Nel 1958, al cinema usciva “La donna che visse due volte“, forse il più grande capolavoro del maestro del cinema Alfred Hitchcock. Quest’ultimo, infatti, è stato per antonomasia il più grande giallista di sempre. Ieri, però, si è concretizzato uno scenario che avrebbe fatto impallidire pure il mitico regista londinese: il finale del Campionato del Mondo di Formula 1 del 2021 è infatti degno di un film hollywoodiano.
Perchè a Jeddah, in Arabia Saudita, Hamilton ha vinto una gara dai mille colpi di scena: tra veleni, ricorsi, polemiche, incidenti, penalità e provocazioni a non finire, l’inglese ha battuto il nemico Verstappen, generando il risultato che tutti si auspicavano. Si andrà infatti ad Abu Dhabi per l’ultima gara, con i due contendenti a pari punti in classifica. Ci sarà da divertirsi.
Bandiere rosse d’Arabia
Difficile riassumere in poche righe quanto accaduto nella pazza gara domenicale. Raramente, infatti, si è assistito ad una gara così caotica, vuoi per i tanti incidenti, vuoi per l’assoluta incapacità di gestione della Commissione di Gara.
E dire che inizialmente la gara sembrava incanalarsi sui binari classici di una corsa che vedeva le Mercedes al comando, Verstappen terzo, nessun incidente al via. Invece, al decimo giro Mick Schumacher va contro le barriere, e in regime di Safety Car tutti cambiano le gomme, meno Verstappen che resta fuori col cambio da fare. Dopo tre giri sale in cattedra quello che sarà il protagonista di giornata: Micheal Masi, il direttore di gara, espone la bandiera rossa, col risultato di dare alla Red Bull la possibilità di cambiare i pneumatici e ripartire in testa.
Alla ripartenza, Hamilton infila Verstappen, con l’alfiere Red Bull che taglia la chicane irregolarmente per mantenere la posizione. Dietro, però, vi è un altro grosso incidente che costringe tutti a fermarsi, di nuovo.
Una contrattazione surreale
Gli audio che vengono mandati in onda tra la commissione corse e i team hanno dell’imbarazzante. Qualcosa del tipo “Red Bull, vi andrebbe bene se vi facessi ripartire dietro Hamilton? Riuscite a rispondermi entro un minuto?“. Manco fossimo al mercato: una vera e propria contrattazione.
La (poca) credibilità residua di Micheal Masi, già compromessa durante un’annata colma di polemiche, si esaurisce del tutto qui. Generando ovviamente una ulteriore escalation di tensioni in pista.
Verstappen – Hamilton, guerra totale
Alla seconda ripartenza, Verstappen monta le medie e fugge in testa, e pare poter andare a vincere anche aiutato dalle frequenti Virtual Safety Car che spezzano il ritmo e fanno calare il numero dei giri residui. Eppure, al giro 37, Hamilton riesce ad attaccare il rivale, lo passa, ma l’olandese taglia la curva per difendersi, dovendo giocoforza restituire la posizione.
Pochi secondi dopo, l’ennesimo colpo di scena: con la scusa di dover far passare Hamilton, l’alfiere Red Bull frena in pieno rettilineo, con il sette volte campione che lo tampona. Incredibilmente, ambo le macchine non si danneggiano eccessivamente, e l’unico risultato è di mandare ancor più in confusione Masi e la Commissione di Gara, che commina penalità da una parte e dall’altra.
Al giro 43, Hamilton si prende la vetta che sarà definitiva, andando a vincere il terzo GP di fila e affiancando il rivale in vetta alla classifica.
Ci si gioca tutto ad Abu Dhabi, domenica prossima.
Polemiche infinite nel dopo gara
Nella notte, ovviamente, sia il pilota Mercedes che quello Red Bull sono stati convocati per riesaminare tutto l’accaduto. Al netto di ulteriori modifiche, pare che l’unica ulteriore sanzione sia stata quella comminata a Max Verstappen, che ha dovuto pagare 10 secondi di penalità all’arrivo in Arabia. Poco male, perchè col suo secondo posto ne aveva 16 di margine su Bottas.
Tutto confermato, quindi: si va negli Emirati Arabi a pari punti, ma con Verstappen che in realtà è davanti per aver vinto più Gran Premi nel corso dell’anno. Un finale di campionato incredibile, come non se ne vedevano davvero da anni. Difficile, se non impossibile, pensare che i due rivali possano non venire a contatto domenica prossima.
Speriamo che l’eccessivo agonismo non porti i due contendenti a rovinare un mondiale finora straordinario. E che la Commissione Gara non combini l’ennesimo pasticcio, dopo la figuraccia di Jeddah.