La corsa al titolo di campione NBA e a quella di Mvp si intrecciano in questo inizio di playoff in cui la notte scorsa si sono giocate tre sfide importanti per entrambi gli obiettivi.
A candidarsi prepotentemente per il riconoscimento di miglior giocatore della stagione è stato ancora una volta Joel Embiid, che con 31 punti e 11 rimbalzi ha spazzato via i Toronto Raptors regalando il 2-0 ai suoi Philadelphia 76ers in una serie che sembra già segnata.
I canadesi hanno provato a reggere l’impatto con una delle candidate all’anello ma non sono riusciti a venire a capo dell’enigma proposto sotto canestro dal centro camerunense, che si è preso anche il lusso di zittire il coach avversario, lamentatosi più volte con gli arbitri per il metro arbitrale, a suo dire un po’ troppo casalingo.
Embiid in effetti è finito spesso e volentieri in lunetta, permettendo alla franchigia della città dell’amore fraterno di conservare un margine rassicurante. Il passaggio del turno sembra cosa fatta, mentre sono più equilibrati gli altri incontri di primo turno disputati stanotte.
Compreso quello che ha visto i Golden State Warriors portarsi a loro volta sul 2-0 sui Denver Nuggets. La tattica del quintetto piccolo ha nuovamente funzionato alla grande, con Curry che uscendo dalla panchina ha messo a segno 34 punti in 23 minuti (avete letto bene, non il contrario).
Gli ospiti sono rimasti a lungo in partita grazie al solito Nikola Jokic che però è incappato in una serata storta al tiro e nel finale è stato anche espulso. Quando la serie si sposterà in Colorado però l’impressione è che si potrà riaprire tutto, con buona pace di coach Kerr che finora ha stravinto tatticamente il duello tra allenatori ma sa bene che la serie è ancora molto lunga.
Molto lungo si prospetta anche l’accoppiamento tra Utah Jazz e Dallas Mavericks, non fosse altro perché la sfida si trova ora sull’1-1. L’assenza di Luka Doncic ha rischiato di costare ancora carissimo ai texani, già sconfitti in gara 1 e costretti ad inseguire anche in gara 2, ma a sorpresa è spuntato un Brunson da 41 punti che ha firmato l’incredibile rimonta.
Molte colpe ce le hanno anche Donovan Mitchell e compagni, che non hanno chiuso i conti e già dalla prossima partita potrebbero ritrovarsi di fronte il fenomenale sloveno, fermato da un infortunio patito proprio nell’ultima partita della regular season.
L’ex Real Madrid non è in corsa per il premio di Mvp (il terzetto che ambisce al trofeo è composto da Joel Embiid, Giannis Antetokounmpo e Nikola Jokic). In attesa di sapere chi trionferà, nella notte è stato eletto miglior difensore dell’anno Marcus Smart dei Boston Celtics, che è stato preferito a Mikal Bridges dei Phoenix Suns e al favorito Rudy Gobert, tre volte già trionfatore ma quest’anno spodestato dal suo trono.
Segno che le sorprese sono sempre dietro l’angolo, in una Nba senza padroni in cui sono ancora davvero tante le squadre che possono puntare al titolo, soprattutto a Est, dove i Milwaukee Bucks dovranno fare i conti con una concorrenza agguerrita.