Natale è appena passato ed è l’occasione perfetta per vedere chi è stato buono in Serie A e chi invece ha ricevuto il carbone, sotto forma di sanzioni disciplinari. In questo caso non è Babbo Natale a compilare la lista dei buoni e dei cattivi, ma i vari arbitri che sono scesi in campo in queste prime 19 giornate di campionato.
Arbitri: i più presenti e quelli che fischiano di più
Dall’introduzione del VAR in poi ogni stagione è sempre difficile per gli arbitri: com’è giusto che sia, il protocollo viene aggiustato e modificato ad ogni stagione, per cercare di applicare al meglio quella straordinaria rivoluzione rappresentata dall’assistente video arbitrale. Questi continui aggiustamenti però portano inevitabilmente a indecisioni, errori e polemiche.
In questa prima parte di stagione c’è stato un buon turnover degli arbitri in campo: i fischietti più presenti, con 7 gare arbitrate a testa, sono stati Daniele Orsato, Paolo Valeri, Maurizio Mariani, Daniele Doveri, Marco Di Bello, Daniele Chiffi e Juan Luca Sacchi.
Tra questi, il più fiscale è stato Maurizio Mariani, con una media di 29 falli fischiati a partita, media che lo piazza al 5° posto della classifica degli arbitri che hanno fischiato di più a pari merito con Luca Massimi (5 presenze). Il fischietto che si è sentito più volte nell’arco di un match è stato quello di Ivano Pezzuto, con una media di 30,67 falli fischiati a partita (6 presenze), seguito da Daniele Paterna (30 falli nell’unico match arbitrato), Giovanni Ayroldi (29,83 falli per 6 presenze) e Piero Giacomelli (29,75 falli per 4 presenze).
Uno dei parametri che però viene maggiormente apprezzato è la capacità di fischiare ed interrompere il gioco solo quando effettivamente necessario, e non per ogni contrasto di gioco. Se andiamo a vedere i dati riguardanti i falli fischiati per ogni contrasto di gioco, notiamo che ci sono alcuni arbitri ancora troppo fiscali: Giacomelli ha fatto registrare ben 1,16 fischi per contrasto, ovvero ha fischiato più falli rispetto ai contrasti effettivamente avvenuti. Come lui, Matteo Marchetti (1,13), Manuel Volpi (1,10), Antonio Guia (1,09) e Fabio Maresca (1,08).
Al contrario, chi ha fischiato forse anche troppo poco è Alberto Santoro, che ha sanzionato un fallo ogni 0,54 contrasti. Poco fiscali anche Giacomo Campione (0,62) e Davide Ghersini (0,63).
Arbitri: cartellini e rigori
Per quanto riguarda invece le sanzioni disciplinari, è stato Daniele Orsato ad estrarre i cartellini il maggior numero di volte, con 46 ammonizioni comminate, 6,57 a partita. Solo Francesco Meraviglia e Daniele Paterna hanno una media maggiore, di 7 ammonizioni per match, ma hanno arbitrato solo una partita in Serie A finora. Tra gli arbitri con un numero consistente di presenze Fabio Maresca ha fatto registrare una media più alta di Orsato, con 6,67 gialli a partita (40 in 6 presenze).
Nonostante i tanti cartellini gialli, Orsato non ha mai estratto però un cartellino rosso. L’arbitro che ha dovuto cacciare più giocatori dal campo di gioco è stato Michael Fabbri, che ha espulso 5 giocatori in 6 match (0,83 a partita), seguito da Antonio Rapuano con 4 in 5 partita (media di 0,80). Anche qui, Andrea Colombo e Giacomo Campioni, entrambi con una presenza a testa, fanno registrare una media altissima a causa dell’unico cartellino rosso estratto.
Infine, andando ad analizzare i rigori assegnati (parametro in cui però ha sempre più peso il VAR a cui si è affiancati), vediamo come Niccolò Baroni abbia una media di 2 rigori a partita (entrambi nella sua unica presenza, Sassuolo-Cagliari 2-2), seguito da Valerio Marini (1,50 rigori a partita, ovvero 3 in 2 presenze) e Marco Serra (1 rigore di media per ognuna delle 4 partite arbitrate). Tra quelli con un alto numero di presenze, è Doveri l’arbitro che ha assegnato il maggior numero di massime punizioni, ovvero 0,71 a partita.
Le squadre più fallose e quelle più punite
La squadra più fallosa della Serie A risulta essere il Torino, con 17,8 falli a partita. Non è una sorpresa, dal momento che la squadra di Ivan Juric unisce l’indole aggressiva del tecnico al famoso “tremendismo” di tradizione granata.
A seguire troviamo l’ex squadra di Juric, ora affidata al connazionale Igor Tudor, ovvero il Verona, con 14,5 falli a partita e quindi la Juventus, con i suoi 14,4 falli a partita indice più di una difficoltà nell’imporre il proprio gioco che di uno spirito aggressivo e battagliero.
Stranamente, il Bologna di Sinisa Mihajlovic è la squadra che commette meno falli per partita, 11,3, e probabilmente è un fattore che non fa troppo piacere al tecnico serbo, che chiede spesso maggiore aggressività ai suoi. Dal punto di vista della Fiorentina di Vincenzo Italiano (11,4 falli a partita) e della Lazio di Maurizio Sarri (11,5), il basso numero di falli invece è da ricondurre alla tendenza a fare maggior possesso palla e a lasciare meno spazio all’iniziativa avversaria.
Stupisce invece il bassissimo numero di cartellini gialli comminati alla Salernitana: con 31 gialli e 2 rossi, risulta la squadra con il minor numero di sanzioni disciplinari del campionato (ma ha anche una partita in meno). Dato decisamente inconsueto per una squadra che occupa l’ultimo posto in classifica e dovrebbe lottare con foga per salvarsi. Milan (33 gialli e 2 rossi) e Napoli (34 gialli e 2 rossi) sono le altre squadre meno sanzionate, ed occupano rispettivamente il secondo e terzo posto in classifica.
Le squadre che, nonostante le difficoltà, riescono a mantenersi al di sopra della zona retrocessione uniscono alle loro qualità una grande dose di aggressività, cosa che si nota in termini di sanzioni disciplinari: Sampdoria (58 gialli e 1 rosso) e Venezia (55 gialli e 3 rossi) sono infatti le squadre che hanno racimolato il maggior numero di cartellini, più di Genoa (52 gialli) e Roma (50 gialli e 3 rossi).
Infine, le squadre che hanno visto i propri giocatori dover abbandonare il campo di gioco il maggior numero di volte sono state la Fiorentina e l’Udinese, con 5 cartellini rossi a testa.