di campioni di golf, e lo stesso protagonista della storia. Tutti questi saranno produttori esecutivi del film.
Il film al momento è alla fase iniziale, cioè la stesura dello script per la quale immaginiamo servirà un po’ di tempo, vista la quantità di storie che la vita di Doyle Brunson offre.
Molto più di questo non sappiamo. Ad esempio non circolano ancora indiscrezioni sul regista e sui possibili attori. A noi piace immaginare che la storia venga raccontata da un Doyle Brunson ormai anziano interpretato da David Bridges. Cosa ne dite?
In ogni caso, l’importante è che questo film si faccia, perché dopo il vuoto lasciato da Rounders e – lasciatecelo dire – non colmato dalle produzioni successive, l’astinenza da buoni film sul poker si fa sentire. Un’altra delusione sarebbe insopportabile.
Immagine di testa: Doyle Brunson (credits PokerNews)