Che cos’è lo straddle? Se cercate il termine su Wikipedia troverete che si tratta di una tecnica usata nel mondo della finanza. Abbiamo provato a capire di cosa si tratta ma non ci siamo riusciti.
Lo stesso termine, però, viene usato anche nel poker. E qui il significato ci risulta più chiaro: lo straddle è una puntata al buio.
In altre parole, un giocatore al proprio turno può decidere di puntare prima che le carte vengano distribuite. A quel punto, l’autore dello straddle gioca come se fosse il Big Blind.
Chiaramente questa opzione non è consentita nel tornei di poker ma solo nel cash game, dove ha lo scopo di aumentare il piatto e l’entità delle giocate a partire dal flop.
Lo straddle determina infatti il minimo per fare call con le carte in mano, mentre un raise dovrà essere almeno il doppio dello straddle. Ad esempio: se i bui sono 1/2 e un giocatore annuncia uno straddle a 4, dopo la distribuzione delle carte il minimo per giocare sarà 4, mentre il rilancio sarà 8.
Lo straddle di solito è pari al doppio del big blind, ma raramente qualche pokeroom consente di puntare di più (uncapped straddle). Ci possono essere anche altre differenze. La maggior parte delle sale da gioco consente lo straddle solo al giocatore in posizione under the gun, altre invece estendono la possibilità al bottone, altre ancora a qualsiasi posto (Missisipi straddle). Senza contare che di norma si può fare un solo straddle, ma non tutte le pokeroom applicano questa limitazione, soprattutto negli States.
Le “regole della casa” sono importanti nel cash game, comprese quello legate allo straddle. E’ bene conoscerle, come dimostra una famosa action che ha per protagonisti Tom Dwan e Phil Ivey.
L’episodio si è verificato in Australia, durante la kermesse dell’Aussie Millions 2011. In quella occasione, come in molte altre, è stato ospitato uno show televisivo di cash game: l’Aussie Millions Million Dollar Cash Game.
I giocatori che si sono alternati al tavolo rendono l’idea dello spettacolo. Giusto qualche nome: Tom Dwan, Phil Ivey, Patrik Antonius, John Juanda, Eli Elezra, Dan Cates, Sam Trickett, David Benyamine.
Il livello della partita è 500/1.000 ante 100, con 8 persone al tavolo. Ad un certo punto Patrick Antonius annuncia lo straddle a 2.000 da utg. All’immediata sinistra del finnico c’è Phil Ivey che mette nel piatto 4.000. Tom Dwan da mid position alza ancora la posta: 8.000. Triplo straddle!
Il dealer distribuisce le carte. Ci sono un paio di fold, poi l’azione arriva a Wang Qiang che da bottone fa call. Il resto si chiama fuori, fino a Ivey che aggiunge i 4.000 necessari per vedere il flop. “Durrrr” però non ci sta e annuncia il raise. Sta per mettere mano alle chips quando il dealer lo ferma.
Dwan, basito, chiede il perché. Il motivo è presto detto: il regolamento australiano consente solo uno straddle, motivo per cui le azioni di Ivey prima e di Dwan poi sono state considerati due rilanci al buio. Il call finale di Ivey ha chiuso l’azione per cui Dwan non può più rilanciare!
Interviene anche il direttore di sala: c’è poco da fare, il campione americano deve accettare che il dealer mostri il flop: J♦7♣3♠. Dopo il check di Ivey, Dwan riprende subito l’iniziativa puntando 16.000 ma né Qiang né il Tiger Woods del poker mollano l’osso.
Il turn è un J♥. Altra “barellata”, questa volta da 38.000 chips. Il giocatore cinese lascia, non Ivey che vuole vedere il river: un 2♠. Sull’ultimo check di quest’ultimo, uno stizzato Dwan manda le carte nel muck. Ivey mostra A♠7♥ e incassa il grosso piatto (150.000).
“Volevo shovare preflop con il nulla in mano“, spiega Dwan all’avversario. “Volevo davvero chiuderla preflop“.
Forse l’organizzazione avrebbe potuto avvisare i giocatori in merito alla regola australiana, ma dove lo mettiamo lo show?
Immagine di testa: Tom Dwan (sx) e Phil Ivey (dx) (credits PokerNews)