La seconda giornata dell’ultimo turno di quarti di finale per la Champions League, si completa nella serata di mercoledì 13 con due partite che, alla luce del risultato di andata, sembrerebbero avere destini alterni.
Il Manchester City dovrà guadagnarsi la qualificazione al Wanda Metropolitano di Madrid dove proverà a difendere l’uno a zero dell’Etihad maturato contro l’Atletico, mentre il Benfica dovrà fare una sorta di miracolo per ribaltare l’uno a tre casalingo subito ad opera del Liverpool.
A quest’ultimo match dedichiamo i nostri sforzi per analizzare la partita di Anfield.
Liverpool-Benfica
Se la cancellazione della regola dei gol doppi in trasferta, lascia ancora qualche margine ai portoghesi del Benfica, va da sé che una rimonta ad Anfield Road, da dove occorrerà uscire con almeno due gol di scarto per trovare la via dei supplementari, non sembra esattamente una passeggiata di salute.
La squadra di Klopp è abituata a disputare partite di questo tipo e l’allenatore tedesco ha bene in mente come non fare allentare tensione e concentrazione in un match come questo.
Il Liverpool, lo ricorderete, ha messo le mani sulla Coppa dalle Grandi Orecchie non meno di tre anni fa, quando, nella stagione 2018/2019, vinse la finalissima nell’ennesimo atto conclusivo tutto inglese, contro il Tottenham, proprio al già citato Wanda Metropolitano di Madrid.
Da allora risultati abbastanza deludenti per il Liverpool in Champions, visto che da quella edizione i Reds non hanno mai guadagnato almeno una semifinale.
L’occasione sembra quanto mai propizia, dunque, per staccare il ticket e volare tra le prime 4 d’Europa anche se, nonostante il buon punteggio conseguito all’andata, è stato proprio Klopp a non dichiararsi soddisfatto del risultato in relazioni alle occasioni create al Da Luz di Lisbona.
Alla fine della fiera il risultato sembra segnato, o almeno parrebbe esserlo quello del passaggio del turno, ma in casa Benfica si sta già parlando da mesi della vendita del gioiellino Darwin Nunez, un colpo che garantirebbe alla squadra lusitana un controvalore in denaro che porterebbe aria nuova e, soprattutto, cash, che aiuterebbe ad affrontare con una luce diversa i prossimi anni di gestione.
Tre le squadre all’inseguimento del baby fenomeno, Chelsea, Manchester United e Psg, con le quotazioni della Juventus in leggero ribasso.
Tornando alla partita, il rebus appare di difficile risoluzione per i ragazzi di Nelson Verissimo, anche in virtù di una tradizione non proprio positiva sbocciata con il nuovo millennio, durante il quale i lusitani hanno vinto una volta sola in trasferta quando si è trattato di quarti di finale nelle competizioni UEFA, racimolando anche sei sconfitte e due pareggi.
Al termine della partita di andata, il Liverpool ha allungato negli scontri diretti e portandosi così a 5 vittorie sulle 3 dei lusitani. Il gap si è allargato anche alla luce dei gol messi a segno dalle due squadre, visto che il Liverpool ha ora segnato 22 reti contro le 12 degli avversari di mercoledì sera.
Le chiavi tattiche della partita di mercoledì
LIVERPOOL | BENFICA | |
---|---|---|
65.5% | Possesso palla | 34.5% |
17 | Tiri | 9 |
88% | Precisione passaggi | 75% |
21 | Duelli aerei vinti | 12 |
21 | Contrasti | 23 |
Proviamo a leggere la partita di Anfield con gli occhi di chi la deve recuperare, quelli di Verissimo che dovrà provare a trovare qualcosa di nuovo per mettere in difficoltà il suo omologo sulla panchina dei Reds.
Intanto c’è da registrare la parte iniziale del match, visto che all’andata, dopo i primissimi minuti di marca portoghese, il Liverpool ha cominciato a macinare gioco, trovando il vantaggio al 17°, per poi raddoppiare nella fase centrale dei primi 45 minuti di gioco.
Inoltre, sempre in ottica difensiva, a Verissimo non devono essere andate giù le numerose occasioni capitate agli avversari in area di rigore, da dove sono arrivati addirittura il 71% dei tiri complessivi del Liverpool. Un po’ di attenzione in più non guasterebbe.
Dei 17 tentativi complessivi di attaccare la porta avversaria, il Liverpool ne ha effettuati ben 15 da azione manovrata, uno da calcio piazzato e uno in contropiede.
Ciò significa che il Benfica ha assunto un atteggiamento fin troppo rinunciatario, badando a coprirsi anche quando il risultato era decisamente sfavorevole. Se si dà uno sguardo alla heat map della partita di andata, si scopre come il Benfica abbia calcato la parte finale del proprio territorio offensivo, in pochissime occasioni e quasi sempre col proprio centravanti, senza quasi mai impensierire la retroguardia dei Reds.
Il possesso palla del Liverpool, spesso marchio di fabbrica del gioco di Klopp, si è sviluppato essenzialmente per vie centrali, dove, gente come Keita, Fabinho, Thiago, i due esterni Salah e Diaz e Mané schierato nel solito ruolo di falso terminale offensivo, hanno letteralmente gozzovigliato sulla linea mediana del campo chiudendo il conto del possesso palla con un significativo 65,5% a favore…
Dall’altra parte Taarabt e Weigl non hanno dato una gran mano alla causa, travolti dal maggior tasso tecnico dei centrocampisti Reds. Nunez, lasciato fin troppo solo a occupare il reparto d’attacco, ha trovato anche il gol del 1-2, ma Everton, Ramos e Rafa Silva non sono riusciti a mettere in difficoltà il quartetto dei difensori di Klopp.
Probabili formazioni
Liverpool 4-3-3: Alisson; Alexander-Arnold, Konaté, Van Dijk, Tsimikas; Henderson, Fabinho, Keita; Salah, Jota, Luis Diaz
Benfica 4-2-3-1: lachodimos; Gilberto, Otamendi, Vertonghen, Grimaldo; Weigl, Taarabt; Rafa Silva, Ramos, Everton; Núñez