Milan e Napoli sono due squadre molto diverse tra loro. Concentriamoci sull’aspetto tattico ancor prima di provare ad entrare nel merito della forma attuale delle due compagini.
Attacchi e difese tra Milan e Napoli
Il Milan gioca un calcio ultra-offensivo, nel quale la novità di inizio stagione – con i due terzini sulla stessa linea degli esterni d’attacco – ha complicato e non poco i piani delle sue avversarie, impreparate ad un tipo di calcio brillantemente folle come quello proposto da Stefano Pioli.
Il Napoli, dal canto suo, è una squadra che ama difendere di posizione, non cerca il duello uomo contro uomo, ma quando attacca non disdegna l’utilizzo dei due terzini – che alternandosi sincronicamente in questo lavoro, o vanno ad occupare la linea orizzontale dei centrali difensivi o vanno a sovrapporsi all’esterno di fascia col pallone tra i piedi.
Un gioco, quello di mister Spalletti, che garantendo più logica sugli eventuali contropiedi avversari, non disdegna il recupero palla immediato – dalla trequarti avversaria in su – e la partecipazione collettiva alla fase offensiva.
Eppure, e i due allenatori lo sanno benissimo, la riuscita di un certo tipo di gioco – più o meno rivoluzionario esso sia – passa sempre necessariamente dai singoli e dalla loro interpretazione al dettame tattico.
L’infortunio di Kjaer, che è arrivato in un momento di calo generale della squadra rossonera, ha ridotto in questo senso notevolmente la brillantezza del gioco di Pioli (di cui sopra), perché Romagnoli ha caratteristiche diverse rispetto al danese.
Il gioco del neocapitano rossonero è sensibilmente differente. Più bravo quando ha la palla tra i piedi, l’ex Sampdoria sembra avere qualche problema di coordinamento con Tomori, un istintivo che – un po’ alla Koulibaly – ha bisogno sempre di un altro centrale in grado di coprire la sua furente indisciplina. Cosa che, a guardare alcuni recenti numeri del Milan, Romagnoli non sta facendo.
Non aspettatevi tuttavia rivoluzioni in casa Milan. Quando porti in alto un’idea folle, la vera follia è trovare un compromesso alle prime difficoltà.
Il Milan attaccherà nello stesso modo e il Napoli, che dietro a sua volta sta accusando il colpo di un periodo no – tra mezza squadra infortunata e i titolari fuori forma –, proverà a difendere alla sua maniera.
Pronta a ripartire negli spazi lasciati dai rossoneri. Perché il Milan, questo è certo, lascerà degli spazi. Starà poi ai due esterni azzurri – Ounas e Politano, molto probabilmente – fare bene le due fasi, aspettando il rimorchio di Elmas e Zielinski (Demme?), con Mertens che vuole riprendersi dopo l’ultima brutta partita in casa con l’Empoli.
Assenti e presenti della super-sfida
E Insigne? Tra frasi inquietanti dell’agente sull’addio a fine stagione e il malessere muscolare, l’uomo che ha segnato più gol al Milan nella storia del Napoli con sei reti – dietro soltanto a Luis Vinicio e Antonio Vojak con sette ciascuno – non dovrebbe essere della partita.
Lo sarà invece Ibrahimovic, che dovrà guidare il Milan ad una vittoria che sembra stregata, quella contro i partenopei. L’ultimo colpo rossonero ai danni del Napoli risale infatti al 2020 (fuori casa), ma i rossoneri non vincono a San Siro col Napoli dal 2014 – in totale una vittoria nelle ultime tredici con gli azzurri per il Diavolo.
Dicevamo di Ibra, perché lo svedese è in un momento di forma incredibile. Dei marcatori che hanno segnato almeno sette gol in Serie A, lui è quello con la media per minuti più alta (uno ogni 88).
Entrambe le squadre sono in difficoltà, comunque. Pensate che nelle ultime sei partite, su 18 punti disponibili, il Milan ne ha ottenuti appena 8, il Napoli addirittura 5.
Se il campionato fosse partito a novembre, tanto per intenderci, il Milan sarebbe decimo, il Napoli addirittura sedicesimo. A preoccupare Spalletti – che ha un ottimo score sia col Milan che con Pioli, contro cui non ha mai perso – è la fase difensiva. Fiore all’occhiello a inizio stagione, ora in enorme difficoltà tra assenze e stanchezza psico-fisica.
Un dato su tutti: il Napoli ha subito il 54% delle reti totali (sette su tredici) nell’ultima mezz’ora di gioco. La stessa frazione di gara nella quale il Milan ha segnato di più (15 gol, come l’Inter di Inzaghi).
Ecco, aspettiamoci dunque un Napoli più guardingo e pronto a ripartire: le lacune difensive (l’assenza di Koulibaly) e il fatto di giocare a San Siro sono due motivi sufficientemente validi per affermarlo.
La partita potrebbe decidersi, a nostro avviso, sulla fascia sinistra dell’attacco di casa.
Quella, per intenderci, dove agirà da una parte Politano, chiamato alla grande prestazione – lui che nel Milan ha la vittima preferita con tre reti in carriera – e dall’altra Hernandez, il terzino rossonero che, partito come sempre alla grande, è parso in grande calo nelle ultime partite, spesso disattento e poco incisivo in fase offensiva.