L’Inter chiude con una sconfitta contro il Real Madrid, al Bernabeu, un girone di Champions che non si può che definire positivo, dal momento che ha visto il ritorno dei nerazzurri agli ottavi di finale dopo 11 anni, ma che poteva anche andare meglio, visti i punti lasciati per strada che potevano valere il primo posto nel girone. Fallito il possibile sorpasso in vetta ai danni dei merengues, i nerazzurri restano secondi nel girone D.
Buon approccio nerazzurro, ma non basta
L’Inter è scesa in campo con un ottimo atteggiamento, giocando veloce e arrivando alla conclusione in maniera pericolosa per ben tre volte nei primi minuti, due con Brozovic e una con Perisic. Se fosse passata in vantaggio, con ogni probabilità la partita avrebbe avuto un andamento decisamente diverso.
Per tutto il primo tempo comunque l’Inter ha gestito molto bene il pallone, grazie alla partita di altissimo livello disputata da Brozovic e al lavoro lungo le fasce di Perisic e Dumfries.
Il Real Madrid si è difeso in maniera ordinata, chiudendo efficacemente gli spazi centrali e lasciando l’Inter libera di sfogarsi sulle fasce e dalla distanza, correndo pochi rischi in proporzione al controllo lasciato ai nerazzurri.
Alla prima occasione da gol però il dislivello tecnico tra le due squadre si è fatto sentire, con Toni Kroos, bravissimo a sfruttare lo spazio dal limite concessogli da un Barella lontanissimo dai livelli espressi a inizio stagione, capace di calciare una parabola perfetta sul palo opposto su cui Handanovic, partito in leggero ritardo, non ha potuto offrire alcuna opposizione.
Con il Real Madrid in vantaggio, gli attacchi dell’Inter si sono fatti più frenetici, mentre gli spagnoli hanno potuto giocare tranquillamente di rimessa sfruttando la velocità di Vinicius Jr. e Rodrygo sulle fasce.
I cambi di Inzaghi: un occhio al campionato?
Nel secondo tempo Inzaghi ha scelto di sostituire Dumfries, generoso ma impreciso, con Dimarco terzo di difesa a sinistra, spostando D’Ambrosio sull’out di destra e facendo slittare tutta la difesa su quel lato, con Skriniar che si è spostato sul centrodestra e Bastoni che ha preso la posizione di perno centrale. In fase offensiva la sintonia tra Dimarco e Perisic ha portato a qualche scambio interessante, ma nel complesso la squadra è apparsa meno compatta in fase difensiva e la circolazione della palla si è fatta meno fluida.
Con il passare dei minuti il Real ha aumentato l’intensità a centrocampo, riprendendo le redini del gioco. Inzaghi ha probabilmente pensato che la vittoria, unico risultato utile per agguantare il primo posto del girone, era ormai un obiettivo difficilmente realizzabile e ha pensato di risparmiare ulteriore fatica ad un uomo chiave come Marcelo Brozovic.
Con l’ingresso di di Vidal e Vecino al posto del croato e di un Calhanoglu che, dopo le stupende prestazioni in Serie A, al cospetto del terzetto Kroos-Casemiro-Modric è tornato con i piedi per terra, il prescelto ad agire come schermo davanti alla difesa sarebbe stato Barella.
L’espulsione di Barella che complica gli ottavi
Dopo aver sprecato una colossale occasione per il pareggio sparando sopra la traversa da ottima posizione all’interno dell’area avversaria però il centrocampista azzurro si è reso protagonista di un brutto gesto di reazione dopo una spallata di Eder Militao, che gli è costato il cartellino rosso.
In inferiorità numerica, con Gagliardini al posto di Lautaro e Sanchez, subentrato a Dzeko qualche minuto prima, come unico terminale offensivo, l’Inter ha cercato di assorbire il colpo ma le forze fresche messe in campo da Ancelotti hanno avuto ben presto la meglio, con Asencio che a 20 minuti dalla fine viene lasciato colpevolmente solo da Dimarco e trova una splendida parabola con un sinistro a giro che colpisce il palo opposto prima di insaccarsi alle spalle di Handanovic.
Il lato negativo della serata dell’Inter non è tanto la sconfitta di per sé, comunque preventivabile e arrivata in maniera tutto sommato dignitosa. Raggiungere il primo posto nel girone sarebbe stata un’impresa, ma i nerazzurri devono recriminare sulla gara di andata, quando hanno dominato per lunghi tratti della partita senza riuscire a segnare, e soprattutto sul pareggio di Kiev contro lo Shakhtar.
Il lascito maggiormente negativo per Simone Inzaghi è il cartellino rosso comminato a Barella, che costringerà il centrocampista azzurro alla tribuna sicuramente per l’andata degli ottavi di finali, ma visto il gesto violento e volontario potrebbe comportare anche un ulteriore turno di squalifica. Visto il livello delle squadre classificate prime negli altri gironi che potranno essere sorteggiate con l’Inter, l’assenza di un giocatore chiave come Barella potrebbe essere
Inoltre, ma questo è un discorso comune a tutte le squadre italiane in Champions, è davvero preoccupante come alcuni giocatori che nel campionato italiano sfoderano prestazioni da fuoriclasse, come Calhanoglu, Dzeko o Lautaro Martinez, in ambito europeo, quando il livello si alza, scompaiano del tutto.