Si chiude la campagna europea del Milan.
La Champions League ritrovata dopo 7 anni si consuma nella notte di Sant’Ambrogio, il santo della città meneghina. Il miracolo però non arriva nel catino di San Siro e il Liverpool espugna il Meazza 2-1. Sconfitta ed eliminazione dalle coppe per la truppa di Pioli: da una parte falcidiata dalle assenze e dall’altra ancora non matura al punto giusto per combattere contro rivali del calibro dei reds.
Un percorso di crescita che passa anche da partite come queste e da verdetti che possono anche far masticare amaro, ma che al tempo stesso danno la convinzione che la strada intrapresa è quella giusta.
Troppo forte questo Liverpool, nonostante la presenza di soli 3 titolari negli 11 iniziali: Klopp ha allestito una rosa di una qualità immensa anche fra le seconde linee che a loro volta giocherebbero titolari in qualsiasi altra squadra del pianeta. Non solo, ma il tecnico tedesco si è preso il lusso di far debuttare dal primo minuto il giovane Morton: il classe 2002 è capitano della primavera reds, titolare anche nella squadra riserve e contro il Milan ha guidato la mediana con l’esperienza di un giocatore navigato.
Milan fuori da tutto insomma, come era abbastanza prevedibile all’indomani di un sorteggio terribile: girone di ferro, ma dove i rossoneri hanno espresso un buon calcio, giocato alla pari dei rivali e in qualche caso puniti da alcune decisioni arbitrali. Vediamo cosa è successo tra Milan e Liverpool nel dettaglio.
Un Milan contratto
Scelte obbligate per Stefano Pioli al netto delle 10 assenze che stravolgono una squadra che avrebbe bisogno di tutti i suoi effettivi per puntare all’impresa. Non cambia il modulo però, dove nel 4-2-3-1 Krunic agisce alle spalle di Ibra, con Diaz a sinistra e Messias a destra. Kalulu preferito a Florenzi nel ruolo di terzino destro.
Dall’altra parte Jurgen Klopp fa turn over, forte di una qualificazione arrivata già dopo la quarta giornata. Nel canonico 4-3-3, gli unici titolari sono Allison tra i pali, Salah e Mané in attacco. Gli altri 8 sono giocatori che partono da riserve in questo Liverpool e fra loro c’è anche il giovanissimo Tyler Morton. A lui il compito di dettare i tempi della mediana e lo farà in maniera impeccabile.
Il Milan parte con il comando delle operazioni in mano e non potrebbe essere altrimenti, ma non riesce a replicare la prima mezzora di calcio totale giocata contro l’Atletico. In primo luogo perché mancano alcuni attori di quella sfida e in secondo che il Liverpool, pur stravolto dal turn over, non è l’Atletico per idee e proposte di calcio.
Insomma i rossoneri sentono il peso della sfida, i punti che ballano tra la qualificazione e l’eliminazione da tutto, con i 57 mila di San Siro che provano a trascinare la squadra. Sta di fatto che al tramonto della prima mezzora, Tomori in mischia infila i connazionali e porta avanti il Diavolo. Il Meazza ribolle di entusiasmo come nelle grandi notti del passato, ma è solo un’illusione che dura 7 minuti: ripartenza velenosa dei reds, con Salah che insacca il pari con un tap-in.
Il gol della prima della classe ha un effetto devastante sulla lucidità dei meneghini, con Origi che nella ripresa chiude i conti. Il famoso chiodo sulla bara quello messo dal belga, con un Milan che piano piano esce dalla gara. Lo dicono i dati del match che sono tutti avversi alla causa rossonera.
Possesso palla del 48%, rispetto al 52% inglese, con appena 6 tiri contro i 22 degli avversari. Una serata non facile che si traduce pure in errori banali, con la qualità dei passaggi che ne risente: 82 a 75 per i reds. Nemmeno i dribbling o i duelli arei sorridono alla formazione di Pioli: nel primo caso finisce 9-8 per il Liverpool, con la squadra di Klopp che si prende pure i duelli 13 a 12.
Il 2-1 finale condanna il Milan all’eliminazione da tutto: fuori anche dalla qualificazione all’Europa League che va al Porto, con l’Atletico che passa come secondo alle spalle di un Liverpool imprendibile: 6 vittorie su 6 non erano mai riuscite in Champions al club di Anfield Road.
Klopp promuove il Milan
I rossoneri sapevano in partenza di avere poche chance in questo girone di ferro, eppure gli uomini di Pioli hanno giocato alla pari con tutte. Nonostante i soli 4 punti racimolati, ma con diverse prestazioni di spessore. Il gap in ottica esperienza e della qualità alla fine hanno fatto la differenza, assieme al numero impressionante di infortuni e a qualche decisione arbitrale non proprio perfetta.
E il Milan incassa anche la benedizione di Jurgen Klopp a fine gara:
“Sembrava impossibile potessimo vincere sei partite in questo gruppo, e invece ce l’abbiamo fatta. La gara d’andata era stata molto dura, oggi siamo stati paradossalmente più maturi, nonostante i molti giovani in campo. Il Milan ha comunque giocato un buon calcio: sono la miglior squadra d’Italia, sono usciti dalle coppe solo per la qualità delle avversarie“.
“Mi piace il loro progetto, è un bel mix di giovani ed esperti. Al momento hanno tanti infortuni e questo dispiace ovviamente, ma è molto interessante quello che potranno fare nei prossimi anni. Nessuno in questo gruppo meritava di finire ultimo, magari potrà aiutarli la possibilità di concentrarsi sulla Serie A, senza le interruzioni del calcio europeo, per centrare i suoi obiettivi in campionato“.