In Serie A si è chiuso un 2021 che ha visto un’Inter sempre più padrona del campionato, diventata campione d’Italia con Conte e ora campione d’inverno con Inzaghi dopo i cambiamenti estivi e nonostante un avvio di stagione che sembrava rallentato. L’1-0 contro il Torino ha certificato la superiorità dei nerazzurri, che segnano ancora e non prendono gol: 49 nelle prime 19 giornate, settima vittoria consecutiva con zero reti subite come non accadeva dal 1979.
46 punti, 4 più del Milan e a +7 e +8 su Napoli e Atalanta (che provano a tenere il passo e non ci riescono). Handanovič non subisce reti da oltre 550 minuti e la media realizzativa recita quasi tre ogni gara, mentre il parziale degli ultimi sei match è di 17 a 0. Numeri straordinari che ribadiscono una superiorità venuta fuori un po’ alla volta, dopo il lavoro cominciato quando c’è stata la necessità di sostituire Conte e quelle pedine lasciate partire per necessità di bilancio.
Chi sembrava indispensabile è stato rimpiazzato, oggi le statistiche dicono che battere l’Inter è difficilissimo. Soprattutto a San Siro, dove Lautaro e compagni hanno portato a casa 19 vittorie e 2 pareggi nell’anno che sta per chiudersi, diventando la squadra con migliore rendimento casalingo nei top cinque campionati europei.
Una macchina tornata perfetta, diversa ma ugualmente concreta e piena di qualità, che dà ragione a chi la vedeva ancora favorita per lo scudetto a inizio campionato. In attesa del derby del 6 febbraio, alle porte c’è un gennaio difficile per Inzaghi: proprio contro il Milan, un anno fa l’Inter ha dimostrato di essere la migliore, ha superato il Diavolo che fino a quel momento comandava, ribaltando di fatto la classifica. E non si è fermata più.
Una marcia da schiacciasassi che contestualmente ha tolto sicurezze a chi insegue: ai rossoneri, penalizzati dagli infortuni come il Napoli, e all’Atalanta , che da avversaria più accreditata si è ora staccata dopo un pareggio e una sconfitta. A chiudere il gruppo di chi sta dietro anche Juventus e Roma, con i bianconeri in striscia positiva e i giallorossi che sembrano aver trovato un equilibrio; ma pensare di poter arrivare alle primissime posizioni e infastidire chi sta lassù è un’altra cosa.
A fermare Inzaghi ci è riuscita soltanto la sosta e mentre gli avversari – Allegri prima, Mourinho pochi giorni fa – sottolineano le qualità di questa corazzata, l’Inter sarà chiamata ad andare oltre per battere se stessa e confermarsi in un girone di ritorno che storicamente l’ha spesso vista fare meglio rispetto a quello di andata.
Crescere ancora per fare il bis e accendere la seconda stella nerazzurra a fine stagione: un traguardo strepitoso che andrebbe a coronare un cammino iniziato oltre un anno fa. In passato il mese di gennaio si è rivelato uno dei più complicati dell’anno, ma oggi la storia sembra diversa.
Troppa la superiorità di chi si è fissato in testa un traguardo storico e si è dimostrato maturo e concentrato sull’obiettivo. Un gruppo che non vuole lasciare niente a nessuno e che dopo pochi giorni di sosta ha intenzione di ricominciare ad accelerare.