Il terreno fertile dell’Argentina. Dove c’è di tutto e c’è sopra ogni cosa il calcio, cioè il futbol. In ogni squadra del cuore c’è stata una storia albiceleste. Prendiamo le squadre di oggi: l’Inter è sulle spalle di Lautaro Martinez, la Juve su quelle di Dybala. In generale, si discute sempre su chi sia stato il più forte di sempre: in mezzo a un brasiliano, ci sono due dieci d’Argentina. Cosa vuol dire? Che da quel terreno lì nascono fiori. Anzi: è nato storicamente un bouquet di talentuosa eredità calcistica.
Ma chi sono stati i migliori giocatori della storia in quel Paese? E perché è stato così difficile sceglierne solo undici? Avessimo potuto, avremmo messo soltanto numeri 10, ma non è stato possibile. Così, anche con rammarico, iniziamo spoilerando un’assenza pesante: quella di Riquelme.
Pronti? Partiamo con la top 11 dei giocatori argentini.
Portiere: Fillol
Ubaldo Fillol, 10 anni al River Plate e il resto in giro per l’Argentina. Ha giocato per il Racing, per l’Argentinos, per il Flamengo un paio di anni e una volta anche in Europa, all’Atletico Madrid, prima di terminare la carriera nel Velez. E’ stato soprattutto il portiere della nazionale del primo mondiale, quello vinto in casa nel 1978.
Difensore centrale: Passarella
Una delle foto più iconiche della storia dell’Albiceleste è Daniel Passarella, alzato al cielo dalla fola, mentre con una mano alza a sua volta al cielo la Coppa del Mondo. Ha vinto entrambi i Mondiali, in casa e in Messico, nel mezzo ha scritto la storia del River, prima di passare in Italia tra Fiorentina e Inter.
Difensore centrale: Samuel
A proposito di difensori passati per la Serie A: chi ricorda il muro deel pianto, Walter Samuel? Probabilmente tutti. Ma proprio tutti. Samuel era arrivato alla Roma nel 2000, direttamente dal Boca Juniors. Poi Real Madrid e nove anni di Inter. Non ha mai vinto un Mondiale, o meglio: solo uno Under 20, in Malesia. La generazione era fenomenale, ma poco fortunata, fresca orfana di Diego Armando Maradona.
Difensore centrale: Mascherano
El Jefecito, il piccolo capo. E dice tutto: Mascherano, piccolo di statura (appena 174 centimetri), ma una leadership pazzesca. River Plate, Corinthians, West Ham, Liverpool, 8 stagioni di Barcellona. Una carriera di livello incredibile, anche con l’Argentina: ha sfiorato il Mondiale del 2014 (finale persa con la Germania), ma vinto due edizioni delle Olimpiadi.
Esterno destro: Zanetti
“L’avversario più difficile mai incontrato”, parola di Ryan Giggs, uno che di avversari ne ha saltati parecchi. Nato nel Tallares, cresciuto nel Banfield, a 22 anni Javier Zanetti accetta l’Inter e non la lascia più, restando 19 anni con la stessa maglia. Oggi è vice presidente del club nerazzurro, di cui è principale recordman di presenze.
Centrocampista centrale: Veron
Altro giro nell’interismo. Ma anche nelle storie di Sampdoria, Parma e Lazio. Juan Sebastian Veron ha girato tanto ed è stato pure in Inghilterra: due anni allo United, un altro al Chelsea. Prima di tornare all’Estudiantes, squadra che ha definito e lanciato la Brujita (la streghetta), Veron ha vinto due scudetti, 4 Coppe Italia, due Supercoppe; poi una Premier e soprattutto Coppa Uefa col Parma e Supercoppa Uefa con la Lazio. Se glielo chiedete, la vittoria più bella però è arrivata nel 2009, da capitano, la Libertadores con la sua Estudiantes. 14 anni con l’Argentina. Tutti di livello sublime.
Centrocampista centrale: Simeone
Prima di diventare l’allenatore incredibile che è, Diego Simeone è stato un centrocampista come pochi. Cresciuto nel Velez, poi due anni al Pisa , quindi Siviglia, Atletico Madrid e Inter e Lazio, dove passa i migliori anni della sua carriera tra il 1997 e il 2003. Torna all’Atletico per poi chiudere la carriera al Racing di Santander. Con l’Argentina dall’inizio alla fine, o quasi: 1988-2002, attraversando tre generazioni diversissime. E vincendo, sì: una Copa America nel 1991 e un’altra nel 1993.
Esterno sinistro: Di Maria
Uno dei perni fondamentali dell’Argentina che sfiorò il Mondiale nel 2014: Angel Di Maria però verrà ricordato come uno dei giocatori più talentuosi degli ultimi vent’anni. Dal Rosario al Benfica, poi quattro anni al Real Madrid, un passaggio allo United e da 7 stagioni al Psg, dove prova a vincere tutto. O meglio: a rivincere la Champions, già conquistata nel 2014 in blanco Madrid.
Seconda punta: Maradona
Cos’altro si può dire che non sia stato già detto? Diego è stato il calcio. Il Mondiale di Messico 1986. L’argento di Italia 1990. Gli scudetti di Napoli e probabilmente il più forte di tutti i tempi. Diego è stato 91 presenze e 34 gol in Nazionale. Maradona è stato e sarà per sempre anche l’allenatore della grande illusione di Sudafrica 2010: forse l’Argentina più forte di sempre, qualificata all’ultimo istante a Montevideo (immortale, la scivolata di festeggiamento), e il sonoro 4-0 della Germania nei quarti di finale del 3 luglio 2010.
Seconda punta: Messi
Beh, un attacco così già di per sé non sarebbe affatto male. Mettiamoci però pure Messi, l’altro contendente del trono al più forte di sempre. E mettiamocelo di gusto, soprattutto dopo la vittoria della Copa America che gli ha tolto un peso dallo stomaco enorme: essere a mani vuote con la Selecciòn. Ecco: 80 gol in 158 presenze in Albiceleste. E’ il calciatore con più presenze, più gol; il più giovane in un Mondiale, a far gol in un Mondiale, ad avere la fascia di capitano (22 anni). Il resto, con il club, è storia conosciuta.
Centravanti: Batistuta
Il Re Leone, il grande centravanti in una valle di mezzepunte talentuosissime. Batigol la metteva dentro, Gabriel Omar Batistuta sapeva fare anche tutto il contorno ma quella roba lì, di metterla sempre in porta, era una dote meravigliosa. Due Copa America, la grande illusione del 1994 e 11 anni di onorato servizio alla nazionale argentina: 54 gol in 77 partite. Tanta roba.