Andre Agassi e Pete Sampras hanno segnato una rivalità storica nel tennis, che ha avuto inizio negli anni Ottanta. Con più di 30 partite tra i due, e tanti titoli in mezzo, hanno dato davvero parecchio di cui parlare. Per cui sognare. Ah, e come in tutte le rivalità, hanno avuto i loro alti e bassi. Qui riassumiamo una storia che s’è fatta semplicemente leggenda: due stelle e un solo scettro.
Agassi contro Sampras
La decade a cavallo degli Ottanta e i Novanta, fu una delle migliori che ha mai vissuto il tennis statunitense. I professionisti più in voga erano Michael Chang, Jim Courier, ma alla fine chi portava i risultati a casa, i più affamati che si sono tenuti stretti l’epiteto di leggenda, sono stati Andre Agassi e Pete Sampras. Erano i loro anni. D’oro e di potere. Sono stati questi due a cambiare il tennis: per la potenza dei colpi, per la spettacolarità del loro gioco.
Come era già accaduto nel tennis con l’accesa rivalità tra Borg e McEnroe, questo tipo di duello ha sempre al centro due giocatori totalmente differenti. Non solo dentro il campo, ma anche e soprattutto in quanto a personalità. Agassi irruppe con molta forza, chiaramente non solo per il suo tennis, ma anche per il modo di vestire: cambiò tutte le regole che fino a quel momento avevano segnato la vita di un atleta modello, anno dopo anno. Il ragazzo di Las Vegas aveva distrutto ogni tradizione conservatrice di questo sport: materiale sportivo moderno, ma anche semplici orecchini e i lunghi capelli biondi. In particolare, erano i tatuaggi ad attirare: mai visto un tennista così ‘sfacciato’ in precedenza.
Pete Sampras è stato come Federer, in quest’altra era d’oro di questo meraviglioso sport. Discreto nel suo modo di vestire, esattamente l’opposto di Agassi nella sua vita privata. Lo definivano un giocatore noioso, ma non fu mai un problema per lui. Anzi.
Due stili opposti
In quanto a stile di gioco, Agassi era un tennista da fondo campo. Subiva poche volte la potenza avversaria. Teneva duro finché riusciva, e riusciva tanto a tener duro. Sampras aveva invece uno dei migliori dritti della storia del tennis, accompagnato da uno spettacolare talento per rovescio e colpo al volo. Pete è sempre stato più costante, regolare, durante l’arco della sua carriera. Il contrario di ciò che Andre, con numerosi alti e bassi, fece nel corso dei suoi anni da professionista. Accadde fondamentalmente che Agassi avesse uno spirito di lotta degno d’ammirazione, e questo al pubblico piaceva enormemente. Lo rese sempre l’idolo del palazzetto.
Agassi aveva un anno più di Sampras, venne fuori per primo. Sampras però rispose all’istante e fu lui a consacrarsi inizialmente in un Grande Slam. Il primo Grande (scontro tra i due) arrivò comunque a vincerlo Sampras: e nessuno ne fu sorpreso. Due americani in finale allo Us Open, era il 1990 e c’era una storia enorme alle spalle, ma una altrettanto grande davanti. La strada fu quella della disfatta, per Agassi: 6-4, 6-3, 6-2. Senza storie. Da allora giocarono numerose partite tra i due, con vittorie più o meno distribuite. La rivincita più grande di Agassi arrivò a Wimbledon, nel 1992. Giusto dopo quell’edizione, Sampras divenne il re del torneo, vincendolo addirittura per sette volte.
L’Open degli Stati Uniti tornò tra le mani di Agassi nel 1994, ma l’anno prima fu comunque oggetto di trionfo di Sampras. Passò tanto tempo finché tornarono ad affrontarsi, intorno ai cinque anni. Nel 1995, doppia occasione di scontro: la prima volta nell’Open di Australia, match che vinse Agassi dopo una prestazione sontuosa. Nell’altra finale del Grande Slam, disputatasi lo stesso anno, la fortuna arrivò dalle parti di Sampras. Che vinse in casa gli Open degli USA. Qui più combattuta: 6-4, 6-3, 4-6, 7-5. Ed entrambi tornarono ai suoi alti, bassi, e al veloce scorrere della vita sportiva.
Alla soglia dei trent’anni
Agassi trovò qualche intoppo nella sua carriera, arrivò addirittura a galleggiare al numero 141 del ranking mondiale. Come racconta nella sua lettissima autobiografia, un po’ di anni dopo arrivò addirittura a doparsi. Subito dopo si rincontrarono nella finale di Wimbledon del 1999: chiara vittoria di Sampras (6-3, 6-4, 7-5). Agassi rispose nell’altro duello epico, semifinali dell’Open di Australia nell’anno 2000: 6-3, 3-6, 6-7 (0), 7-6 (5), 6-1.
Qualcosa era appena capitato. Mentre Pete aveva i soliti acciacchi dei trentenni, Agassi era un giocatore maturo, con un carattere differente in campo. Come mostrano i numeri, vinse cinque Grandi Slam oltre i trent’anni. Raggiunse il numero uno del ranking mondiale. Nei quarti di finale dell’US Open, tornarono ad affrontarsi: vittoria di Sampras (che perse la finale contro Lleyton Hewitt).
Dopo molte critiche, centrò il suo obiettivo ‘casalingo’ nel 2002. Gran torneo a parte, attendeva Agassi in finale: desiderio esaudito. Campione, Pete, senza se e senza ma (6-3, 6-4, 5-7, 6-4). Raggiunse i 14 Grand Slams e chiarì che il suo livello di tennis era praticamente rimasto intatto. L’età iniziò a fare la voce grossa, i due sono sempre stati buoni amici: alla fine della fiera, solo belle parole dall’uno per l’altro.
I numeri
Pete Sampras e Andre Agassi arrivano ad affrontarsi in 34 partite tra il 1989 e il 2002, con un bilancio a favore di Pete con 20 vittorie, contro le 14 di Andre. Saltano all’occhio ovviamente le 5 finali di Grande Slam, nelle quali Pete riuscì a superarlo ben 4 volte. Raramente si sono visti giocatori che hanno segnato una rivalità così importante per la storia del tennis.